Sudan: “Per i bambini è la crisi umanitaria più grande al mondo”

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Venerdì 23 agosto 2024
“La crisi umanitaria del Sudan per i bambini è, per numeri, la più grande al mondo. È anche una crisi di negligenza. Molte delle innumerevoli atrocità commesse sui bambini in Sudan non sono state denunciate, spesso a causa di un accesso molto limitato. Migliaia di bambini sono stati uccisi o feriti nella guerra del Sudan. La violenza sessuale e il reclutamento sono in aumento. E la situazione è ancora più grave laddove la presenza umanitaria continua a essere negata”. (...) [
UNICEF / Save the Children / SIR]

Lo dichiara James Elder, portavoce dell’Unicef, sottolineando che “cinque milioni di bambini sono stati costretti a fuggire dalle loro case – una media impressionante di 10.000 bambine e bambini sfollati ogni giorno – rendendo il Sudan la più grande crisi di sfollamento di bambini al mondo. Molti di loro hanno dovuto farlo più volte”.

“Sabato mattina – prosegue Elder – una squadra di calcio di ragazzi locali stava giocando in uno spazio a misura di bambino dell’Unicef nello Stato di Khartoum quando una granata ha colpito il campo da calcio. Due ragazzi sono stati uccisi e quasi tutta la squadra è rimasta ferita. Ho incontrato questi bambini, sia in ospedale che nello Spazio a misura di bambino dell’Unicef. Sono sconvolti”, denuncia il portavoce.

“Ieri ho parlato con una esperta operatrice sanitaria che mi ha illustrato l’entità della violenza sessuale durante questa guerra. Mi ha spiegato che ha avuto contatti diretti con centinaia di donne e bambine, alcune anche di 8 anni, che sono state violentate. Molte sono state tenute prigioniere per settimane e settimane. Ha anche parlato dell’angosciante numero di bambini, nati dopo uno stupro, che vengono abbandonati”. “Per più di un anno abbiamo detto che i bambini del Sudan non possono aspettare. Ebbene, ora stanno morendo”, aggiunge Elder, evidenziando che “la carestia nel campo di Zamzam è il primo accertamento di carestia da parte del Comitato di revisione della carestia in più di sette anni e solo la terza volta che un accertamento di carestia è stato fatto da quando il sistema di monitoraggio è stato creato 20 anni fa”.

“Dobbiamo essere molto chiari: senza un accesso sicuro e senza ostacoli, e senza la rimozione degli ostacoli – in particolare quelli transfrontalieri e di linea – l’accertamento della carestia di questo mese in una parte del Sudan rischia di diffondersi e di portare a una perdita catastrofica di vite umane”, continua il portavoce dell’Unicef, ammonendo: “Senza un’azione, decine di migliaia di bambini sudanesi potrebbero morire nei prossimi mesi. Decine di migliaia. E questo non è affatto lo scenario peggiore. Qualsiasi epidemia farà salire la mortalità alle stelle. Le malattie sono la nostra grande paura. Se si verifica un’epidemia di morbillo, di diarrea o di infezioni respiratorie – ricordando che nelle attuali condizioni di vita, e con le forti piogge e le inondazioni, queste malattie si diffondono a macchia d’olio – le terrificanti prospettive per i bambini del Sudan peggiorano drammaticamente”.

Oltre a chiedere “un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli attraverso tutte le vie, attraverso le linee di conflitto (in particolare Darfur, Khartoum e Kordofan) e attraverso i confini del Sudan”, “un aumento massiccio dei finanziamenti da parte dei donatori per evitare il collasso dei sistemi essenziali, pagando gli operatori in prima linea, fornendo forniture salvavita e mantenendo le infrastrutture critiche” e “un cessate il fuoco immediato”, Elder conclude affermando che “chiudendo gli occhi sul Sudan e ignorando le immense sofferenze, le parti in guerra e la comunità internazionale continuano a creare un pericoloso precedente di apatia globale nei confronti dei bambini”.
UNICEF / SIR

Crisi in Sudan:
centinaia di bambini non accompagnati in fuga

Quasi 500 bambine e bambini separati e non accompagnati sono arrivati negli Stati del Nilo Blu e di Gedaref in sei settimane, mentre i pesanti combattimenti costringono sempre più persone a fuggire dopo 16 mesi di conflitto. Questo l’allarme lanciato il 22 agosto 2024 da Save the Children.

Come viene ricordato in una nota, l’escalation di violenza nella capitale dello Stato di Sennar, Sinja, il 29 giugno, ha scatenato combattimenti che hanno provocato lo sfollamento di circa 725mila persone, oltre la metà delle quali si stima siano bambini, secondo i dati del Displacement Tracking Matrix dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom Dtm).

“Le famiglie – viene sottolineando – stanno fuggendo negli Stati del Nilo Blu e di Gedaref, con un numero crescente di bambini che arrivano senza genitori, ha dichiarato Save the Children. Molte di queste famiglie sono sfollate per la seconda o terza volta, avendo cercato rifugio a Sinja, nello Stato di Sennar, dopo essere fuggite dagli Stati di Khartoum e Gazira durante il conflitto”. Il personale Save the Children che si occupa di protezione ha registrato – negli Stati del Nilo Blu e di Gedaref – almeno 451 bambini (tra il 29 giugno e il 14 agosto), costretti a intraprendere il pericoloso viaggio verso la salvezza senza i loro genitori, il numero più alto mai registrato in un periodo così breve dall’inizio del conflitto nell’aprile 2023. Almeno 60mila sfollati interni diretti verso lo Stato del Nilo Blu sono stati sistemati in più di 109 punti di raccolta e nelle scuole, causando un possibile ritardo nella riapertura dell’anno scolastico a settembre. Inoltre, le forti piogge e le inondazioni in corso stanno aggravando le sofferenze delle famiglie e dei bambini in fuga dai combattimenti, a causa di strade fangose e impraticabili che rendono difficile portare i rifornimenti essenziali, tra cui cibo e medicine, alle persone che ne hanno bisogno. Oltre 16 mesi di conflitto – denuncia Save the Children – hanno ucciso e ferito migliaia di bambini, costretto molti di loro al lavoro minorile, distrutto l’assistenza sanitaria e l’educazione, stravolto i sistemi alimentari e creato la peggiore crisi di sfollamento di bambini al mondo, con 6,7 milioni di minori costretti a lasciare le loro case.
“Il nostro personale negli Stati del Nilo Blu e di Gedaref accoglie ogni giorno almeno nove bambini senza genitori nei campi per sfollati. Durante la mia visita al campo di Gedaref, il mese scorso, ho visto arrivare nei nostri centri di accoglienza minori che avevano affrontato viaggi terribili completamente esausti e molti con segni di malnutrizione”, ha dichiarato Mary Lupul, direttore umanitario di Save the Children in Sudan. “Questi bambini hanno visto le loro case, gli ospedali, i parchi giochi e le scuole bombardati, saccheggiati e occupati, e sono stati separati dai loro genitori o dai tutori. Hanno perso i loro cari e hanno subito violenze indicibili”, ha aggiunto, sottolineando che “quello che ho potuto constatare è che i bambini, anche nelle circostanze più terribili, vogliono essere bambini e l’opportunità di giocare e stare con altri coetanei è fondamentale.

Eppure, questa crisi non riceve l’attenzione che merita. Save the Children chiede un cessate il fuoco immediato e progressi significativi verso un accordo di pace duraturo, e che la comunità internazionale si faccia avanti e metta a disposizione i fondi e le risorse necessarie per proteggere le vite dei bambini”.

Secondo Save the Children, la risposta umanitaria per il Sudan è significativamente sotto finanziata, con i donatori che contribuiscono solo per il 37,4% a un piano di risposta delle Nazioni Unite di 2,7 miliardi di dollari. Ad inizio di agosto, l’Ong aveva sottolineato che il numero di bambini sudanesi in cerca di cure per la malnutrizione acuta grave (Sam) è salito a livelli senza precedenti. I dati dell’agenzia umanitaria mostrano una rapida impennata della malnutrizione nello stato centro-meridionale del Sud Kordofan, dove il numero di bambini al di sotto dei cinque anni ricoverati con Sam nel solo mese di giugno è stato pari al 99% della quantità di casi previsto dal programma per l’anno.

Save the Children / SIR