Mons. Giuseppe Franzelli: la crescente povertà di troppa gente sono bombe a orologeria

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Lunedì 23 dicembre 2024
Carissimi/e, Buon Natale! Quello di quest’anno è un Natale speciale, e vorrei che anche i miei auguri per ognuno di voi fossero speciali, capaci di comunicarvi davvero un po’ della gioia, pace e amore che sono il regalo di Dio a tutti i suoi figli! Il Natale ci ripropone sempre lo stesso mistero d’amore, ma lo festeggiamo in circostanze che ogni anno ce lo fanno scoprire nuovo, speciale.

Il Natale 2024 è il Natale del Giubileo. Inizia con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, al centro della cristianità, ma raggiunge immediatamente la periferia, un luogo ai margini della società, con l’apertura il 26 Dicembre della Porta Santa nel carcere di Rebibbia, in cui vengono isolate e rinchiuse persone ritenute colpevoli di crimini. Queste porte che si aprono, come le altre che verranno aperte in tutte le diocesi del mondo, sono il simbolo di un fatto che ha cambiato per sempre la storia. Nel Bambino che nasce a Betlemme, infatti, Dio spalanca la porta del suo cuore e del suo amore infinito e penetra nella storia dell’umanità. In Gesù suo Figlio che si fa nostro fratello, diventa per sempre l’Emmanuele, Dio-con-noi. 

Fare Natale è innanzitutto accogliere con gioia e riconoscenza questo regalo che l’amore del Padre ci offre. Un dono che rimane nelle nostre mani per tutto l’anno del Giubileo 2025, “anno di grazia del Signore”, in cui è possibile ottenere non solo il perdono dei nostri peccati ma anche la remissione della pena legata al male che abbiamo commesso.  Davvero, un’occasione da non perdere!  Accettare il dono di Gesù a Natale significa però fare anche da parte nostra il passo necessario per entrare e varcare la soglia della porta che la misericordia divina ha spalancato per noi. Possiamo farlo con fiducia e speranza, perché questa è una porta che conosciamo: il Cuore squarciato di Gesù sulla croce, morto per salvarci e donarci una vita nuova. Ce l’ha detto Gesù stesso: “Io sono la Porta… se uno entra attraverso di me sarà salvo…” (Gv.10,7)  

Proprio per questo, milioni di pellegrini si metteranno in cammino durante il Giubileo per varcare anche fisicamente la Porta Santa di Roma o delle chiese prescelte a tale scopo nelle loro diocesi. Anch’io, se Dio vuole, dal 24 al 29 Gennaio 2025, andrò in pellegrinaggio a Roma, assieme ai vescovi Presidenti delle Commissioni per le Comunicazioni Sociali di tutto il mondo, per rappresentare l’Uganda nella celebrazione del Giubileo delle comunicazioni sociali.             

A Roma, però ci andrò… da Brescia. Sì, perché purtroppo mi trovo ancora in Italia! Con un esame dopo l’altro, i medici stano ancora cercando di arrivare ad una diagnosi certa e una terapia adeguata alla malattia rara del mio cuore, l’amilioidosi. Spero riescano a concludere verso l’inizio di Febbraio, in modo da poter tornare in Uganda poco dopo la mia partecipazione al Giubileo! 

Intanto, continuo a fare l’esperienza non priva di sofferenza di tanti, costretti a stare lontano da casa. L’affetto e la cura con cui i miei familiari mi circondano non possono farmi dimenticare l’Uganda, la gente a cui voglio bene e soprattutto coloro che sono nel bisogno e mi chiedono di dar loro una mano. Ricevo spesso telefonate e messaggi di chi aspetta il mio ritorno, ma posso solo seguire e portare ogni giorno nel cuore e nella preghiera quanto avviene in Uganda.                                                                          

Lo faccio in comunione coi miei fratelli vescovi che nel messaggio di Natale rivolto alla nazione invitano appunto a pregare. Pregare per le famiglie, in grosse difficoltà per l’alto costo della vita e dei servizi sociali. Famiglie che si stanno disgregando sotto il peso di una povertà e violenza sempre più diffusa, che spingono talvolta mamme disperate ad abbandonare i neonati nei cespugli, lungo un sentiero o a buttarli nei servizi igienici…

Pregare per il paese perché superi le contraddizioni sociali, politiche, economiche e ambientali che ne ostacolano il progresso verso una società unita, pacifica e democratica. L’alto tasso di disoccupazione tra i giovani, la diffidenza e l’odio reciproco tra i politici di opposte fazioni e la crescente povertà di troppa gente sono bombe a orologeria che minano il futuro dell’Uganda.

Dalla mia diocesi di Lira mi è finalmente giunta alcuni giorni fa la bella notizia della riapertura al traffico del ponte di Karuma sul fiume Nilochiuso da mesi per riparazioni. È un ponte che, praticamente divide il Nord dell’Uganda dal resto del paese. Oltre all’evidente importanza per il traffico e il commercio, ha una grande rilevanza sociale e politica come via di accesso e comunicazione che unisce due parti del paese spesso in contrasto fra di loroIn un certo senso, è uno strumento e simbolo di unità del paese.                                                                                   

Di tutt’altro tenore, purtroppo, le notizie della mia gente, i Lango. Lì, il ponte del dialogo fra i diversi clan per la scelta di un unico capo tradizionale che unisca tutta la tribù non è ancora stato riaperto, anzi! Recentemente hanno ripreso con forza lotte interne che seminano discordie e dividono la gente. Innumerevoli tentativi di dialogo, mediazione e riconciliazione, a molti dei quali in passato ho partecipato personalmente, non hanno ancora portato ad una riconciliazione e pace duratura. Confesso che la cosa mi rattrista profondamente, tanto più perché molti dei capi tradizionali sono cristiani. Umanamente parlando, c’è di che scoraggiarsi…. 

Se poi dall’Uganda alziamo lo sguardo sull’orizzonte mondiale in cui anche i continui appelli di Papa Francesco per la pace restano inascoltati, è davvero difficile superare la tentazione del pessimismo. Sembra che intorno a noi il male, la corruzione e l’odio stiano crescendo, insinuando nel cuore di molti la paura che finiranno per avere il sopravvento. Ma Natale, la venuta in mezzo a noi di Gesù, ci dice che non è vero. Che la luce e l’amore di Cristo hanno vinto e vinceranno il male e le tenebre. È Lui il Signore della storia. A noi – a me, a ciascuno di voi – viene chiesto di avere il coraggio di entrare attraverso la sua Porta e riprendere il cammino dietro a Lui… Portatori e al tempo stesso Pellegrini di speranza, come dice il motto del Giubileo.

Certi che “la speranza non delude (Rom. 5,5). La chiediamo nella preghiera come dono per noi, impegnandoci al tempo stesso ad essere portatori di speranza ai nostri compagni di viaggio

Buon Natale, Buon Anno e buon Giubileo a tutti!

P. Giuseppe Franzelli
23 Dicembre 2024
PS. Scusate se gli auguri arrivano in ritardo… Valgono per tutto il Giubileo!