Venerdì 23 dicembre 2022
Nella celebrazione del Natale, troviamo tre verbi che sono paradigmi della missione cristiana: “vedere, ascoltare e annunciare”. Il mondo non rimarrà estraneo a Dio se, invece di vivere il Natale come persone che consumano le celebrazioni, lo vivremo con lo stesso senso della Sua incarnazione: pieni di gioia, con unità, perdono e armonia. Ispirati da Dio che ci ha dato il meglio di sé, diamo il meglio di noi stessi.
Nei racconti evangelici della nascita di Gesù, un verbo che ricorre ripetutamente è “vedere”. Maria vede l’angelo Gabriele, inviato da Dio, con un messaggio per lei. San Giuseppe vede il Signore, che gli appare in sogno e lo illumina su ciò che accade a Maria. I Magi, provenienti dall’Oriente, vedono la stella che annuncia la nascita del Salvatore e, giunti alla grotta dove si trovava, “vedono il bambino con Maria sua madre” (Matteo 2). I pastori vedono l’Angelo del Signore, si precipitano alla grotta e, dopo aver visto il Bambino, iniziano a diffondere ciò che era stato detto loro su di lui.
Tutti questi personaggi vedono, nel senso di osservare con attenzione. Non è un vedere distratto, ma un vedere per capire il significato di ciò che si vede e le implicazioni che ha nella propria vita. Si tratta soprattutto di vedere una persona che è una buona notizia, prima di tutto per ciascuno di loro e poi per il mondo intero, perché è Dio con noi. Oggi, in un mondo estraneo alla presenza di Dio, di cui il Natale moderno e commerciale è espressione, è importante saper vedere i segni della sua presenza per poter dire al mondo dove trovarLo.
Il secondo verbo è “ascoltare”. Maria, Giuseppe, i Magi, i pastori ascoltano ciò che il Signore dice loro. Va sottolineato che è Dio a prendere l’iniziativa nella comunicazione. Nasce così la missione degli ascoltatori come discepoli e testimoni di Gesù Cristo: la Parola di Dio, comunicata dagli angeli, diventa il messaggio che essi annunceranno con gioia.
In un Natale caratterizzato da molti rumori – acustici e visivi –, è importante ascoltare l’essenziale del messaggio di Dio: nel più grande evento della storia dell'umanità, nella manifestazione dell'amore di Dio che è venuto a stare con noi, che si è fatto presente per noi, impariamo a essere presenti con parole e gesti d’amore.
E infine il terzo verbo è “proclamare”. Tutti coloro che entrano nella grotta di Betlemme ne escono come “testimoni di ciò che hanno visto e udito” e annunciano la salvezza offerta da Dio in Gesù Cristo.
Il mondo non rimarrà estraneo a Dio se, invece di vivere il Natale come persone che consumano le celebrazioni, lo vivremo con lo stesso senso della Sua incarnazione: pieni di gioia, con unità, perdono e armonia. Ispirati da Dio che ci ha dato il meglio di sé, diamo il meglio di noi stessi.
Felice Natale 2022