Sabato 22 febbraio 2014
Martedì mattina, 18 febbraio, il coordinatore nell’Istituto comboniano delle attività di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC), P. Arlindo Pinto, ha parlato ai superiori di circoscrizione riuniti a Roma sulla “Visione e missione dei Missionari Comboniani nel settore di GPIC”. Pubblichiamo di seguito le parti essenziali della presentazione di P. Arlindo, preparata in collaborazione con P. Mariano Tibaldo, segretario dell’evangelizzazione.
VISIONE E MISSIONE
dei Missionari Comboniani
nel settore di Giustizia, Pace
e Integrità del Creato
(GPIC)
La Visione e Missione dei Missionari Comboniani nel settore di GPIC e della Riconciliazione si basano sulla convinzione che vivere accanto alle gente (inter gentes) e condividerne le angosce e le pene, soprattutto nei momenti di conflitto e di guerra, sia il modo più incisivo per costruire la speranza, la riconciliazione e la pace.
1. L’Istituto dei Missionari Comboniani, attraverso le decisioni dell’ultimo Capitolo Generale del 2009, si impegna in “situazioni di frontiera” e in “situazioni difficili”. In particolare:
2. L’impegno dei Comboniani si basa, essenzialmente, su tre modi di attività:
Tutto questo lavoro avviene attraverso comunità comboniane che vivono accanto alla gente, nel loro ambiente e in strutture semplici. L’Istituto favorisce esperienze di inserzione più radicale secondo il principio che non è possibile collaborare con la gente e capire i loro problemi senza condividerne la vita.
3. L’Istituto, inoltre, nell’ultimo Capitolo Generale del 2009, ha insistito sulla necessità di:
4. L’Istituto favorisce attività di pace, di giustizia, di riconciliazione, di salvaguardia e di cura del creato:
Conclusione
Prima di concludere vorrei citare un breve brano della lettera di san Giacomo apostolo laddove parla della relazione tra fede e opere: “Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non da’ loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta” (Giac 2,15-17).
In questa linea di pensiero mi permetto di dire quanto sia importante che le nostre attività nel settore di GPIC si basino sulla fede e abbiano un forte e saldo sostegno della Parola di Dio e della preghiera, ma allo stesso tempo che le nostre attività di GPIC siano accompagnate dalle opere che puntano direttamente a un cambio del sistema, cioè a un cambio delle realtà sociali e istituzionali nei paesi in cui lavoriamo, altrimenti rimarremo a livello delle pie intenzioni. Se non riusciremo a cambiare il sistema, la nostra attività sarà vuota di senso.
P. Arlindo Pinto