Sabato 28 gennaio 2023
L’Assemblea della missione della provincia italiana si è tenuta dal 23 al 26 gennaio a Verona. Dalla assemblea è venuta la richiesta di far girare nuovamente il documento sulla “Ministerialità nella riqualificazione della presenza comboniana in Italia”, preparato in questi due anni da tutti i segretariati della provincia. Pubblichiamo qui il testo sulla “Ministerialità” seguito da una brevi sintesi della fase dell’ascolto avvenuta dai lavori di gruppi durante l’Assemblea.
La ministerialità
nella riqualificazione della presenza missionaria in Italia
La proposta di assumere la ministerialità, come approccio missionario per la riqualificazione, è frutto di un processo sinodale avviato da oltre vent’anni, espresso negli incontri di formazione, di programmazioni, di assemblee provinciali e di settore (Missione – Economia – Animazione – Pastorale giovanile e formazione – CANAM – MEDIA e comunicazione), della riflessione del GERT (Gruppo Europeo di Riflessione Teologica e pastorale), e accolta negli orientamenti del XVIII Capitolo Generale (2015).
La destabilizzazione causata dalla pandemia ha messo ancor più a nudo la nostra fragilità in termini di forze come in termini di gestione e di sostenibilità, scuotendo l’immaginario missionario e spingendo con urgenza all’azione, per offrire risposte operative e continuare ad essere missionariamente significativi sul territorio.
Anche il contesto socio, politico culturale ed ecclesiale, in un certo modo contratto e preoccupato nel risolvere le sfide sanitarie, economiche, sociali e relazionali, riduce sempre di più gli spazi per una presenza missionaria nelle parrocchie, nei gruppi, nelle associazioni, nei movimenti ecclesiali e laici, come si è sempre fatto. Soprattutto si fa fatica a intercettare il mondo giovanile e si affievolisce la dimensione profetica per una rivoluzione culturale (Veritatis Gaudium n° 3) e la trasformazione del sistema ingiusto, che schiaccia ed esclude i poveri, anche nella nostra penisola.
La provincia italiana tuttavia non si è fermata e, proprio nella tempesta della pandemia, ha organizzato Il progetto “Cantiere Casa Comune”, che nei fatti, sta già prefigurando questa visione e il progetto missionario comboniano per il futuro; scegliendo la modalità missionaria ministeriale, attraverso il lavoro di rete tra noi come Famiglia Comboniana, interconnettendo i diversi settori, e insieme a tante realtà associative, della società civile, ecclesiali e del Terzo Settore, su temi specifici legati alla Casa Comune nell’ottica della trasformazione.
1. Trasformare la visione della missione
Nell’assumere la ministerialità come criterio in questo cambiamento d’epoca, la provincia italiana trova il fondamento e le motivazioni nella lettura dei segni dei tempi e dei luoghi, alla luce della Parola di Dio, del magistero della Chiesa e di Papa Francesco in particolare, per il taglio spiccatamente missionario, e degli orientamenti dell’Istituto.
Il Vangelo è fermento di trasformazione dentro la società in cui viviamo, per osare la costruzione del Regno di Dio che è il nostro obiettivo. Papa Francesco ci ricorda che: “Per essere evangelizzatori autentici occorre anche sviluppare il gusto spirituale di rimanere vicini alla vita della gente, fino al punto di scoprire che ciò diventa fonte di una gioia superiore. La missione è una passione per Gesù ma, al tempo stesso, è una passione per il suo popolo” (EG 268).
La Tradizione Viva e la Dottrina sociale della Chiesa, con i suoi pilastri della dignità di ogni persona umana, del bene comune, dell’opzione preferenziale per i poveri e della destinazione universale dei beni, sono il nostro faro.
Papa Francesco Nella Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, ci sprona a contestualizzare la missione nell’oggi, affermando: “La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità” (EG n. 33).
Il XVIII Capitolo Generale dell’Istituto afferma che: “Cresce la consapevolezza di un nuovo paradigma di missione che ci spinge a riflettere e a riorganizzare le attività su linee ministeriali” (AC 15, n°12). Questa visione prevede inevitabilmente la specializzazione verso pastorali specifiche: “Una via importante per riqualificare la nostra presenza missionaria è l’opzione per servizi pastorali specifici: dialogo interreligioso, GPIC, educazione, salute, mass media, animazione missionaria, pastorale urbana, pastorale tra i popoli indigeni, gli afro, i nomadi pastori, i migranti, i rifugiati e i giovani “(AC 15, n°45.3).
Su questa stessa linea la Provincia Italiana sostiene con forza il paradigma missionario della ministerialità, come è espresso nella programmazione provinciale del 2017-2022 al n° 58: “Le zone geografiche vengono mantenute, per facilitare l’incontro tra le comunità prossime. Ma si debbono studiare anche altre possibilità di incontro e scambio, principalmente di esperienze affini, così da far crescere nella provincia le dimensioni della ministerialità e dell’apporto specifico negli ambiti della missione”.
Il Consiglio Generale, insieme agli altri rami della Famiglia Comboniana, nell’anno 2020, dedicato alla ministerialità, raccogliendo i suggerimenti espressi dai numerosi partecipanti ai Fori Sociali mondiali (nel 2007, a Nairobi, fino all’ultimo a Salvador de Bahia nel 2018) e le sfide dei movimenti sociali, impegnati alla costruzione di un “altro mondo possibile”, ha promosso un processo sinodale di ricerca e di approfondimento con l’obiettivo di “Valutare in che modo le varie ministerialità hanno un impatto di trasformazione sociale sulla realtà e come la nostra presenza ministeriale risponda a una vera esigenza dei segni dei tempi”.
2. Il criterio della Ministerialità nel riassetto della Provincia italiana
La provincia italiana, assumendo il criterio della ministerialità, intende riprendere e riproporre la visione del Concilio Vaticano II sulla Chiesa, la quale, come indica il documento conciliare Lumen Gentium (LG) “desidera ardentemente annunciare il Vangelo di Cristo ad ogni creatura” (LG n.1), come pure il suo rapporto con il mondo, secondo gli orientamenti espressi nella Gaudium et Spes (GS) e nel decreto Ad Gentes (AG).
Vogliamo insistere sulla costruzione di una Chiesa fraterna, in uscita, per stare con gli ultimi, gli esclusi; una Chiesa discepola-missionaria che si metta al servizio dei bisognosi, una “Chiesa ministeriale” che riscopra ancora di più il significato autentico della ministerialità, che è quello del servizio. Questo non può significare “un ufficio”, assumendo un riferimento amministrativo e di potere. Il servizio è occasionale mentre il ministero è uno stile continuativo e riconosciuto. Il significato di ministero a cui ci si riferisce, infatti, è quello di “servizio”, come attività pubblica di un discepolo battezzato di Gesù Cristo che procede dal carisma dello Spirito e da una personalità individuale, a nome di una comunità cristiana per proclamare, servire e realizzare il Regno di Dio.
Se prima del Concilio Vaticano II prevaleva una prospettiva decisamente clericale, in cui i ministri veri e propri erano i preti e i vescovi, da cui dipendevano dei coadiutori, l’ecclesiologia del Concilio supera nettamente questa prospettiva e prevede che ogni battezzato sia chiamato a un servizio ministeriale, in quanto il soggetto è la Chiesa come “popolo di Dio”; partecipando al ministero di Cristo, ogni ministero e ogni ministro pertanto hanno la stessa dignità (LG 9-12).
Il ministero presuppone vicinanza e inserzione tra la gente, ascolto, condivisione e collaborazione. Al centro non c’è la struttura ecclesiastica, ma la gente con le sue “gioie e speranze, tristezze e angosce” (GS 1), con i suoi bisogni e aspirazioni umane, spirituali e sociali. Il ministero richiede pertanto una “chiesa in uscita”, come desidera papa Francesco, capace di raggiungere le periferie esistenziali del nostro tempo.
La provincia italiana parte dall’essere missione, in vista di un cambio di paradigma missionario, per l’annuncio del Vangelo che mette al centro il Regno di Dio e i temi su cui lavorare per poterlo realizzare: l’impegno tra e con i migranti, il dialogo interreligioso, l’economia solidale, l’ecologia integrale, la promozione della giustizia e della pace per una cultura che include e riconcilia, l’impegno con i giovani e nella comunicazione, la promozione della vita fraterna attraverso la cura delle persone, la comunione dei beni e la spiritualità del Buon Pastore e del suo cuore trafitto.
3. Passi concreti da fare per il cambiamento
4. Ministerialità specifiche
La Provincia Italiana si organizza su queste priorità ministeriali:
a) La Spiritualità missionaria
La spiritualità per sostenere e alimentare le motivazioni del ministero, alla scuola del Buon Pastore dal Cuore trafitto, per rivivere la forza del carisma comboniano, promuovendo la Misericordia nelle relazioni comunitarie e nell’incontro con l’altro, il coinvolgimento dei poveri, considerati come scarto da un sistema che sfrutta, saccheggia i beni comuni e esclude miliardi di persone.
b) La reciproca cura fraterna delle persone
La cura reciproca degli uni verso gli altri, si esplicita nel ministero dell’accoglienza, dell’accompagnamento, della cura e della presa in carico della loro fragilità in tutte le sue sfaccettature; servizio svolto a livello organizzativo principalmente attraverso la Commissione Anziani e Ammalati (CANAM). La riqualificazione più corrispondente alle forze reali di cui disponiamo, attraverso il segretariato della formazione.
c) La comunione dei beni
Ci collochiamo nella linea del Fondo Comune Totale e dei canoni dell’economia di comunione, promossi da Papa Francesco nella prospettiva della “The economy of Franciscus”, come alternativa all’economia di mercato e predatoria dei beni comuni. La Provincia promuove nelle comunità la sobrietà, il riciclaggio e la lotta allo spreco, la riconversione del patrimonio immobiliare non utilizzato in progetti di economia solidale per migranti, giovani e disoccupati, la solidarietà interna alla provincia e alla cooperazione con altre circoscrizioni con iniziative che favoriscono la promozione integrale delle persone e il cambiamento del sistema; attraverso il segretariato dell’economia.
d) Il ministero dell’intercessione
Come ci insegna Papa Francesco: “L’intercessione è come “lievito” nel seno della Trinità. È un addentrarci nel Padre e scoprire nuove dimensioni che illuminano le situazioni concrete e le cambiano. Possiamo dire che il cuore di Dio si commuove per l’intercessione, ma in realtà Egli sempre ci anticipa, e quello che possiamo fare con la nostra intercessione è che la sua potenza, il suo amore e la sua lealtà si manifestino con maggiore chiarezza nel popolo” (EG n. 283). Questo ministero vale per tutti i missionari, ma soprattutto per coloro che sperimentano la sofferenza della malattia e raggiungono l’età avanzata.
e) La missione in Italia, in questi ambiti ministeriali, attraverso il segretariato della missione e le commissioni collegate:
5. Modalità di realizzazione
Mentre per la cura delle persone nella fragilità della malattia e dell’età avanzata, la provincia ha già dei centri, adeguatamente organizzati nelle loro finalità di accompagnamento; per gli altri ambiti ministeriali della missione e della spiritualità in Italia, la provincia ritiene importante coinvolgere tutti i confratelli nel progetto unitario di riqualificazione ministeriale, attraverso la creazione e il sostegno di comunità che assumano uno o più aspetti tra i cinque ministeri specifici: migranti, GPIC, Giovani, Comunicazione-Media, spiritualità.
Prendendo in considerazione la nostra storia, la nostra presenza territoriale e la diminuzione del personale, la provincia intende creare quattro comunità di riferimento, che assumano un ambito specifico, formate da almeno tre confratelli, con la caratteristica di tenere vivo l’impegno, pronte ad una grande mobilità itinerante per l’evangelizzazione, l’animazione e l’irradiazione missionaria specializzata sul territorio. Si tratta di fraternità aperte e interculturali, con la presenza di confratelli di altre province, e progressivamente disposte alla convivenza con laici, migranti, persone nel bisogno, con altri religiosi/e, giovani, associazioni, etc. per farne dei centri vivi, aperti, accoglienti e missionari ed essere punto di riferimento nazionale. Queste comunità lavorano in stretta interconnessione tra loro a livello di temi e di equipe, nell’ottica della missione globale e ricercano la sostenibilità economica e uno stile di vita semplice e sobrio.
Il piano di riqualificazione riceverà forza e consistenza attraverso il confronto del Consiglio Provinciale con i segretariati provinciali e con i coordinatori delle commissioni e delle comunità di riferimento con la programmazione di almeno due incontri annuali e con la creazione di un tavolo permanente per il discernimento, la consultazione, la programmazione e la promozione delle iniziative e delle proposte operative e la valutazione del piano in una modalità sinodale.
Missionari Comboniani – Provincia Italiana
Assemblea della Missione
23-26 gennaio 2023
ELEMENTI PER UNA RIQUALIFICAZIONE MINISTERIALE
Sintesi dell’ascolto
1. SPIRITUALITÀ
= Mettere la missione al centro – siamo in missione qui – Identificarsi con il carisma comboniano
= Mettersi in ascolto dello Spirito che agisce nel cuore della gente => attenzione a culture, religioni, desideri e speranze
= Conversione all’Ecologia Integrale come asse fondamentale della missione => kairos, ci fa incontrare i giovani, è profezia
2. ESSERE COMUNITÀ MISSIONARIE
= Essere in comunione, presenza fraterna, capace di accogliere le fragilità
= Luoghi di dialogo, confronto, condivisione
= Comunità aperte, ospitali, accoglienti, capaci di fare causa comune… che entrano nel cuore della gente: presenza, vicinanza, esserci…
= Comunità propositive e viabili (personale)
= Comunità che leggono assieme e condividono la Parola
= Fanno discernimento comunitario
= Si lavora come comunità (anziché individualmente, per conto proprio)
= Valorizzano i laici, collaborano con loro
3. INSERIMENTO
Qui si distinguono due livelli:
a) Locale
= Dialogo con la chiesa locale per discernere assieme il servizio da offrire, secondo il carisma
= Rapporto con il territorio: relazioni che aprono a opportunità ministeriali
= Riorganizzare le strutture: agili, semplici, sostenibili
= Mettersi in rete / articolarsi con altre congregazioni missionarie
b) Provinciale
= Ridisegnare le presenze sul territorio (trovare priorità e ridurre)
= Potenziare 3 centri per sviluppare percorsi, competenze, modelli ministeriali… per aiutare anche le altre comunità
4. SVILUPPO DI MODELLI MINISTERIALI
Es. Migranti: diverse contestualizzazioni, ma caratteri comboniani comuni
= essere comunità, presenza di fraternità
= lavoro in rete con istituzioni, territorio, chiesa locale
= animazione della chiesa locale sui migranti
= curare le relazioni e l’integrazione ecclesiale (Vs “ghetto”) => comunità cristiane interculturali in cui si cresce assieme umanamente e nella fede
NB: servono ricerca e riflessioni sistematiche… il Segretariato Generale della Missione (SGM) può aiutare
5. FORMAZIONE PERMANENTE
= Ascolto e lettura del contesto locale… che cambia
= Capacità di analisi della realtà (locale ed ecclesiale)
= Riflessione teologico-pastorale sulla realtà
= Proporre una nuova narrazione della missione
= Approfondimento tematiche GPIC ed Ecologia Integrale
6. PERCORSI PROVINCIALI
= Uscire verso i giovani (scuole, nuove generazioni, studenti universitari) apprendendo e proponendo nuovi linguaggi (arti, musica, teatro, cinema ecc.)
= Coordinare le attività culturali (scuole, seconde generazioni, conferenze ecc.)
= Adesione alla Piattaforma di iniziative Laudato si’
= Profezia: denuncia e proposta
= Rilanciare la riflessione sulla ministerialità per il riassetto della Provincia e tradurla in linee guida concrete per la Provincia
= Sostenibilità economica
ATTENZIONE
Questa fase di ascolto fornisce indicazioni che vanno valutate dal Segretariato della missione e dalle varie commissioni di ambito
Le proposte che verranno approvate nel processo decisionale provinciale necessitano poi di processi che le attivino, le accompagnino e le verifichino.
Un processo deve avere chiaro:
= da dove si parte
= dove si vuole arrivare
= quali sono le tappe del percorso
= le modalità di partecipazione
= le responsabilità di animazione e accompagnamento
= la metodologia, i mezzi e le competenze necessarie