Martedì 20 febbraio 2024
I Guji, il gruppo etnico tra cui ho trascorso vari anni di missione, è diviso in tre sottogruppi: Uraga, Mati e Hokkuu. È un gruppo etnico molto numeroso e ben organizzato, con molte tradizioni, regole e leggi tramandate oralmente da una generazione all’altra. All'interno del loro gruppo, ogni 8 anni si tiene un’assemblea generale per cambiare i 3 capi principali e gli 8 “consiglieri”, che hanno compiti amministrativi, giudiziari e morali/spirituali molto specifici.
Il processo per il passaggio di potere da un gruppo all’altro è complesso e dura un’intera settimana. Si tratta di confermare e convalidare i candidati che sono stati scelti e preparati per il nuovo compito, di proclamare ad alta voce le principali leggi in modo che tutti le conoscano e le ricordino... e poi impegnarsi ad applicarle, a discutere delle questioni che ritengono importanti per andare avanti come gruppo omogeneo, tenendo anche conto del fatto che il governo federale ha ormai riservato a sé stesso molte questioni legislative che un tempo erano di loro competenza, e che le giovani generazioni non hanno più una sufficiente conoscenza delle antiche tradizioni, dei costumi degli antenati e delle norme da essi tramandate.
Fin dal mio primo incontro con questo gruppo etnico, mi sono sentito attratto dalla loro cultura, e anche oggi il desiderio di conoscere ancora più a fondo le loro tradizioni, la loro religiosità e la loro spiritualità non è per nulla diminuito in me. La tesi scritta al termine dei miei studi universitari di specializzazione verteva proprio sulla loro spiritualità. Per un missionario come me è importante – anzi, necessario – avere una profonda conoscenza del concetto che essi hanno di Dio. La mia nuova presenza in questa regione ha lo scopo di continuare l’approfondimento della loro comprensione del divino. Voglio arricchirmi della loro spiritualità, che trovo molto profonda e che non è difficile cogliere nei molti loro detti e costumi.
Mi viene spontaneo pregare Dio che benedica tutti i capi tradizionali di questo gruppo etnico, perché hanno saputo, per centinaia di anni, governare i loro villaggi con grande saggezza e aiutare la loro gente a vivere una vita degna di questo nome.
P. Hernández Jaime Pedro Pablo, MCCJ