Fr. Dario Laurencig, il missionario comboniano che trova l’acqua in luoghi deserti

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Sabato 11 maggio 2024
Gli editori di Anoche Tuve un Sueño [“Stanotte ho avuto un sogno”], una rivista spagnola, organizza una volta all’anno un evento per riconoscere persone o organizzazioni che promuovono una società globale più umana. Tra i vari premi c’è anche quello attribuito agli Optimistas comprometidos [“ottimisti impegnati”], che, quest’anno, è stato attribuito a Fratel Dario Laurencig, missionario comboniano italiano, originario di Cividale del Friuli (Udine), impegnato in Kenya da 44 anni.

Fratel Laurencig, 73 anni, con una specializzazione in meccanica-auto, è “speciale” in mille altre cose, tra le quali primeggia la sua abilità rabdomantica, che gli permette di individuare elementi naturale nel sottosuolo, in particolare l’acqua.

Questa sua capacità lo ha reso noto non solo nel nord del Kenya, in gran parte desertico e privo di corsi d’acqua, ma anche in altre parti del paese, e perfino al di là dei confini kenyani. Viene spesso chiamato a “cercare acqua” in Sud Sudan, Uganda e Tanzania. E se c’è, la trova di certo, e nel modo più semplice possibile: con un bastoncino di legno, solitamente a forma di “Y”, che rappresenta un amplificatore dei movimenti del suo corpo alle radiazioni emesse da ciò che sta cercando. Se sotto i suoi piedi c’è dell’acqua, il bastoncino comincia a roteare tra le due mani, e lui sa dire a quanti metri di profondità si trova il prezioso liquido e anche la quantità presente. Riesce ad avvertire la presenza di acqua anche a 120 o 150 metri di profondità.

Fratel Dario Laurencig con il suo bastoncino di legno, a forma di “Y”.

Ma fratel Dario non si limita solo a cercare e trovare acqua, da insuperabile rabdomante: la fa anche zampillare in superficie. Tra le molte cose che fa, infatti, c’è anche la perforazione di pozzi luoghi aridi e deserti. Ne ha scavati moltissimi, in particolare nelle scuole e missioni del nord del Kenya, tra le popolazioni nomadi o seminomadi: Pokot, Turkana, Borana, Rendille... Vescovi, missionari, organismi non governativi, governatori locali, e perfino ambasciate europee si sono serviti di lui per procurare acqua alle popolazioni nomadi dell’Africa Orientale. Ha creato attorno a sé una squadra di ottimi operai, che è sempre in movimento: tutti lo cercano, perché – guarda caso! – uno pozzo scavato da lui, sormontato una bella pompa a mano, costa molto di meno di un equivalente scavato da altre ditte.

La giuria (Optimistas comprometidos) di Anoche Tuve un Sueño ha riconosciuto in fratel Dario non solo il suo grande senso di solidarietà nei confronti di chi si trova nel bisogno, ma anche sua sorprendente capacità di affrontare le cose con allegro e battagliero ottimismo.

A fianco a Fr. Laurencig, nella foto, c’è il Padre Obwaya Justus Oseko, comboniano kenyano di Gucha, che fa da interprete dall’inglese allo spagnolo, nella serata della consegna del premio, lo scorso martedì 7 maggio. Padre Obwaya sta studiando giornalismo a Madrid, mentre collabora nella rivista comboniana Mundo Negro.

La rivista Anoche Tuve un Sueño scrive di sé stessa: «Anoche Tuve un Sueño è nata per essere uno spazio di speranza dove l’eroismo della ragione e l’ottimismo della volontà si uniscono per organizzare una società civile globale che chiede uguali diritti per tutti, ma non dimentica i suoi doveri. Ecco perché questa è una rivista per persone con sogni che vivono da sveglie».