Mercoledì 13 febbraio 2019
La VI Assemblea Internazionale dei
Laici Missionari Comboniani (LMC), tenutasi a Roma dall'11 al 17 dicembre 2018, è stata una settimana di intenso lavoro, in gruppi e sessioni plenarie, in varie lingue, per raggiungere decisioni consensuali. [In allegato, pubblichiamo il testo delle proposte in italiano, inglese, portoghese, francese, spagnolo e polacco].

È stata una settimana di incontri personali che ci ha aiutato a essere presenti nella vita degli altri e a capire meglio come ognuno vive la vocazione di LMC in paesi e culture diverse. Ci siamo rallegrati dei successi ottenuti, ci siamo preoccupati per le difficoltà, ci siamo incoraggiati a continuare a prenderci cura delle ferite e a seguire coloro che hanno bisogno di aiuto. Tutti e tutte siamo partiti dallo stesso spirito di famiglia LMC che vuole essere solidale nel compimento della missione che il Signore ci ha affidato come movimento internazionale di LMC.

È stato anche un momento privilegiato di preghiera e di celebrazioni comunitarie. Abbiamo condiviso la nostra fede e la nostra comune vocazione LMC, consapevoli che ognuno e ognuna è stato chiamato da Gesù a percorrere le vie dell'umanità, ad incontrare personalmente i più deboli ed esclusi.

Durante questa settimana, Maria era molto presente. Nella cripta dove ci siamo riuniti per pregare, eravamo accompagnati da un'immagine della Vergine di Guadalupe. Questa immagine ci mostra come Maria diventa vicina e intercede per gli ultimi, per le popolazioni indigene dell'America, e rende possibile l'inculturazione della fede. Maria Maestra per mostrarci la strada. Maria che porta Gesù nel suo grembo, in questo tempo di Avvento, un tempo di speranza. Maria, con i suoi diversi titoli, era presente all'Assemblea come madre che vuole accompagnarci.

Nella stessa cripta, ai piedi dell'altare, c'era anche un'immagine di Comboni, per ricordarci le origini della nostra vocazione. Una vocazione che cerca di essere "cattolica" (universale), perché solo uniti saremo in grado di rigenerare questo mondo.

Sempre ai piedi dell'altare, un globo rappresentava tutte le realtà che dobbiamo servire: a cominciare dalla stessa Madre Terra, maltrattata da un sistema di sfruttamento eccessivo, e dai suoi figli e figlie che soffrono ogni sorta di disuguaglianza e che sono ingiustamente discriminati nell'accesso alla ricchezza e alle meraviglie che Dio ha creato per tutti, in modo che tutti potessimo avere una vita piena.

Nello stesso contesto, abbiamo avuto la rappresentazione di un sentiero, che ci ha ricordato il percorso fatto negli ultimi sei anni nelle diverse parti del mondo. Molte delle realtà odierne della nostra umanità sono state presentate. Sono stati ricordati i luoghi in cui è presente ciascun LMC. Abbiamo espresso il desiderio di continuare ad essere una Chiesa in uscita, una Chiesa “scomodata” che parte con umiltà per accompagnare la vita degli impoveriti, che riconosce la diversità come una ricchezza, che ha bisogno di imparare dagli altri per scoprire il volto di Dio, il più ampio possibile, soprattutto quello già scoperto da ciascuna delle culture tra le quali ci troviamo ad operare.

Vogliamo essere una comunità di comunità che vuole essere presente ovunque ci chiami il Signore. Una comunità che vuole guardarsi intorno senza lasciarsi conformare; che vuole essere vicina alle realtà di frontiera, là dove nessuno vuole andare, per diventare popolo con il popolo. Una comunità con LMC disponibili a lasciare il proprio paese o ad accompagnare nella propria terra le situazioni di missione. Questo perché la missione non riguarda la geografia o i confini, ma le persone. Crediamo che questo mondo globale abbia bisogno di una risposta altrettanto globale.

Per questo abbiamo riconosciuto, gridato e pregato per un mondo, un'umanità, una risposta comune.

Ecco perché abbiamo cantato ripetutamente che “Tutto è interconnesso, come se fossimo uno... tutto è interconnesso in questa casa comune”.

Ora ci viene chiesto un tempo di preghiera e di discernimento per prendere coscienza del passaggio del Signore attraverso la nostra vita e la nostra Assemblea, e per interpretare e mettere in pratica le conclusioni alle quali siamo arrivati per consenso.

Abbiamo ancora bisogno di un tempo per lo studio, la riflessione e la preghiera in ciascuna delle nostre comunità perché, come la Parola di Dio, queste conclusioni, lette in comunità, troveranno il loro pieno significato.

Il Signore ci dia il coraggio di continuare ad andare avanti, con lui, rimanendo fedeli al servizio missionario che ci verrà chiesto di svolgere. 

Ora è arrivato il momento di cominciare a mettere in pratica tutti questi propositi!