Lunedì 20 maggio 2024
Padre Arlindo Pinto apre questa sua riflessione con alcune domande di carattere generale per aiutarci ad entrare nella realtà attuale dei nostri media, riflettendo sulla loro connessione con l’animazione missionaria: avrà ancora senso parlare di ‘animazione missionaria’ in una fase di profondo cambiamento sociale ed ecclesiale? Si tratta solo di un problema di comprensione – o di linguaggio – dei due concetti di ‘missione’ e ‘animazione missionaria’ o siamo di fronte a un cambiamento sostanziale di visione e di paradigma/modello di missione?

Si potrà arrivare a un unico paradigma di missione? Guardando allo sviluppo crescente delle nuove tecnologie di comunicazione e informazione e dell’uso di Internet, quali cambiamenti potremmo apportare ai nostri metodi tradizionali di fare animazione missionaria? Sentiamo ancora il bisogno di mantenere viva la fiamma dell’animazione missionaria secondo i modelli tradizionali, o dobbiamo trovare nuove vie?

E poi, pone alcune domande più specifiche sui Piani sessennali delle circoscrizioni comboniane: hanno preso in considerazione le Linee guida del XIX Capitolo Generale? Le circoscrizioni hanno un Piano di comunicazione scritto e approvato dal superiore di circoscrizione? Ha senso dire che ogni comboniano deve essere un animatore missionario?

L’obiettivo è cercare delle risposte a queste domande, guardando alla realtà delle circoscrizioni comboniane e partendo dalla personale sperienza trentennale dell’autore al servizio della comunicazione.

Come si può vedere già nel titolo, questo studio è diviso in due parti.

Nella prima parte, si fa la raccolta di tutti i mezzi di comunicazione, interna ed esterna, dell’Istituto comboniano (si veda la Tabella 1 allegata). Oggi la comunicazione, per i Comboniani – afferma padre Arlindo – è una necessità, anzi un obbligo: conoscere l’attività missionaria di ieri e di oggi della Chiesa, e quindi dei Missionari Comboniani, è un diritto degli amici, dei benefattori, degli attuali e soprattutto dei futuri comboniani. Del resto, gli sforzi di tanti confratelli in questo settore sono encomiabili. Ricorda alcuni impegni storici come la EMI, MISNA, Comboni Press e osserva che molti comboniani fanno ampio uso dei mezzi di comunicazione per il lavoro di evangelizzazione e di animazione missionaria, soprattutto nel campo delle pubblicazioni stampate, ma anche con la presenza nel Web.

Nella seconda parte, si fa una sinossi comparativa fra i testi degli Atti capitolari (AC ’22, 31.6; 32 e 33) e i testi dei Piani sessennali 2023-2028 delle circoscrizioni comboniane. Per analizzare quali sono gli elementi del XIX Capitolo Generale (linee guida e priorità) presenti in questi piani sessennali, padre Arlindo, come metodologia, sceglie quattro indicatori riassuntivi: Specializzazioni, Comunicazione, Piano di comunicazione e Collaborazione. I risultati si possono consultare nelle tabelle allegate (Tabella 2 e Tabella 3).

Concludendo, padre Arlindo esprime la consapevolezza di non aver detto tutto e che è necessario continuare ad approfondire molte delle questioni sollevate, attraverso un confronto di idee e una condivisione di esperienze che i Piani non sempre hanno nominato, per arrivare al 2028 e vedere realizzato uno dei sogni del XIX Capitolo Generale: «Sogniamo uno stile missionario più inserito nella realtà dei popoli che accompagniamo… Uno stile missionario che si caratterizza anche per stili di vita e strutture più semplici all’interno di comunità interculturali dove testimoniamo la fraternità, la comunione, l’amicizia sociale e il servizio alle Chiese locali attraverso pastorali specifiche, la collaborazione ministeriale e percorsi condivisi».

I MEDIA COMBONIANI E L’ANIMAZIONE MISSIONARIA
DAL XIX CAPITOLO GENERALE AI PIANI SESSENNALI 2023-2028

Relazione all’Assemblea di Animazione Missionaria
Roma, 25 aprile 2024

Vorremmo iniziare questo intervento con un ‘apprezzamento’ verso tutti i confratelli comboniani che, ieri e oggi, si impegnano a promuovere e a svolgere tante iniziative e progetti in questo vasto settore della missione – che, nello specifico, include tra l’altro l’animazione missionaria –, spesso in circostanze difficili e complesse. Un ringraziamento particolare va ai confratelli che producono e diffondono, con qualità e tempestività, l’informazione sull’attività comboniana nel mondo, attraverso i mezzi di comunicazione, cartacei e digitali, in tutte le circoscrizioni del nostro Istituto.

Prima ancora di addentrarci nel nostro argomento, suggeriamo alcune domande di carattere generale con un duplice scopo: primo, per aiutarci a entrare nella realtà attuale dei nostri media e riflettere sulla loro connessione con l’animazione missionaria; secondo, verificare se i Piani sessennali 2023-2028 delle varie circoscrizioni comboniane hanno preso in considerazione, o meno, le decisioni (linee guida) del XIX Capitolo Generale.

Chiediamoci quindi:

  1. Avrà ancora senso parlare di ‘animazione missionaria’ in una fase di profondo cambiamento sociale ed ecclesiale, come quella in cui viviamo[1], e soprattutto dopo la decisione del Capitolo Generale del 2015 (AC ’15, 64) di accorpare il segretariato dell’evangelizzazione, dell’animazione missionaria e degli uffici (LMC e GPIC) in un unico segretariato, denominato Segretariato Generale della Missione[2]?
  2. Si tratta solo di un problema di comprensione – o di linguaggio – dei due concetti di ‘missione’ e ‘animazione missionaria’, o siamo di fronte a un vero e proprio cambiamento sostanziale di visione e di paradigma/modello di missione?
  3. Si potrà arrivare a un unico paradigma di missione (o modello di animazione missionaria) in una società così plurale come quella in cui ci troviamo a lavorare, sia in Europa che in America, Asia e Africa?
  4. Guardando allo sviluppo crescente delle nuove tecnologie di comunicazione e informazione e dell’uso di Internet – in particolare dei social media e delle piattaforme web –, quali cambiamenti potremmo apportare, anche se gradualmente, ai nostri metodi tradizionali di fare animazione missionaria?
  5. Come comboniani, sentiamo ancora il bisogno di mantenere viva la fiamma dell’animazione missionaria secondo i modelli tradizionali, o dobbiamo trovare nuove vie?
  6. Il Piano sessennale 2023-2028 della tua circoscrizione ha preso in considerazione le Linee guida del XIX Capitolo Generale (Ac ’22, 31.6 e dal 32 al 33.5)?
  7. La tua provincia o delegazione, il Centro di Animazione Missionaria (CAM) e i Media comboniani hanno un Piano di comunicazione scritto e approvato dal superiore di circoscrizione?
  8. Ha senso insistere nel dire che ciascun comboniano dovrebbe essere un animatore missionario?
  9. Con chi collabori/collaboriamo nella tua circoscrizione?

L’obiettivo principale di questo intervento è di aiutarci a riflettere e a cercare risposte a queste domande. Diciamo subito e in modo chiaro che non abbiamo alcuna pretesa di esaurire l’argomento, ma desideriamo condividere alcune idee, guardando alla realtà delle circoscrizioni comboniane e partendo dalla nostra personale esperienza di missione (animazione missionaria) di oltre trent’anni al servizio della comunicazione, sia all’interno dell’Istituto sia in numerose Chiese locali.

Assemblea di Animazione Missionaria a Roma

1. I mezzi comboniani di comunicazione[3] e l’animazione missionaria

Alle soglie del XXI secolo, noi Missionari Comboniani non possiamo più considerare la comunicazione – interna ed esterna – un’opzione, una scelta tra le altre, ma piuttosto una ‘missione inevitabile’, una necessità, un obbligo. San Daniele Comboni, se fosse vivo, sarebbe il primo a utilizzare tutti i mezzi disponibili per l’animazione missionaria, per raccontare il vissuto quotidiano della missione tra i popoli vicini e lontani più bisognosi e per cercare risorse umane, spirituali ed economiche, coinvolgendo tutti nella missione di Gesù e della Chiesa.

Conoscere l’attività missionaria di ieri e di oggi della Chiesa, e quindi dei Missionari Comboniani, è un diritto anzitutto degli amici e dei benefattori che ci conoscono e ci appoggiano a tutti i livelli. Inoltre, è anche un diritto degli attuali e soprattutto dei futuri comboniani che vorranno sapere che cosa abbiamo fatto e stiamo facendo come singoli missionari, come comunità e come Istituto.

Ogni missionario, quindi, ha il dovere inderogabile di comunicare, raccontare e rendere visibili le belle storie così come le difficoltà dell’evangelizzazione e della missione comboniana. Si tratta di una responsabilità che ricade in modo particolare sui superiori maggiori che, oltre a comunicare, per la natura delle loro funzioni, devono sforzarsi di tenere organizzati e aggiornati i documenti sulla vita e la missione di ogni comboniano, comunità e circoscrizione.

Se non avessimo il libro degli Atti degli Apostoli, che cosa sapremmo oggi dell’attività della Chiesa nascente? Se non avessimo gli Scritti di Comboni, cosa sapremmo oggi dell’attività missionaria e del carisma primordiale del nostro fondatore?

Gli sforzi di tanti confratelli delle nostre province e delegazioni in questo settore della comunicazione sono encomiabili. Tanti comboniani, a tempo pieno o anche a tempo limitato o occasionalmente, affiancati da giornalisti, tecnici e personale laico nell’amministrazione, fanno ampio uso dei mezzi di comunicazione per il lavoro di evangelizzazione (Regola di Vita 59.3) e di animazione missionaria.

L’impegno maggiore è ancora oggi nel campo delle pubblicazioni stampate, cioè riviste, libri, calendari e giornalini, come si può vedere nei titoli elencati nella Tabella 1. Seguono la presenza nel Web, inclusa la partecipazione significativa nelle reti sociali, e alcune iniziative di produzioni televisive, radiofoniche (Podcast) e di brevi video pubblicati soprattutto su YouTube. In Ecuador, per esempio, si trasmette settimanalmente un Podcast su temi missionari in generale, spiritualità missionaria, ecologia, Chiesa…

In questa raccolta di dati non si fa cenno ai corsi, online o in presenza, che le circoscrizioni stanno utilizzando come nuove forme di animazione missionaria.

Esaminando la Tabella 1, su un totale di 28 circoscrizioni – incluse, pur non essendo circoscrizioni, Polonia e Curia/Direzione Generale –, vediamo che praticamente ogni provincia o delegazione ha almeno un bollettino di comunicazione interna. Solo due non ne fanno menzione. Le pubblicazioni interne, in generale, non hanno una periodicità fissa. Comunque, ricordiamoci che la Regola di Vita comboniana dice che a livello di circoscrizione «si pubblica periodicamente un bollettino, allo scopo di informare tutti i membri e interessarli alle attività e allo sviluppo della provincia» (RV 128.2).

Riguardo alla comunicazione esterna, sono 20 le circoscrizioni che pubblicano una o più riviste, in proprio o in collaborazione con altre circoscrizioni confinanti, nella stessa lingua – New People, per le circoscrizioni dell’Africa anglofona (APDESAM: Egitto/Sudan, Eritrea, Etiopia, Sud Sudan, Uganda, Kenya, Malawi/Zambia, Sudafrica e Mozambico) e Afriquespoir per le circoscrizioni dell’Africa francofona (ASCAF: RD Congo, Repubblica Centrafricana, Ciad e Togo/Ghana/Benin) – o con altri Istituti – Kontinente, in Germania. In Mozambico, la rivista Vida Nova – proprietà dell’arcidiocesi di Nampula – è stata rilevata dai Comboniani poco dopo la sua fondazione, il 1° gennaio 1960, ed è, a tutt’oggi, l’unica rivista cattolica stampata e distribuita a livello nazionale.

Attualmente le riviste comboniane sono 17: Africa (5), America (5), Asia (l), Europa (6). Ve ne sono altre 7 per giovani e adolescenti: America (3) ed Europa (4). Inoltre, anche se non è sempre indicato, le principali testate comboniane dell’Europa e dell’America hanno una loro casa editrice per la pubblicazione di libri destinati all’animazione missionaria e alla promozione vocazionale.

A questo proposito, vorremmo segnalare un esempio di animazione missionaria nella provincia di Spagna, dove c’è un confratello che si dedica a tempo pieno, coinvolgendo le comunità comboniane locali, alla distribuzione di libri e delle riviste Mundo Negro e Aguiluchos nelle parrocchie, alle fiere del libro e ad altri eventi pubblici a livello nazionale.

Ogni rivista invia sempre almeno una copia del numero alla Biblioteca della Curia Generalizia a Roma. L’eventuale abbonamento viene addebitato alla stessa Biblioteca, attraverso l’Economato Generale.

Nel mondo del Web, tre circoscrizioni non hanno ancora un loro sito. I siti di due province non sono al momento attivi, anche se siamo stati informati del fatto che stanno cercando di risolvere alcuni problemi tecnici. Quattro circoscrizioni non sono presenti sulle reti sociali. Venti circoscrizioni, oltre ad avere uno o più siti Web, per destinatari diversi, sono anche presenti sui social network, addirittura su una o più piattaforme, quali Facebook, Twitter (oggi X), YouTube e Instagram.

È inoltre importante rilevare che, oltre all’edizione cartacea, molte riviste offrono già abbonamenti in versione digitale (per esempio, Portogallo, Spagna, Italia...), inviando il PDF per mail agli abbonati, oppure consentendo loro di leggerlo/scaricarlo direttamente dal sito della rivista (o entrambe le possibilità).

Osservando la ricchezza di pubblicazioni cartacee, siti Web e presenza sulle reti sociali, si può concludere che i Missionari Comboniani fanno un buon uso dei mezzi di comunicazione, anche attraverso Internet, per farsi conoscere e dare visibilità all’attività missionaria nei paesi in cui operano.[4] Tuttavia, visitando alcuni dei nostri social network e siti Web, ci accorgiamo che le informazioni non sempre sono aggiornate con regolarità.

Una novità tra le nostre pubblicazioni è l’uso delle App per i cellulari (alcune solo per Android), scaricabili su Google Play o AppStore. Per adesso, da ciò che sappiamo, le hanno già create le circoscrizioni di Brasile, Colombia, Curia Generalizia, Germania (DSP) e Portogallo.

Un’esperienza su cui si potrebbe riflettere di più, e magari applicarla ad altre circostanze simili, è quella delle edizioni pubblicate e diffuse in comunione e collaborazione con varie circoscrizioni. Ci riferiamo, ad esempio, alle riviste Afriquespoir e New People, pubblicate in Africa, e Iglesia sin Fronteras e Aguiluchos, in America. La redazione di Afriquespoir ha sede a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), ma la rivista è sostenuta e distribuita nelle circoscrizioni delle Suore Missionarie Comboniane e dei Missionari Comboniani dell’ASCAF. Di Afriquespoir sono stampate 4.000 copie nell’RD Congo, 800 delle quali sono inviate in Centrafrica (RCA) e 2.500 in Togo, distribuite fra Togo, Ghana, Benin e Ciad. Lo stesso vale per il New People Media Centre e la rivista New People, che è pubblicata a Nairobi, in Kenya, ma è sostenuta e distribuita nelle circoscrizioni dell’APDESAM. La provincia del Sud Sudan prepara anche un inserto locale che è aggiunto alla rivista New People che è distribuita nella provincia. Le riviste Iglesia sin Fronteras e Aguiluchos della Delegazione di Colombia vengono inviate in PDF anche alla provincia dell’Ecuador.[5]

Da un lato, è vero che le pubblicazioni cartacee dei Missionari Comboniani sono molto apprezzate dalle Chiese locali dei paesi in cui vengono distribuite; lo dimostrano i frequenti premi ricevuti per la qualità e l’attualità dei loro contenuti informativi. Dall’altro, tuttavia, è anche vero che negli ultimi due decenni c’è una diminuzione continua e significativa del numero di abbonati, tanto che, se si continua così, alcune riviste dovranno seriamente interrogarsi sulla possibilità di proseguire o chiudere.

Coniugando i costi di produzione e le entrate degli abbonati alle nostre pubblicazioni, si osserva che la stragrande maggioranza delle riviste, di per sé, non è sostenibile. Tuttavia, sono proprio queste pubblicazioni a dare visibilità all’Istituto e alla sua attività missionaria nel mondo e, proprio per questo motivo, è attraverso di esse che cresce nei lettori un vero spirito ecclesiale e missionario e si crea anche un canale di condivisione economica per il nostro operato missionario. Inoltre, le circoscrizioni comboniane utilizzano ogni anno queste pubblicazioni per lanciare progetti missionari e campagne di raccolta di fondi, come, per fare solo qualche esempio, la “Campagna Passare i Mari”, le Borse di Studio e l’Opera del Redentore. Nel loro complesso, quindi, le nostre pubblicazioni sono necessarie non solo per l’evangelizzazione e l’animazione missionaria della Chiesa, ma anche per la sostenibilità stessa delle circoscrizioni che le pubblicano.

Per le pubblicazioni – non solo dell’Africa – che hanno maggiore difficoltà a sostenersi e quindi chiedono spesso aiuti economici – tra l’altro, anche al Fondo Riviste dell’economato generale a Roma –, siamo del parere che si potrebbe fare molto di più riguardo alla raccolta fondi, prima di rivolgersi fuori dal paese o dalla circoscrizione, incrementando la diffusione sul proprio territorio e cercando più benefattori localmente. Un problema riportato da alcune circoscrizioni, soprattutto dell’Africa e dell’America, è la difficoltà della distribuzione delle pubblicazioni per posta, aggravata ancora di più dalla crisi derivante dalla pandemia del Covid-19. Questa realtà – come nel caso di Ecuador e Perù – costringe gli editori a trovare nuove forme di diffusione come, ad esempio, la spedizione in formato digitale, via Internet.

Degna di menzione a livello d’Istituto è la Comboni Press[6], ufficio stampa della Curia Generalizia, a Roma, che ha avuto la sua origine da un’intuizione di padre Cirillo Tescaroli e che ha dato continuità all’Aimis (Agenzia informazioni missionarie) fondata sempre da lui nel 1964. La Comboni Press si è consolidata negli anni come un’agenzia di notizie missionarie, diffondendo soprattutto testi e foto. In tutti questi anni sono stati incaricati della Comboni Press i padri Cirillo Tescaroli (1969-1981), Ezio Sorio (1981-83), Gaetano Nazzareno Contran (1984-90), Giuseppe Bragotti (1990-94), Manuel Augusto Lopes Ferreira (1995), Giovambattista Antonini (1996-2007), Gian Paolo Pezzi Trebeschi (2008-2009), Jorge Oscar García Castillo (2009-2010) e Arlindo Ferreira Pinto (dal 2011 a oggi). Tuttavia, da una quindicina di anni, con lo sviluppo delle tecnologie delle comunicazioni e del mondo digitale, la Comboni Press è un punto di riferimento quasi esclusivamente per le testate comboniane[7].

Oggi non è più una novità affermare che i mezzi di comunicazione digitali – senza eliminare del tutto i mezzi cartacei – sono degli areopaghi più privilegiati per l’evangelizzazione e per l’animazione missionaria e vocazionale, in particolare tra le nuove generazioni. Quindi, bisogna dare ad essi tempo e spazio nelle nostre circoscrizioni, come li diamo ad altri ministeri ecclesiali e sociali.

Insomma, le pubblicazioni delle circoscrizioni e dell’Istituto, pur adattandosi alle situazioni che mutano con i tempi, sono chiamate a favorire la comunione nell’Istituto ad intra e ad extra, a rendere un servizio adeguato e sempre più qualificato all’evangelizzazione e all’animazione missionaria e vocazionale, alla formazione delle coscienze a livello religioso, sociale e ambientale, all’impegno per la proclamazione dei valori del Regno, all’incontro tra le Chiese e al dialogo interreligioso, al lavoro delle Commissioni Gpic (“Giustizia, pace e integrità del creato”), alla cooperazione tra i popoli, alla formazione all’interculturalità e al rispetto delle culture.

Della storia della Provincia d’Italia e dell’Istituto comboniano – ci sembra importante ricordarlo – hanno fatto parte almeno due impegni significativi nel settore della comunicazione. Primo, la casa editrice EMI, Editrice Missionaria Italiana, nata nel 1973 in collaborazione con gli istituti missionari presenti in Italia, tra cui Comboniani, Pime, Consolata e Saveriani. L’EMI è entrata in una crisi amministrativa profonda dal 2008 al 2016, anno in cui i Comboniani della Provincia italiana si sono ritirati dal progetto e l’EMI è passata a essere amministrata (fino a oggi) da laici professionisti. Secondo, l’agenzia di notizie online MISNA (Missionary International Service News Agency), nata nel dicembre del 1997 per iniziativa di alcuni istituti missionari italiani e chiusa il 1° gennaio 2016, a causa delle difficoltà economiche e di personale per continuare a gestire il servizio. Valutare il ruolo o le decisioni dei Comboniani in entrambi i casi – EMI e MISNA – non è nello scopo di questa presentazione.

2. Dal XIX Capitolo Generale ai Piani sessennali 2023-2028[8]

2.1     Che cosa dice il XIX Capitolo Generale?

La quarta priorità del XIX Capitolo Generale è “Ministerialità al servizio della riqualificazione”. A pagina 29 della Guida all’implementazione del XIX Capitolo Generale – Avere sogni e fare piani per realizzarli si afferma che «la riqualificazione passa anche per un rilancio della animazione missionaria, che, a sua volta, richiede riflessione e approfondimento in vista di una sua contestualizzazione in questa nuova epoca che stiamo vivendo e nei contesti specifici in cui operiamo».

Tuttavia, troviamo il fondamento per il nostro tema, e per le successive riflessioni, nella Linea guida 4 degli Atti Capitolari (nella sigla AC) 2022: «Valorizziamo l’animazione missionaria, il contatto personale e la comunicazione sociale e digitale, quali mezzi privilegiati per raggiungere la gente, nel nostro sforzo di far uso di nuove forme di annuncio della Parola di Dio» (AC ’22, 32).

È da questa stessa Linea guida che derivano tre impegni assunti dai capitolari che devono essere attuati nel corso del sessennio 2023-2028, come ci indica ancora la Guida all’implementazione del XIX Capitolo Generale a p. 30: «Alla fine del sessennio ci aspettiamo di vedere percorsi consolidati di riqualificazione del nostro servizio missionario, attraverso (…) una rinnovata animazione missionaria (…)».

Ecco i tre impegni assunti dai capitolari a proposito della Linea guida 4:

  • Accogliere la sfida della trasformazione digitale, che ci spinge a ricercare nuove strade per raggiungere la gente in modo sostenibile e a influenzare le comunità cristiane e l’opinione pubblica, collaborando con le reti esistenti e con i territori (AC ’22, 32.1).
  • Realizzare piani di comunicazione che ci aiutino a programmare il nostro lavoro in questo campo (AC ’22, 32.2).
  • Preparare gli animatori missionari per promuovere nuove modalità di animazione missionaria nei diversi contesti continentali (AC ’22, 32.3).

Inoltre, la Linea guida 5 (AC ’22, 33) rafforza: «Promuoviamo la collaborazione ministeriale come stile di missione, a partire dalla Famiglia Comboniana, dalle Chiese locali, dai movimenti ecclesiali e dalla società civile, secondo il carisma comboniano. I laici sono ovunque i nostri compagni nell’opera di evangelizzazione e di trasformazione della società. Come Comboni, che sognava un’opera “cattolica”, cerchiamo di mettere assieme tutte le forze ecclesiali e sociali per la Rigenerazione dell’Africa con l’Africa».

Di conseguenza, i capitolari hanno assunto, riguardo alla Linea guida 5, i seguenti impegni:

  • Promuovere la formazione ministeriale dei laici ed il loro inserimento nei vari servizi pastorali come compagni di missione e valorizzare le loro competenze e il loro servizio (AC ’22, 33.1).
  • Promuovere e partecipare ad esperienze di comunità apostoliche per rispondere alle nuove sfide dei territori (AC ’22, 33.2).
  • Apprezzare il dono della Famiglia comboniana come primo luogo per la collaborazione. In particolare, diamo seguito al cammino già avviato sui ministeri sociali della Fc e promuoviamo altre forme di collaborazione (AC ’22, 33.3).
  • Rafforzare il nostro coinvolgimento anche a livello continentale e/o di Circoscrizione nella collaborazione con gli organismi di cui siamo membri, come Africa Europe Faith and Justice Network (AEFJN) e VIVAT International, e organizzazioni ecclesiali come REPAM, REBAC, CLAR ecc. (AC ’22, 33.4).
  • Rimanere impegnati e significativi sul territorio, dove le nostre forze diminuiscono, attraverso collaborazioni e partenariati con altre forze, offrendo una testimonianza di vita profondamente evangelica a fianco di altri agenti pastorali (AC ’22, 33.5).

Ora che sappiamo cosa dicono gli AC, vediamo in che misura i Piani sessennali delle circoscrizioni hanno tenuto conto delle decisioni capitolari.

2.2     Cosa troviamo del XIX Capitolo Generale nei Piani Sessennali 2023-2028

Le attuali circoscrizioni comboniane sono 26. Se includiamo la Polonia e il Distretto della Curia, pur non essendo circoscrizioni in senso stretto, sono 28. Siccome il Distretto della Curia, di solito, non fa il Piano sessennale e altre due provincie – per motivi comprensibili[9] – non lo hanno ancora elaborato, prenderemo in considerazione un totale di 25 Piani[10].

Dagli impegni definiti nelle Linee guide 4 e 5 dal XIX Capitolo Generale, abbiamo scelto quattro indicatori riassuntivi, che sono diventati oggetto della nostra ricerca: Specializzazioni, Comunicazione, Piano di Comunicazione e Collaborazione.

Dopo aver letto e raccolto tutti i riferimenti a questi indicatori, in ciascuno dei 25 Piani sessennali, abbiamo deciso, come metodologia di lettura dei dati ottenuti, di valutarli seguendo tre livelli, per facilitarne e semplificarne il resoconto: le circoscrizioni che l’hanno pianificato; le circoscrizioni che l’hanno solo menzionato, senza fornire dettagli; le circoscrizioni che non l’hanno nemmeno menzionato, quindi non pianificato, nel loro Piano sessennale[11].

Prima di iniziare a riportare i risultati per ogni indicatore, vogliamo fare notare che solo una circoscrizione ha fatto riferimento, e in modo chiaro, a tutti e quattro gli indicatori.

2.2.1 Specializzazioni (AC ’22, 31.6 e 32.3)

Questo indicatore include tutti i riferimenti nei Piani sessennali alla specializzazione (formazione/preparazione) di missionari comboniani (e laici) nel settore della missione, in particolare dell’animazione missionaria e dei mezzi di comunicazione sociale – giornalismo, pubblicità e marketing, diffusione –, cartacea e digitale.

Delle 25 circoscrizioni, 14 hanno pianificato, 7 non hanno pianificato, 4 hanno appena espresso l’intenzione di preparare animatori missionari, a seconda dei contesti locali.

Guardando alla quantità dei mezzi di comunicazione che i Missionari Comboniani gestiscono, como si può vedere sulla Tabella 1, ci si aspetterebbe una maggiore consapevolezza della necessità di specializzare più confratelli, soprattutto nel settore dei media.

A nostro avviso, tenendo conto del fatto che siamo un Istituto missionario, ci aspetteremmo che, in un piano per i prossimi sei anni, ci fosse anche qualche riferimento specifico alla riqualificazione e all’aggiornamento formativo dei confratelli su altri temi legati alla missione cristiana – come, per fare un solo esempio, la Missiologia – in modo da poter offrire un servizio missionario e di evangelizzazione più qualificato all’Istituto e alle Chiese particolari nelle quali siamo presenti. Secondo gli Atti Capitolari, non c’è dubbio che abbiamo bisogno di aprirci allo studio sistematico e interdisciplinare in quelle discipline delle scienze umane e teologiche che contraddistinguono la nostra azione apostolica nel mondo.

2.2.2 Comunicazione (AC ’22, 32 e 32.1)

L’indicatore “Comunicazione” prende in considerazione tutti i riferimenti testuali che riguardano l’importanza e gli impegni presi dalle circoscrizioni nell’ambito delle sfide della trasformazione digitale (AC ’22, 32.1) e dei mezzi di comunicazione sociale in generale, per una efficace presenza missionaria e un servizio qualificato di animazione missionaria.

I dati ottenuti su questo indicatore ci mostrano che solo 3 circoscrizioni non hanno riportato niente, mentre altre 4 lo hanno solo menzionato, esprimendo l’intenzione di preparare personale, ma senza specificare il settore concreto, in particolare nella comunicazione. Tuttavia, la maggior parte (18, pari al 72% delle circoscrizioni) hanno pianificato. Questo significa che il settore della comunicazione è considerato un campo fondamentale nella programmazione della nostra animazione missionaria.

2.2.3 Piano di Comunicazione (AC ’22, 32.2)

«Realizzare piani di comunicazione che ci aiutino a programmare il nostro lavoro in questo campo» (AC ’22, 32.2) è uno degli impegni molto concreti auspicati dai capitolari. Dicendo ciò, intendevano sottolineare l’importanza di un “Piano di Comunicazione” per la circoscrizione, per il CAM (Centro di Animazione Missionaria) e per ognuna delle singole testate, pubblicate in ogni circoscrizione. L’esito della comunicazione dipende molto dalla sua pianificazione dettagliata in tutte le fasi. Inoltre, un Piano serve da guida lungo tutto il processo di comunicazione, favorisce la continuità, e – cosa di non minor rilievo – facilita, nel momento in cui si deve sostituire un confratello nelle nostre strutture CAM.

Ora, tenendo conto dei dati della Tabella 1 e quanto è già stato detto sull’importanza della comunicazione nell’evangelizzazione e nell’animazione missionaria, non si comprende come mai questo indicatore appaia solo nella programmazione sessennale di 2 circoscrizioni. Questo vuol dire che il 92% delle circoscrizioni ha ignorato questo impegno capitolare.

Due sono le ipotesi di lettura: o le circoscrizioni non l’hanno incluso nella loro programmazione perché l’hanno già fatto – e siamo a conoscenza che alcune delle nostre pubblicazioni hanno già un Piano di comunicazione –, anche se un Piano di comunicazione va rivisto periodicamente; o non lo hanno considerato importante o necessario.

Qui vorremmo ribadire che il successo della comunicazione dipende fondamentalmente dalla sua accurata programmazione e dalla sua frequente valutazione e revisione.

2.2.4 Collaborazione (AC ’22, 32.1; 33 e 33.3 – 33.5)

L’indicatore “Collaborazione” comprende il lavoro e la cooperazione reciproca nella programmazione e nello svolgimento delle attività missionarie – sul territorio della circoscrizione o del continente – con la Famiglia Comboniana (Suore, Secolari e Laici Missionari Comboniani), con gli altri istituti, con gli organismi di cui siamo membri – come Africa Europe Faith and Justice Network (AEFJN) e VIVAT International, e organizzazioni ecclesiali come REPAM, REBAC, CLAR ecc. –; con la Chiesa locale, con le altre forze ecclesiali e civili e con le circoscrizioni comboniane a livello continentale, soprattutto nel campo della missione, dell’animazione missionaria, della produzione editoriale e della diffusione dell’informazione tramite i mezzi di comunicazione.

Nonostante la chiarezza degli impegni capitolari e la nostra lunga tradizione comboniana nell’ambito della collaborazione, possiamo notare che 5 circoscrizioni hanno menzionato soltanto ora l’uno ora l’altro dei possibili collaboratori sopraelencati; altre 2 hanno completamente ignorato la questione.

Infine, ci conforta il fatto che il 72% delle circoscrizioni crede nella ricchezza della collaborazione ministeriale come stile di missione.

Considerazioni finali

Ricordiamo che l’obiettivo principale di questo nostro intervento è stato di aiutarci a riflettere per cercare insieme le risposte alle domande formulate all’inizio di questo testo. Siamo consapevoli che non tutto è stato detto e che dobbiamo continuare ad approfondire molte delle questioni sollevate, attraverso un sano confronto di idee e una condivisione di esperienze, che i Piani non sempre hanno nominato, per arrivare all’anno 2028, fine del sessennio, e vedere realizzato uno dei sogni del XIX Capitolo Generale: «Sogniamo uno stile missionario più inserito nella realtà dei popoli che accompagniamo verso il Regno, capace di rispondere al grido della Terra e degli impoveriti. Uno stile missionario che si caratterizza anche per stili di vita e strutture più semplici all’interno di comunità interculturali dove testimoniamo la fraternità, la comunione, l’amicizia sociale e il servizio alle Chiese locali attraverso pastorali specifiche, la collaborazione ministeriale e percorsi condivisi» (AC ’22, 28).

Per il nostro Istituto e per le Chiese locali, nelle quali lavoriamo, assumere questo stile di vita, a livello individuale e comunitario, è una urgenza, come afferma Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, riferendosi al primo compito della Chiesa: «L’attività missionaria rappresenta, ancor oggi, la massima sfida per la Chiesa e la causa missionaria deve essere la prima. (…) L’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa. (…) Non possiamo più rimanere tranquilli, in attesa passiva, dentro le nostre chiese… è necessario passare da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria» (EG 15). Il mondo sociale, economico e culturale, oggi e ovunque, ha più che mai bisogno di essere illuminato dalla Parola di Dio e dai valori evangelici.

Per concludere, auspichiamo che lungo questo sessennio si possa ancora aggiungere qualche miglioramento ai Piani Sessennali inviati a Roma per l’approvazione, come si propone nella Nota della Consulta del Consiglio Generale di gennaio 2024: «A tutte le circoscrizioni, in linea generale, sono state suggerite alcune azioni da intraprendere fin da subito e che non sono state chiaramente esplicitate nei piani…».

Proposte per la riflessione

In linea con quanto detto sopra, proponiamo una riflessione e condivisione, in gruppo, almeno su qualcuna di queste sei sfide:

  1. Come rispondere alla sfida della trasformazione digitale, che ci spinge a ricercare nuove strade per «l’animazione missionaria, il contatto personale e la comunicazione sociale e digitale, nel nostro sforzo di far uso di nuove forme di annuncio della Parola di Dio» (AC ’22, 32 e 32.1)?
  2. Come realizzare un Piano di Comunicazione adeguato a ogni testata (cartaceo e digitale) e circoscrizione – nello spirito e secondo le finalità della Regola di Vita n. 78 –, un documento guida indispensabile per chi lavora nelle redazioni e amministrazioni, tenendo in considerazione soprattutto la continuità nel momento del cambio di personale (AC ’22, 32.2)?
  3. Come programmare la specializzazione di personale comboniano per questo settore[12] (AC ’22, 31.6 e 32.3), «per promuovere nuove modalità di animazione missionaria nei diversi contesti continentali»?
  4. Sarà possibile e opportuno incominciare a pensare ad aprire redazioni continentali che servono diversi paesi/circoscrizioni, per risparmiare risorse economiche e umane, come è già il caso di Afriquespoir per l’Africa francofona?
  5. Come ipotizzare nuove modalità di raccolta fondi per assicurare la sostenibilità di ogni mezzo di comunicazione, in particolare delle pubblicazioni cartacee, che richiedono sempre nuovi miglioramenti, sia in termini di qualità e che di personale specializzato?
  6. Sarà possibile trovare qualche modalità alternativa di diffusione, soprattutto laddove non esiste un servizio postale realmente rapido ed efficace, e individuare, eventualmente, dei confratelli a tempo pieno per la diffusione delle riviste? Un’esperienza, questa, che ha già avuto successo anni fa in Portogallo e che adesso si sta facendo in Spagna.

Roma, 25 aprile 2024

P. Arlindo Pinto, mccj
Ufficio Comunicazioni della Direzione Generale
Segretariato Generale della Missione

 

[1] «La riqualificazione passa anche per un rilancio della animazione missionaria, che, a sua volta, richiede riflessione e approfondimento in vista di una sua contestualizzazione in questa nuova epoca che stiamo vivendo e nei contesti specifici in cui operiamo» (Guida all’implementazione del XIX Capitolo Generale, p. 29).

[2] Lo Statuto di questo nuovo Segretariato Generale della Missione è stato approvato dal Consiglio Generale il 15 marzo 2017 (ad experimentum) e il 10 ottobre 2020 (definitivamente).

[3] Dopo la presentazione della relazione dell’Ufficio Comunicazioni ai capitolari comboniani del XIX Capitolo Generale 2022, nel mese di giugno 2022 a Roma, uno dei capitolari ci ha chiesto: «Qual è lo stato di salute della comunicazione comboniana?». La risposta a questa domanda ha reso evidente che non avevamo dati sufficienti per fare una valutazione adeguata e consistente. Questa lacuna ha dato origine a ciò che presentiamo qui. Innanzitutto, abbiamo raccolto i dati di ogni circoscrizione comboniana relativi alla comunicazione (ai media) e li abbiamo trascritti nella Tabella 1, che alleghiamo a questo testo. In un secondo momento, abbiamo esaminato i dati ottenuti e li abbiamo resi noti ai superiori e ai referenti della comunicazione di ogni circoscrizione, per esserne certi e sentirci più sicuri in ciò che di seguito diciamo. Un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito, fornendo dati e suggerimenti.

[4] Questo significa che stiamo mettendo in pratica ciò che la Regola di Vita raccomanda: «Ogni comunità può divenire un centro di animazione missionaria in diversi modi: mantenendo contatti con i benefattori, facendo conoscere la vita e il lavoro dell’Istituto attraverso i mezzi di comunicazione sociale, in particolare con la diffusione della stampa, e con la presentazione dell’attività e della vocazione missionaria in incontri, celebrazioni liturgiche, gruppi di studio, giornate vocazionali e ritiri» (RV 75.1).

[5] Su questa stessa linea di collaborazione tra le circoscrizioni, è una buona notizia la recente proposta dei direttori delle pubblicazioni comboniane dell’Europa di aprire un Comboni European Media Centre (CEMEC), con sede a Dawson Place (Londra), con i seguenti scopi: offrire formazione pratica in giornalismo (in particolare per i confratelli); fare rete (networking), scambiando anche materiale fra i nostri mezzi di comunicazione; creare un archivio digitale di foto – con copyright esclusivo dei comboniani – accessibile a tutte le nostre pubblicazioni; e gestire un sito web europeo in inglese. La proposta è stata presentata ai superiori provinciali dell’Europa, che si sono radunati dall’8 al 13 aprile a Cracovia, in Polonia. Adesso si aspetta la loro risposta.

[6] Comboni Press (per la stampa, radio e televisione) è un organo di informazione sui Missionari Comboniani e sulle Chiese e popoli che essi servono. Quindi, diffonde l’attività d’informazione, iniziative ed eventi dell’Istituto facendo il collegamento con le istituzioni e gli organi di informazione (stampa, radio e televisione), anzitutto esterni ma anche interni, dell’Istituto. Tiene l’archivio fotografico a uso interno e dei media, in collaborazione con l’archivio generale, per le foto (e video) dei confratelli, delle comunità e degli eventi comboniani. Accompagna le attività e le iniziative dei media comboniani. Gestisce i rapporti con i media e il database dei contatti. Organizza conferenze stampa e diffonde comunicati stampa e newsletter degli eventi e progetti significativi comboniani. Il servizio di Comboni Press viene svolto nello spirito e nelle finalità della Regola di Vita n. 78 (Direttorio della Direzione Generale, 98.2).

[7] MCCJ Bulletin, dicembre 1994, n° 185, pp. 52-56; MCCJ Bulletin, gennaio 1995, n° 186, pp. 40; MCCJ Bulletin, ottobre 1996, n° 193, pp. 17-18; MCCJ Bulletin, ottobre 1999, n° 204, pp. 19-20; P. Antonini Giovambattista, “Comboni Press 1996-2000”, in MCCJ Bulletin, ottobre 2001, n° 212, pp. 33-37.

[8] Lo scopo di questa presentazione non è quello di dare un giudizio, ma semplicemente di fare una sinossi comparativa tra i testi degli Atti Capitolari (AC ’22, 31.6; 32 e 33) e i testi dei Piani sessennali 2023-2028 – le versioni inviate al Consiglio Generale per l’approvazione – di ciascuna delle 25 circoscrizioni comboniane, compresa la Polonia, anche se non è una circoscrizione. Come metodologia, abbiamo scelto quattro indicatori (Specializzazioni, Comunicazione, Piano di comunicazione e Collaborazione) e poi siamo andati a cercare nei Piani sessennali i dati che si riferiscono a questi indicatori. Dei dati ottenuti, abbiamo cercato di fare una breve lettura, con l’obiettivo di scoprire quanto le circoscrizioni abbiano tenuto conto o meno delle Linee guida capitolari.

[9] «Il Consiglio e i Segretari generali hanno visionato i piani sessennali delle circoscrizioni pervenuti a Roma, eccetto quello dell’Egitto/Sudan e quello del Congo che non sono stati ancora elaborati: per l’EGSD, ci sono problemi legati al conflitto interno al Sudan ed è difficile fare previsioni e/o programmazioni; per il Congo, l’elezione del provinciale si è conclusa il 15 gennaio e, di conseguenza, la provincia avrà bisogno di tempo per organizzare il lavoro di stesura del piano» (Nota della Consulta del Consiglio Generale di gennaio 2024).

[10] Le 25 circoscrizioni che hanno inviato al Consiglio Generale i loro Piani sessennali per approvazione sono (sigla e nome della circoscrizione): A Asia; BR Brasil; CO Colombia; DSP Deutschsprachige Provinz; E España; EC Ecuador; ER Eritrea; ET Ethiopia; I Italia; KE Kenya; LP London Province; M México; MO Moçambique; MZ Malawi-Zambia; NAP North American Province; P Portugal; PCA Provincia de Centro América; PE Peru; PO Polonia; RCA République Centrafricaine; RSA Republic of South Africa; SS South Sudan; TGB Togo-Ghana-Bénin; TCH Tchad; U Uganda.

[11] Vedi Tabella 2 e Tabella 3.

[12] Cfr. Regola di Vita: «L’Istituto dà ad alcuni suoi membri la possibilità di specializzarsi nei metodi e mezzi da utilizzare nella proclamazione del Vangelo» (RV 59.4).