Lunedì 10 marzo 2025
I primi missionari comboniani arrivarono a Omach, nel nord-ovest dell’Uganda, 115 anni or sono. Per ricordare e celebrare quello storico momento – era il 6 marzo 1910 – in cui la Croce di Cristo fu innalzata per la prima volta in quella regione, lo scorso 6 marzo vescovi, sacerdoti e centinaia di cristiani si sono recati in pellegrinaggio in quel preciso luogo – oggi nella parrocchia di Pakwach, nella diocesi di Nebbi – per celebrarvi insieme l’Eucaristia. [Foto di Omach nel 1910]

«È stata una celebrazione davvero spettacolare, una festa celebrata con tutto lo splendore liturgico e ‘stilistico’ dell’Africa», scrive padre Carmelo Del Río Sanz, comboniano spagnolo, di 71 anni, di cui oltre trenta trascorsi in Uganda. È stato anche parroco di Pakwach negli anni ’80 del secolo scorso.

Prelati delle quattro diocesi del nord-ovest dell’Uganda.

Continua padre Carmelo: «Oggi abbiamo avuto la gioia di celebrare i frutti di quel primo arrivo: la nascita e sviluppo di ben quattro fiorenti diocesi nel nord-ovest del paese, oggi guidate da sei prelati: l’archidiocesi di Gulu, con mons. Wokorach Raphael P’Mony e mons. John Baptist Odama, emerito; la diocesi di Lira, con mons. Sanctus Lino Wanok e mons, mons. Giuseppe Franzelli, emerito; la diocesi di Arua, con mons. Sabino Ocan Odoki; la diocesi di Nebbi, con mons. Constantine Rupiny».

Il missionario conclude: «Ogni anno, il 6 marzo, si va in pellegrinaggio a Omach, per ricordare l’arrivo della fede in questa regione. Si tratta di un giorno importante nella nostra storia comboniana in Uganda, perché è da qui che è iniziata la nostra presenza e la storia dell’evangelizzazione nel Paese».

Immagini dell’Eucaristia nella parrocchia di Pakwach il 6 marzo 2025

Dalla storia della presenza comboniana in Uganda

«[…] Nel 1910, a quasi trent’anni dalla morte di Daniele Comboni, primo vescovo del Vicariato Apostolico dell’Africa Centrale, il secondo successore di Comboni, mons. Francesco Saverio Geyer, guida di persona lungo il corso del Nilo il primo gruppo di comboniani che dal Sudan entrano nel nord Uganda, ad Omach, tra gli Alur. La malattia del sonno li obbliga ben presto a spostarsi.

Il piano dei Missionari Comboniani di spostarsi più a sud risale a quando Mons. Roveggio, nel 1890, chiese il permesso di entrare in Uganda, ma gli amministratori britannici a Entebbe rifiutarono. Mons. Francesco Saverio Geyer chiese allora il permesso di entrare in Uganda dal nord (Khartoum) e nel 1906 il permesso gli fu concesso.

La stazione missionaria di Santa Croce in Sudan, dove Comboni aveva vissuto per un breve periodo di tempo, non era lontana dall’Uganda e questo spiega il motivo per cui i missionari erano stati felicissimi di trovare i loro primi ugandesi cattolici, alcuni ex-portatori Baganda, che lavoravano nella zona. Procedettero, a dorso di mulo o a piedi, verso Nimule che raggiunsero il 2 febbraio 1910. Fu un viaggio faticoso attraverso colline, paludi e boschi. Finalmente, il 17 febbraio 1910, mons. Francis Xaver Geyer, fratel August Cagol e padre Albino Colombaroli, saliti a bordo del piroscafo che due volte al mese navigava tra Nimule e Butiaba sul Lago Albert, raggiunsero la loro destinazione di Koba, un insediamento sulla riva orientale del Nilo, a sud di quella che oggi è Pakwach.

Il 6 marzo 1910, mons. Geyer benedisse una grande croce fatta con due tronchi d’albero e, con gli occhi pieni di lacrime di gioia, i tre pionieri la innalzarono verso il cielo, simbolo di fede e di speranza. Non avrebbero potuto immaginare che, nel giro di pochi anni, la maggior parte della gente del Nord Uganda, vale a dire gli Alur, gli Acholi, i Logbara, i Langi e i Karimojong, avrebbero conosciuto i vantaggi della redenzione che Gesù Cristo aveva portato a tutta l’umanità attraverso la Croce.

Alla fine del gennaio 1911, padre Giovanni Fornasa arrivò a Omach, dopo aver attraversato il Kenya, il lago Vittoria, il regno del Buganda e del Bunyoro. Tre settimane più tardi, lui e padre Colombaroli, che erano a Gulu, il 19 febbraio 1911, in condizioni di estrema povertà, iniziarono la prima missione tra gli Acholi. […]».

Missionari Comboniani