Martedì 10 maggio 2022
Si è svolto nella parrocchia San Michele Arcangelo di Bodo, diocesi di Doba, dal 20 al 24 aprile, l’incontro di formazione sui temi di Giustizia Pace e Integrità del Creato (GPIC) rivolto agli animatori di GPIC delle nostre parrocchie in Ciad. È l’annuale appuntamento di formazione che la Delegazione offre agli agenti pastorali con i quali condividiamo la missione evangelizzatrice nelle diverse zone del paese in cui siamo presenti.
L’obiettivo è favorire una presa di coscienza sulla GPIC a partire da una riflessione sul tema «Le tecniche per risolvere i conflitti sociali» e dalla messa in comune delle esperienze, che ci permetta di comprendere e offrire soluzioni ai conflitti sociali a partire dalla Dottrina Sociale della Chiesa e dalla visione di GPIC.
Vediamo un po’ più da vicino il contesto geografico e socio-ecclesiale di Bodo, dove si è tenuta questa sessione di formazione, e chi vi ha partecipato. Bodo è nella diocesi di Doba, provincia del Logone Orientale, a 500 km a sud di N’djamena. Bodo e il circondario sono stati e sono tuttora evangelizzati dai Comboniani, la cui comunità, tre sacerdoti e un fratello, porta avanti il lavoro di evangelizzazione nelle varie comunità cristiane sparse sul territorio. Inoltre, c’è una comunità di Suore Alcantarine, incaricate del dispensario e di una scuola elementare.
Bodo è una piccola cittadina – niente di più che un grande villaggio – situata in una zona agricola molto fertile. In passato, la coltura del cotone era un’attività economica importante; oggigiorno il commercio, un’agricoltura centrata su alcuni prodotti come l’arachide e il sesamo, la presenza di funzionari statali (insegnanti, medici, poliziotti) garantiscono una certa sicurezza economica ai suoi abitanti. La cittadina dista da Doba, il capoluogo della provincia e sede episcopale, circa 50 km. La pista in terra battuta, durante la stagione delle piogge, si trasforma in un pantano pressoché impraticabile. C’è da segnalare una cosa interessante: il luogo dove si trova la missione è in piena foresta ma, da tempo, è proibito abbattere gli alberi, grazie a un accordo tra i missionari e la gente dei villaggi che vi ha libero accesso per far pascolare le greggi. Di conseguenza, una bella foresta tropicale garantisce un clima buono e le zone di pascolo sono facilmente accessibili.
Per la formazione alla GPIC, il confratello incaricato, padre Kasereka Amini Wasingya, ha preparato una presentazione in PowerPoint dal titolo «Tecniche per la soluzione dei conflitti sociali». Una delle cause più comuni dei conflitti tra agricoltori e pastori è l'accesso ai pascoli: le mandrie (mucche, capre e anche cammelli) durante questo periodo lasciano le zone del nord e del nord-est, abitualmente terreno di pascolo, per migrare al sud. Spesso queste migrazioni di animali e uomini causano gravi danni ambientali, sociali ed economici, perché manca il rispetto delle leggi che in teoria dovrebbero regolamentare tali migrazioni. In Ciad non esiste un codice della terra, il che genera enormi problemi politici ed economici. Il pastore/mandriano e le sue bestie fanno il bello e il cattivo tempo, distruggendo i campi e causando forti tensioni che sfociano in atti di violenza gratuiti e speso impuniti.
Proprio tenendo conto di questo, la proposta formativa rivolta ai gruppi parrocchiali di GPIC, acquista – crediamo – tutta la sua rilevanza. Infatti, nel corso delle sessioni teoriche, in cui sono stati trattati i vari aspetti della GPIC e della sua applicazione in situazioni concrete, c’è stata una risposta positiva da parte dei partecipanti. Essi sono stati sollecitati non solo a riflettere partendo dalla propria esperienza personale ma anche ad immaginare, confrontandosi – nei lavori di gruppo – con i loro colleghi provenienti da diverse parti del Ciad, proposte valide, percorsi risolutivi dei conflitti coinvolgendo la comunità locale, in un processo educativo dinamico e attento non solo alla realtà locale, ma al contesto nazionale. È interessante ricordare che quasi tutti i partecipanti hanno una grande esperienza sul campo, essendo coinvolti in prima persona in tutto questo. Non è un caso che a questa sessione di formazione abbia partecipato un laico, un avvocato, di recente nominato dal vescovo di Doba coordinatore della Commissione GPIC della diocesi. L’interazione durante il lavoro di gruppo, le pause pranzo, il chiacchierare insieme, tutto ha contribuito a creare tra noi un clima fraterno, incoraggiandoci vicendevolmente ad un impegno reale per GPIC, al fine di contribuire a disinnescare i conflitti che causano tanta violenza, odio e incomprensione. La celebrazione dell’Eucarestia la domenica, insieme ai fedeli della parrocchia, ha segnato la conclusione di questo momento di formazione.
Ci siamo dati appuntamento all’anno prossimo, forse ancora in una delle nostre parrocchie del sud. I giorni trascorsi insieme nella preghiera, nella riflessione e nella fraternità, ci hanno ricaricato le forze. Nonostante la fatica del viaggio – da Abéché, padre Amini Wasingya, io e i due laici delegati GPIC della parrocchia, abbiamo attraversato letteralmente tutto il Ciad, da nord a sud – abbiamo rinnovato l’impegno nell’ambito della GPIC per il bene dei nostri fratelli e sorelle con cui viviamo.
Fratel Enrico Gonzales, mccj
Abéché, maggio 2022