P. Francesco Laudani: “Natale, accogliamo questo Bambino che si mette nelle nostre mani”

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Giovedì 16 dicembre 2021
“Vi auguro a tutti una buona preparazione a “NATALE” (da non cancellare nella nostra vita!): accogliamo questo BAMBINO che si mette nelle nostre mani, disponibile a farsi fare quanto abbiamo nel cuore. Lo faremo sorridere un po'?! Accoglieremo la fiducia che ha in noi? Non sogniamo un Bambino di cartapesta: sappiamo scoprirlo negli occhi di chi ci guarda con amore, con ansia, con tristezza forse… e andiamogli incontro... per abbracciarlo, ‘per portarlo guancia a guancia’, come ci dice Osea 11,4 in segno di affetto. Egli ci darà la pace del cuore”. (Padre Francesco Laudani, MCCJ)

Natale 2021

P. Francesco Laudani, nella Rd Congo.

Carissimi Amici e benefattori
Un caro saluto da KINSHASA, la capitale della Rd Congo. La nostra abitazione è in un posto “privilegiato”: una collina, per cui non c’è tutta l’afa della città in basso, anche se le zanzare trovano in noi il loro normale nutrimento! È una zona piena di Istituti religiosi, come diocesi è Kisantu, ma in pratica tutto viene dall’animazione della città. Il territorio è tutto “SABBIA”: dunque immaginate le nostre strade infossate di oltre 1,50m, mangiate dall’erosione… le difficoltà di viaggiare … Per scendere poi in città bisogna programmare almeno due ore andata e due ore e più per ritorno, a causa degl’ingorghi delle vetture – in effetti non ci sono altre strade – e queste intasate da grandi camions di 12m che occupano il passaggio. Ma il peggio è vedere come deve sbrigarsela la gente: fermare l’erosione, perché la casa non crolli – sacchi di cemento riempiti di sabbia, diventano gradini per salire nelle case o muri per bloccare lo smantellamento del suolo. Talune case sono: quattro pareti di lamiere + tetto in lamiera – così moltissime piccole botteghe delle mamme che devono sbrigarsela per vivere. E quanti chiudono bottega! Una mamma che aveva quattro assi per esporre le sue merci, ha durato qualche mese, poi non l’ho vista più vendere; incontrandola, andando a celebrare messa in parrocchia (15 minuti a piedi, con una bella salita!) le chiedo come mai non espone più: i soldi son finiti! Tanti vivono con queste piccole iniziative: fare frittelle per i ragazzi che passano andando a scuola etc. Non ci sono salari dignitosi… i maestri han fatto un mese di sciopero…; all’Est del Paese: nel KIVU c’è lo stato di guerra, senza prospettive di soluzione: corruzione, complicità, massacri quasi ogni giorno, l’insicurezza più assoluta.

Difficile dare speranza alla gente in questo Congo, sfruttato dalle stesse autorità statali. L’unica fortuna è che non abbiamo avuto gran che di presenza del COVID: c’è ma non così diffuso, mi sono appena vaccinato, perché sono mancati per mesi i vaccini. Le notizie che ci vengono da voi ci fanno pena: la cosa invece di finire si aggrava… e specialmente ci fa male vedere la perdita di valori: estremismi di ogni tipo; abbiamo avuto Hitler … ma tanti ritornano indietro nella storia. È caduta l’antica “cortina di ferro” ma adesso tutti cingono con muri o filo spinato le loro frontiere. È proprio vero quello che dice Papa Francesco: l’EU ha perso/sta perdendo la sua “civiltà” umana e cristiana.

Non lavoro più tra i Pigmei: è questa la ferita profonda nel mio cuore. Ma ho appena ricevuto un rapporto da Mungbere dal padre che mi ha rimpiazzato: al Collegio Bakanja ci sono quest’anno 152 alunni interni – e 401 alunni nelle pre-scolari in foresta su 13 classi. Il servizio negli accampamenti (diventati adesso 32, con l’aggiunta dei gruppi ripresi sulla strada di Gombari) continua, così pure la formazione delle donne pigmee (con l’aiuto dell’ospedale per questo servizio): senza la formazione delle mamme e il servizio medico in foresta, i bambini morirebbero prima dei 5 anni per il 40%. Il problema che si pone adesso é: come alloggiare tanti bambini? Abbiamo costruito il Collegio (che compie 26 anni) con l’aiuto di una famiglia di Monreale, che continua a sostenerci per il suo funzionamento. Ma occorre rinnovare i locali e aggiungere altre sale come dormitori o refettorio … dove trovare gli aiuti necessari?  Anche qui a Kinshasa noi abbiamo una macchina che dura da 40 anni (!): quasi sempre in sosta nel garage, perché quando fai un viaggio, subito dopo devi chiamare il meccanico… infatti se per strada ti ferma la polizia, le multe sono salatissime (specie se vedono un “mundele” = un bianco: lui i soldi li ha!).  Non ho ancora avuto possibilità di vedere altri possibili impegni apostolici per gli ultimi: C’è la ferrovia che da KIN va a Matadi, sull’oceano: in città dei muri a volte diroccati la limitano ai lati, ma appoggiati ai muri una “massa di poveri” in case di cartone o di pezzi di lamiera vi abitano-vivono nella confusione più impensabile: chi si occupa di loro? Per ora non posso, ma vorrei poter avvicinare questa gente all’abbandono… Spero di poter programmare qualcosa a riguardo prima della mia partenza per le vacanze in maggio prossimo.

Termino queste mie notizie, augurandovi a tutti una buona preparazione a “NATALE” (da non cancellare nella nostra vita!): accogliamo questo BAMBINO che si mette nelle nostre mani, disponibile a farsi fare quanto abbiamo nel cuore. Lo faremo sorridere un po'?! Accoglieremo la fiducia che ha in noi? Non sogniamo un Bambino di cartapesta: sappiamo scoprirlo negli occhi di chi ci guarda con amore, con ansia, con tristezza forse… e andiamogli incontro... per abbracciarlo, ‘per portarlo guancia a guancia’, come ci dice Osea 11,4 in segno di affetto. Egli ci darà la pace del cuore.
AUGURI.
P. Francesco Laudani, Comboniano