Ricordando Mons. Antonio Menegazzo: “L’amore di Cristo ci spinge”

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Mercoledì 20 marzo 2024
Cinque anni fa, il 20 marzo 2019, ci lasciava Mons. Antonio Menegazzo, vescovo missionario comboniano. Cittadella, borgo medioevale, in provincia di Padova lo ricorda con affetto e tanta riconoscenza. In un luogo significativo di Cittadella, Villa Rina, venerdì’ 15 marzo 2024, con una buona presenza di cittadini e con relatori importanti, si svolge una serata pubblica, per fare memoria di mons. Antonio Menegazzo, a Cittadella da tutti chiamato, affettuosamente, padre Antonio.

Mons. Antonio Menegazzo, vescovo missionario comboniano.

La serata è introdotta da Giovanni Tonellotto. giornalista, che ripercorre i tratti salienti della vita, vocazione e missione di padre Antonio, inserendo la sua vicenda nella ricca storia missionaria di Cittadella, che conta tra i suoi concittadini, la beata Carola, missionaria cottolenghina in Kenya.

Mons. Luca Moretti, parroco di Cittadella, con un commovente racconto, testimonia degli ultimi istanti di vita di padre Antonio: loro due soli nel momento del passaggio supremo. Fissandolo negli occhi e sentendo la sua mano stretta da quella di padre Antonio, don Luca lo vede spirare serenamente e testimonia: ‘così muore un santo’.

P. Angelo Giorgetti, missionario comboniano, compagno di missione di padre Antonio in Sudan, traccia il periodo storico e l’ambiente di vita socio-politico e religioso del lungo periodo di presenza di padre Antonio in Sudan, prima come sacerdote nel Darfur, nel Kordofan e nella regione di Kosti, poi come vicario generale della diocesi di Khartoum e infine come amministratore apostolico di El Obeid. 53 anni missionario in Sudan, di cui 18 come vescovo. Tempi difficili quelli del Sudan segnato da due guerre nel periodo post-coloniale, con centinaia di migliaia di profughi dal Sud verso il Nord; dalla scelta della Repubblica Islamica con l’imposizione della sharia, la legge islamica, per tutti, che di fatto limitava molto l’attività pastorale della chiesa; tempo di diffusa insicurezza e povertà. In questa situazione appare tutta la saggezza, l’umiltà e l’essere vicino al suo popolo che contraddistingue padre Antonio. Agostino Cerri, fratello comboniano, racconta della missione vissuta insieme a padre Antonio. Ne emerge la figura di un pastore totalmente dedicato al suo gregge. Viaggiava molto in situazione di grande insicurezza, spesso spiato nei suoi movimenti dalla polizia segreta, per stare insieme alla gente, vivere le loro difficoltà, essere il conforto, la speranza dei più poveri e più deboli. Tutto questo vissuto in fedeltà al suo motto episcopale ‘L’amore di Cristo ci spinge’.

Proprio questo è il titolo del libro presentato dall’autore, Emiliano Menegazzo, nipote di padre Antonio: L’amore di Cristo ci spinge. Composto di quattro parti, il libro presenta la vita di padre Antonio nei suoi momenti essenziali di missione in Sudan e le sue lettere pastorali soprattutto riguardanti il necessario cammino di riconciliazione per risolvere i grandi conflitti militari e etnici; raccoglie le testimonianze dei confratelli comboniani di padre Antonio e una serie di sue omelie, anche nel periodo trascorso a Cittadella e infine le sincere e toccanti testimonianze dei suoi concittadini. Il sindaco di Cittadella, Luca Pierobon che ha ricordi personali di padre Antonio, lo indica come l’uomo saggio, semplice, che è stato protagonista della storia del popolo del Sudan e che con disarmante semplicità si è messo servizio dei suoi concittadini, disponibile a tutti, con grande umiltà. Conclude il sindaco: un uomo così grande non può essere dimenticato e il libro che racconta la sua vita e la sua opera, lo farà vivere nella memoria di Cittadella, ma sicuramente altre opere dovranno ricordarlo alle generazioni future e sarà impegno dell’amministrazione concretizzare questo ricordo.

Il professore Leopoldo Rebellato, parlando a nome di tante associazioni di volontariato e di impegno sociale, ricorda padre Antonio come un estimatore delle loro azioni di sostegno ai più sfavoriti e di sensibilizzazione della popolazione per una più grande disponibilità all’accoglienza di ogni persona nel territorio di Cittadella.

È presente alla serata sua eccellenza mons. Gian Luca Perici, originario di Cittadella, ora nunzio apostolico in Zambia. Ricorda alcuni elementi paralleli tra il suo percorso ecclesiastico e quello di padre Antonio nella doppia relazione con Cittadella e con l’Africa e presenta la visione e i criteri che padre Antonio scrive in una sua lettera pastorale e che ritiene essenziali per un vero cammino di riconciliazione che porti alla pace tra i fedeli e tutto il popolo della sua diocesi di El Obeid.

In conclusione p. Angelo Giorgetti presenta l’attuale triste situazione del Sudan che vive da quasi un anno, una brutta situazione di guerra tra due eserciti, quello regolare e una milizia. Non si può chiamare questa una guerra civile perché sono solo soldati che si combattono tra di loro e il popolo che negli scorsi anni aveva manifestato pacificamente, vede ora infrante tutte le speranze di costruire una società nella pace.  Il Sudan ha ancora bisogno di uomini e donne costruttori di pace, come padre Antonio.

Domenica 17 marzo 2024, la comunità di Cittadella si riunisce, in duomo, per celebrare padre Antonio Menegazzo, a cinque anni dalla morte. Preside la celebrazione eucaristica mons. Rino Perin, vescovo comboniano emerito di M’Baiki in Centrafrica. Concelebrano mons. Gian Luca Perici e alcuni sacerdoti diocesani tra cui il parroco di Cittadella don Luca Moretti e alcuni missionari comboniani di Padova, di Verona e di Castel d’Azzano. Numerosa la partecipazione dei fedeli. L’omelia è pronunciata da p. Luciano Perina, amico e compagno di missione di padre Antonio. P. Luciano, nella sua omelia, ripete spesso: monsignor Menegazzo si è donato completamente e ha fatto veramente causa comune con la sua gente, è stato come il chicco di grano che muore e porta frutto. Con vari esempi, ha presentato la difficile situazione del Sudan al tempo di padre Antonio, l’umiliazione subita dalle autorità politiche e amministrative, l’insicurezza e la povertà. Padre Antonio sapeva rispettare e incoraggiare le persone che incontrava e con cui collaborava.

Dalle testimonianze raccontate in questi due giorni a Cittadella emerge un padre Antonio Menegazzo grande per la sua semplicità, umiltà e impegno totale e per tutti, soprattutto venendo a conoscere la situazione particolarmente difficile in cui si è trovato a vivere e ad operare.  Nelle tragedie vissute dal popolo sudanese appare alta la figura di padre Antonio, un uomo, un vescovo umile che non si ferma difronte a nessuna situazione difficile e pericolosa e che l’affronta con fiducia e con il coraggio che solo lo Spirito di Dio può dare.  Sentendo le testimonianze di questi giorni veramente il moto episcopale di padre Antonio, l’amore di Cristo di spinge, non sono state solo vuote parole, scritte e dimenticate, ma il vero motore della sua vita e della sua opera missionaria, nella terra del Sudan, tanto cara a tutti i missionari comboniani, perché lì vive il popolo amato da san Daniele Comboni e che tanti confratelli e suore, hanno amato e per il quale hanno dato la vita. Tra loro p. Antonio Menegazzo!

p. Gaetano Montresor