Giovedì 8 settembre 2016
Un mese per sognare e definire i prossimi sei anni della congregazione delle Suore Missionarie Comboniane. Dopo due giornate di preghiera, trascorse insieme a suor Maria Grazia Papola, orsolina e biblista, le cinquantadue comboniane riunite in Casa Madre a Verona (Italia), daranno vita, dal 5 al 30 settembre 2016, al XX Capitolo generale. Il tema scelto per questo importante evento è “Osare la mistica dell’incontro, per vivere la missione comboniana oggi”. Nella foto: Suor Luzia Premoli, Superiora generale, e il suo Consiglio generale.
È arrivato dunque il tempo di fare un bilancio dei sei anni trascorsi dal Capitolo 2010, che aveva visto l’elezione di suor Luzia Premoli e del suo Consiglio, per rilanciare nuovi sogni e propositi per il sessennio che verrà, ed eleggere la nuova Superiora generale cui spetterà il compito di guidare la congregazione nel futuro prossimo.
Saranno dunque cinquantadue comboniane, provenienti da diciannove circoscrizioni sparse per il mondo ed espressione di ventisette nazionalità e quattro continenti, a dover pensare a come “osare la mistica dell’incontro”, premessa necessaria per poter vivere la missione oggi. Perché è proprio a partire dall’incontro, con Dio innanzitutto e con l’altra e altro che ci camminano al fianco, facendosi presenti nelle nostre vite, che si deve progettare il futuro.
In un tempo segnato da grandi migrazioni, interne ed esterne ai continenti, la missione chiama le comboniane a essere, oggi più che mai, “donne dell’incontro”, come accadde sin dall’inizio della storia della congregazione, nella Nigrizia tanto cara al suo fondatore, Daniele Comboni. Donne dell’incontro e del cammino.
A facilitare i lavori capitolari, nello spirito intercongregazionale che sempre più distingue il mondo missionario di questi anni, ci sarà suor Maria del Pilar Benavente Serrano, missionaria di Nostra Signora d’Africa.
La messa di apertura è stata presieduta dal vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, ed è stata trasmessa in streaming sul sito della congregazione. Il XX Capitolo si chiuderà infine il 30 di settembre, nella città natale di Comboni, Limone sul Garda.
Ogni sei anni il Capitolo Generale raccoglie il vissuto, orienta le scelte ed elegge chi dovrà facilitare il cammino di quasi 1.300 donne appassionate della vita. Luzia Premoli, Superiora generale da settembre 2010, e il suo Consiglio porgono il frutto del loro servizio.
Sono passati i sei anni del mandato che ci è stato affidato. Sono trascorsi intensamente. Abbiamo camminato insieme, coinvolte nelle vicende del mondo, della Chiesa e soprattutto dei popoli con cui viviamo. Ci siamo sentite sostenute nei passi iniziati con gli Atti Capitolari del 2010, che ci inviavano, come Donne del Vangelo, a testimoniare la gioia della vita che Dio ci ha donato.
Questi anni sono stati benedetti da papa Francesco, che ci sprona a uscire, a mescolarci con la moltitudine dei popoli: nel dialogo, nella ricerca di vita, testimoniando la tenerezza e la misericordia di Dio, rivolta soprattutto a chi più soffre.
Abbiamo approfondito la nostra ministerialità, ovvero il nostro essere e operare. Lo abbiamo fatto rileggendo il nostro vissuto concreto, in cui la ministerialità esprime la nostra spiritualità. Stiamo crescendo sempre di più nella consapevolezza del nostro “essere missione”, essere donne dell’incontro.
Con l’umanità condividiamo la sete di pace e armonia. Nella capacità di incontrare e lasciarsi incontrare da tutte le diversità si gioca la possibilità di creare comunità dove possiamo crescere e gustare la gioia del vivere insieme. Curare le relazioni fra noi e con la gente, accogliere la vulnerabilità nostra e altrui, nelle nostre comunità e nella società, sono sfide sempre aperte.
Dall'ultimo Capitolo abbiamo fatto vari progressi: innanzitutto nel condividere la nostra vita con persone laiche. Coinvolgerle nella missione era già un progetto di Daniele Comboni, ma oggi nelle varie nazioni stanno nascendo e crescendo gruppi che s’ispirano alla vita comboniana e collaborano nella sua missione, anche oltre le proprie frontiere. Il nostro impegno contro la Tratta – una schiavitù che noi comboniane siamo chiamate a contrastare oggi come nell’Ottocento – si sta qualificando sempre di più, particolarmente a difesa di donne e minori. Continuiamo a credere nel contributo insostituibile delle donne per lo sviluppo integrale della società e della Chiesa e ci impegniamo perché non venga tarpato. Anche le migrazioni sono un fenomeno che interpella la nostra capacità di accoglienza e incontro per essere tessitrici di un mondo “altro”.
Nella globalizzazione la missione è ovunque. C’è un uscire “alle genti” che si intreccia con un fare casa “fra le genti”: il modo di pensare e vivere la missione deve partire dall’interdipendenza. Tutto è in relazione. C’è stato un sforzo per sensibilizzarci e formarci con questo spirito.
Da anni siamo impegnate per la giustizia, la pace e l’integrità del Creato. Ma la nostra sensibilità alla sofferenza di Sorella Terra ha avuto un forte impulso dall'enciclica Laudato si’ e dalle domande che ci pone: che tipo di sviluppo proponiamo? Con chi lo proponiamo? Non a caso e non da oggi, il lavoro in rete con altri partner, nella Chiesa e nella società, è in crescita.
Il percorso di questi anni ci ha fatto capire che abbiamo bisogno di osare la mistica dell’incontro per continuare come comboniane a “essere missione” e a collaborare alla “missione di Dio” nella storia di oggi. Questo il tema del nostro capitolo. Osare l’incontro: con Dio, con noi stesse, con altre persone, con il Creato. Incontro con tutte le diversità, incontro con un nuovo volto della congregazione dal punto di vista culturale e generazionale, con il mondo in movimento multidirezionale, con nuove modalità di comunicare, con la sfida di riorganizzarci come istituzione.
La sfida di trovare anche nuove modalità di governo, rispondenti all'oggi e arricchite dall'esperienza positiva del “consiglio allargato”, in un clima di collaborazione e fiducia reciproca. Abbiamo vissuto la gioia e la fatica di essere un’équipe di governo, con le sue ricchezze e doni, ma anche le sfide di cogliere insieme le indicazioni di Dio. Abbiamo affinato la nostra capacità di ascolto alla Parola come guida per la nostra vita. Per sostenere la fatica e perseverare nel cammino dell’INCONTRO occorre una profonda spiritualità: guardare Cristo, che ci attira a sé.
Ci sta a cuore dire, a chi ci conosce e ci segue, che mettere i propri doni e talenti a servizio delle persone più bisognose è un grande dono che il Signore ci ha fatto. Riceviamo più di quanto diamo, cresciamo in umanità, quando ci lasciamo ferire e interpellare dal grido degli afflitti.
Grazie per osare l’incontro insieme a noi!
Suor Luzia Premoli, Superiora generale [a sinistra], e il suo Consiglio generale.