Martedì 18 ottobre 2016
Il progetto nato dall’accordo dei religiosi cattolici in Sud Sudan (RSASS) per la costruzione di un Centro, a Kit, nei pressi di Juba, per la formazione umana, pastorale e spirituale, la costruzione della pace e la guarigione dal trauma, era stato lanciato ufficialmente dall’Arcivescovo Paolino Lukudu Loro l’11 ottobre 2014. Sabato 15 ottobre 2016, il centro, che si chiama “Centro per la Pace Buon Pastore” è stato benedetto ufficialmente e aperto dal Nunzio Apostolico in Sud Sudan, arcivescovo Charles Balvo, assistito dall’arcivescovo di Juba, da altri tre vescovi, un amministratore apostolico e un gran numero di sacerdoti diocesani e religiosi. Oltre 800 persone, tra cui diversi ambasciatori e autorità locali, si sono riunite per questa lieta occasione.



Cappella del
“Centro per la Pace Buon Pastore”
in Sud Sudan.


Dato il conflitto all’interno del paese e, di conseguenza, le difficoltà per importare il materiale e trovare operai capaci, il completamento del centro, che sorge su un terreno preso in affitto dai Fratelli di San Martin de Porres, è un risultato notevole. Le spese per la costruzione, che sono rientrate nel preventivo, sono state sostenute con la maggior parte dei fondi donati da associazioni caritative cattoliche italiane e tedesche, alcune ONG internazionali e vari Istituti religiosi cattolici presenti in Sud Sudan. La struttura, situata in una località tranquilla nelle vicinanze del fiume, ha quaranta camere con bagno, con due letti ognuna, più un ostello della gioventù che può ospitare sessanta persone, ampie sale da pranzo e per le conferenze, una cappella centrale, molte sale per i seminari e dei tucul all’aperto. Sarà un punto di forza molto positivo nella ricerca della pace in Sud Sudan. Il suo messaggio semplice ma profondo è espresso nella scritta sopra l’ingresso della cappella: “Sii nella pace”.

Il personale della comunità per ora sarà costituito da un sacerdote comboniano sudsudanese, due membri del gruppo “Solidarietà con il Sud Sudan” – un sacerdote vincenziano delle Filippine e una suora del Cuore Immacolato di Maria, degli Stati Uniti – più un sacerdote gesuita del Ruanda e un Fratello di San Martin de Porres dell’Uganda. Questa diversità nell’unità, rappresentata dal gruppo, è già di per sé un messaggio, per il Sud Sudan, a lavorare insieme nella fraternità, per una visione e un futuro comuni.

Il Presidente dell’Associazione dei Superiori Religiosi in Sud Sudan (RSASS), P. Daniele Moschetti, provinciale dei Comboniani, ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo sogno comune per la gente del Sud Sudan, in modo particolare l’ingegnere supervisore, Fr. Hans Eigner, e l’imprenditore edile, Robert Andama, per l’energia e l’impegno profusi, per la qualità del lavoro e per aver terminato la costruzione in 17 mesi. È stato reso omaggio ai lavoratori, cristiani e musulmani, ugandesi e sudsudanesi, che hanno lavorato fianco a fianco in armonia e nel rispetto reciproco. Il Centro è aperto a gente di tutte le fedi ed è un dono di speranza per il popolo del Sud Sudan, in particolare per quelli che vi riceveranno una formazione. È anche un grande segno che la Chiesa cattolica, attraverso i suoi religiosi e la Chiesa locale, è impegnata concretamente per la pace, la giustizia e la riconciliazione nel Paese.