Lunedì, 11 maggio 2015
Sabato scorso quattro comboniani, tre missionari e una missionaria, sono stati evacuati dalla missione di Leer. I missionari, assieme a venti funzionari delle organizzazioni umanitarie che lavoravano nella zona, sono stati trasportati, con due elicotteri, dalle forze di sicurezza delle Nazioni Unite (ONU) a Juba, capitale del Sud Sudan. Hanno dovuto lasciare la loro missione per un attacco imminente delle forze governative. Intanto – ha comunicato il comboniano P. Raimundo Rocha dos Santos – la popolazione ha lasciato la città per rifugiarsi nella boscaglia o nei paesi più lontani, come era già successo l’anno scorso.

La partenza dalla missione è dovuta alle notizie che circolano, secondo cui le forze di governo si starebbero avvicinando a Leer, su due fronti, con l’obiettivo di attaccare la città che si trova sotto il controllo dell’opposizione dallo scorso aprile. Sia il governo che l’opposizione, intanto, continuano a violare l’accordo del “cessate il fuoco e accesso agli aiuti umanitari”. La crisi umanitaria, che già era grave, tende ora a peggiorare. È probabile che la missione di Leer venga nuovamente saccheggiata, se già non lo è stata, vista la partenza dei missionari. Altri due missionari si trovano nella missione di Ayod che corre gli stessi rischi. Secondo le ultime notizie, i missionari di Ayod stanno bene. Un altro missionario comboniano si trova a Old Fangak, dove non vi sono stati conflitti. I missionari e la popolazione di Malakal hanno dovuto rifugiarsi nella base ONU, la settimana scorsa, per combattimenti in città. Al momento, la situazione a Malakal è migliorata, ma il lavoro dei missionari e dei volontari che cercano di aiutare la popolazione è diventato ancora più difficile.

“I missionari che arrivano dalle zone di conflitto stanno bene – ha detto P. Raimundo – ma sono profondamente addolorati e indignati per non poter rimanere accanto alla gente e continuare il loro lavoro di evangelizzazione a causa dell’insicurezza provocata dai conflitti armati fra governo e opposizione. Sono indignati perché i sud-sudanesi continuano a soffrire e a vedere distrutte le loro proprietà a causa di una guerra per il potere”.

Secondo la stessa fonte, “molto probabilmente, nel corso di questa settimana, vedremo aumentare la violenza, la distruzione e il numero di morti innocenti e indifesi”. Ma i missionari non desistono. Confidano in Dio e chiedono preghiere. “Confidiamo nell’amore, nella misericordia e nella protezione di Dio. Chiediamo a Dio nostro Padre di proteggere i nostri fratelli e sorelle del Sud Sudan e di altre parti del mondo in cui vi sono conflitti. Preghiamo anche per i nostri missionari e missionarie, perché continuino con fermezza la loro missione evangelizzatrice, siano fonte continua di speranza e strumenti di riconciliazione, di giustizia e di pace. Preghiamo per i responsabili delle forze politiche del Sud Sudan, perché arrivino ad un accordo di pace effettivo e pongano fine alla distruzione del Paese e all’uccisione di cittadini innocenti” conclude P. Raimundo da Rocha.


P. Francesco Chemello, uno dei tre missionari comboniani che è stato evacuato da Leer il 9 maggio 2015.