Fra coloro che nel 1870 firmano il Postulato di Comboni ai Padri del Concilio Vaticano I in favore dell’Africa Centrale c’è anche un brasiliano, Mons. Antonio de Macedo Costa, vescovo di Belén, imprigionato due anni dopo dal presidente massone Rio Branco. Si potrebbe dire che attraverso di lui la Chiesa brasiliana appoggia la missione comboniana dell’Africa Centrale. Ma è un dettaglio storico che appartiene al passato. Col passare del tempo, esso non crea nella mentalità dei figli di Comboni un legame significativo fra due mondi che restano distanti. “Comboni vuol dire Africa, e di conseguenza il Brasile coi comboniani non c’entra”. Semplificando, è un po’questa l’idea o almeno la sensibilità prevalente fra i comboniani, quando nel 1952 l’istituto accetta di aprire una missione a Balsas, Maranhão. In cuor loro, alcuni reagiscono. “Cosa andiamo a fare noi in Brasile? Perché tradire l’Africa?” Qualcosa di simile era successo qualche anno prima, con l’apertura della nuova missione nella California messicana. Ma ora, di fronte alla prospettiva di un nuovo impegno in territorio brasiliano, la reazione e il disagio si accentuano e si trascinano a lungo in vari ambienti. Tanto che a distanza di alcuni anni, ricevendo in udienza Mons. Rino Carlesi con un gruppo di confratelli che lavorano in Brasile, Paolo VI gli affida un messaggio: “Dica a tutti i missionari comboniani che quando il Papa li invia, stanno compiendo il loro dovere missionario, dovunque sia”.
In realtà, il primo comboniano che nel 1951 dal Portogallo si reca in Brasile, ci va per fare giornate missionarie fra la popolazione di origine portoghese e raccogliere fondi per la costruzione del seminario di Viseu. Una volta sul posto, P. Rino Carlesi è anche incaricato dal Superiore Generale di prendere contatto con il Nunzio Apostolico. Si tratta di vedere a che punto è la richiesta di una regione missionaria fatta dall’istituto in seguito ad un invito in tal senso da parte di Pio XII. I comboniani domandano una zona di missione e la possibilità di una base logistica sulla costa. Ben presto il Nunzio risponde offrendo l’area missionaria di Balsas, nel sud del Maranhão, e come base di appoggio la diocesi di Vitória, nello stato dello Spirito Santo. Nel 1952 un primo gruppo di comboniani arriva a Vitória impegnandosi subito sui due fronti: una missione in Maranhão e la base di appoggio nei dintorni di Vitória.
L’arrivo dei comboniani desta molto interesse nella Chiesa locale tanto che quasi subito il vescovo stesso di Vitória chiede alla Nunziatura di affidare ad un gruppo missionario il Nord dello Stato, praticamente privo di assistenza pastorale. Nel 1953 la richiesta viene inoltrata alla Direzione dei comboniani e da questa sottoposta al Capitolo Generale del 1953, che l’approva. Così, fin dall’inizio, i comboniani cominciano ad impegnarsi su vari fronti: - nell’accompagnamento pastorale della regione di Balsas, al nord; - in un’attività missionaria al nord dello stato dello Spirito Santo (poi diocesi di San Mateus); - con strutture di appoggio, soprattutto formative (seminari minori), nella regione di Vitória. Ai padri e fratelli, si uniscono nel 1955 le suore comboniane
La crescita e l’evoluzione degli impegni nei decenni successivi comportano per la famiglia comboniana anche un aumento nel numero del personale, e per l’istituto maschile la conseguente divisione giuridica del Brasile, nel 1956, in due “regioni” che poi diventeranno province : Brasile Nord-Est e Brasile Sud.
Pur condividendo i problemi e le sfide comuni a tutto il paese, le zone in cui i missionari comboniani lavorano presentano anche situazioni specifiche ed hanno avuto uno sviluppo distinto a cui accenniamo brevemente.
BRASILE SUD
Due anni dopo il loro arrivo in Brasile, i comboniani aprono nel 1954 la comunità di Nova Venecia, dove, l’anno seguente vengono raggiunti dalle suore comboniane. L’assunzione di nuovi impegni nella zona procede a ritmo serrato, tanto che dieci anni più tardi viene eretta la diocesi di San Mateus, guidata da Mons. Giuseppe Dalvit. Negli anni ’70, per seguire i migranti che dallo Spirito Santo si avventurano nei nuovi progetti agricoli di colonizzazione del sud dell’Amazzonia, anche i comboniani si spostano verso lo stato della Rondonia. Assieme alla Chiesa locale, cresce anche il gruppo comboniano, che, costituito in provincia si apre alle problematiche specifiche degli indios e degli afro, seguite da quelle delle periferie delle grandi città, viste come sfide di “nigrizia”. Mentre continua l’impegno di evangelizzazione diretta, la provincia porta avanti l’animazione missionaria, la promozione vocazionale e la formazione di nuovi missionari (San Paolo è sede di uno scolasticato internazionale). Strumento importante di animazione è la rivista Sem Fronteiras (9.000 copie), che da 31 anni non solo ha fatto conoscere i comboniani all’interno della Chiesa brasiliana, ma continua ad affrontare con coraggio tematiche vicine alla vita della gente.
Dopo mezzo secolo di lavoro, una lunga serie di comunità e istituzioni ormai ben avviate è stata consegnata nelle mani di una Chiesa locale che è oggi molto più viva e forte.
Alla memoria della gente e alla storia della Chiesa nel paese è affidata anche la dedizione di tanti confratelli, fino al sacrificio di P. Ezechiele Ramin, ucciso nel 1985 a Cacoal. Attualmente, il gruppo comboniano in Brasile, sia nel Nordest che al Sud, è in fase di riflessione e ripensamento dello stile della sua presenza. Il paese presenta molte situazioni di “nigrizia”. Accanto a problemi comuni e trasversali a tutto il paese, come quello dei minorenni, dell’organizzazione popolare, della Giustizia e Pace e della comunicazione, sono soprattutto le periferie delle grandi città (il 75,47% della popolazione del Brasile vive in zona urbana), il mondo dell’esclusione, gli indios e la frontiera missionaria dell’Amazzonia, che invitano a rivedere priorità e stile di presenza.
BRASILE NORD-EST
Pur mantenendo gli impegni e la base di appoggio presi all’arrivo nello stato dello Spirito Santo nel giugno del 1952, la presenza comboniana nel Nord-est brasiliano si sviluppa e resta circoscritta per circa vent’anni nel Maranhão, più precisamente nel territorio di Balsas. Prefettura apostolica nel 1954, Balsas diventa diocesi nel 1981, sotto la guida di uno dei pionieri comboniani in Brasile, Mons. Rino Carlesi. Praticamente, fino al 1973-74 la provincia del Nord-est si identifica con Balsas, e la presenza missionaria si concentra soprattutto nelle zone rurali. Poi, l’apertura progressiva ad altre diocesi e alle periferie urbane, il lavoro con gli afro-brasiliani e gli indios e, più recentemente, l’attività di animazione missionaria della Chiesa locale, la promozione vocazionale e formazione comboniana, i mezzi di comunicazione sociale e l’impegno per la Giustizia e la Pace trasformano la fisionomia della provincia. Alla luce della nuova visione di missione del Concilio, rilanciata da Medellin, Puebla e Santo Domingo, la presenza missionaria dei comboniani è ora stimolata ed arricchita anche dalla presenza di Laici Missionari e dalla testimonianza sia di confratelli brasiliani che partono in missione in altri parti del mondo e sia di quelli che in questi decenni hanno saputo offrire la loro vita per la crescita del popolo e della Chiesa brasiliana.
PROVINCIA DEL BRASILE
Dal 1 gennaio 2014 le due provincie (Brasile Sud e Brasile Nord-Est) diventano una sola provincia: Provincia del Brasile.