Venerdì 2 giugno 2017
“Noi missionari comboniani, provenienti dalle diverse circoscrizioni e accompagnati da membri della Famiglia Comboniana, ci siamo trovati [dal 26 maggio al 1 giugno 2017] a Roma per celebrare l’anniversario dei 150 anni del nostro istituto. Per tutti noi celebrare significa innanzitutto fare memoria delle nostre origini e della storia che il Signore sta tracciando con noi e con i popoli che abbiamo incontrato nel cammino. Ricordare non è un esercizio di archeologia, ma un processo vivo di ringraziamento al Signore e affidamento fiducioso del nostro futuro nelle sue mani. Ricordare è ripartire, rinnovati”. […] Nella foto: Famiglia comboniana con papa Francesco il 31 maggio 2017.
Con gratitudine e speranza
Messaggio conclusivo del simposio ai confratelli
Noi missionari comboniani, provenienti dalle diverse circoscrizioni e accompagnati da membri della Famiglia Comboniana, ci siamo trovati a Roma per celebrare l’anniversario dei 150 anni del nostro istituto. Per tutti noi celebrare significa innanzitutto fare memoria delle nostre origini e della storia che il Signore sta tracciando con noi e con i popoli che abbiamo incontrato nel cammino. Ricordare non è un esercizio di archeologia, ma un processo vivo di ringraziamento al Signore e affidamento fiducioso del nostro futuro nelle sue mani. Ricordare è ripartire, rinnovati.
Eredità: dalla gratitudine alla fedeltà
La nascita del nostro istituto non è avvenuta a tavolino, ma è stata il frutto di un lungo processo di vita e di missione. È stata un parto doloroso e travagliato in un momento di cambio epocale. Siamo nati in povertà, senza particolari appoggi ecclesiastici, politici ed economici. Questo evento quasi unico nella storia del movimento missionario del XIX secolo ci ha donato una più grande libertà di rispondere alla nostra speciale vocazione. Anche se il percorso di definizione giuridica dagli inizi non è stato semplice, è chiaro che Comboni desiderava una famiglia di missionari che fossero:
Papa Francesco ci dice che “la gioia del missionario brilla sempre sullo sfondo di una memoria grata”. La gratitudine è riconoscersi amati e, spinti da questo amore, uscire per condividere l’esperienza con gli altri. La gratitudine non è statica, ma è un movimento dentro di noi, fuori di noi e in avanti, è un cammino. In quest’ottica, la riunificazione dell’istituto, la nuova regola di vita e la canonizzazione di san Daniele Comboni diventano momenti qualificanti della nostra storia e occasioni per ripartire e continuare il suo percorso con creatività.
Gratitudine significa riconoscere nella nostra storia la fedeltà di Dio, riflessa nella generosa fedeltà di tanti confratelli di ieri e di oggi: fedeltà al Vangelo, a Comboni, alla missione ardua, alla preghiera, alla povertà evangelica, al popolo di Dio e all’internazionalità.
Cammini di rigenerazione
Oggi abbiamo gli strumenti per studiare e conoscere di più il fondatore e la nostra storia, e questo simposio ha dato il suo contributo a questo fine. Siamo coscienti che ogni volta che ci riavviciniamo a Comboni e alla sua grazia carismatica facciamo un salto di qualità.
Una riconfigurazione del nostro istituto è necessaria. Ci troviamo di fronte alla sfida di una missione che non si ferma, che è ancora lontana dalle sue mete. L’invecchiamento dei membri del nostro istituto accompagnato da un calo di vocazioni in molte delle nostre circoscrizioni, i nuovi paradigmi di missione e il cambio del nostro ruolo all’interno delle chiese locali sono alcune fra le sfide che aggiungono ansia al nostro presente. Questa missione esige una testimonianza che va molto al di là delle opere e interroga il nostro stile di vita, e ci chiede la consegna di tutto noi stessi.
Sentiamo che la riconfigurazione del nostro istituto passa attraverso quattro cammini: la mistica, l’umiltà, la fraternità e la ministerialità.
Da questo anniversario ripartiamo come fratelli, consapevoli delle sfide e delle difficoltà, ma carichi di speranza:
“Il missionario non si lascia abbattere da nessuna difficoltà. Tutte le croci sono meritorie perchè si lavora solo per Cristo e per la missione” (San Daniele Comboni)
“Che lo Spirito faccia sovrabbondare in voi la speranza” (Papa Francesco)