Lunedì 10 marzo 2014
Puntando l’attenzione sull’educazione dei giovani, i missionari comboniani hanno due scuole tecniche, una in Zambia e l’altra in Malawi, dove, oltre alla preparazione tecnica, offrono anche formazione umana. È questa educazione integrale che distingue le due istituzioni. Dopo averle visitate, il comboniano P. António Carlos Simões Ferreira ha scritto questo articolo. Nella foto: Fr. Armando Ramos González, messicano, a Chikowa.
Da sinistra:
Fr. Francisco Amarante
e Lorenzo dalla Valle
laico missionario,
a Chikowa.
Fr. Francisco Amarante, comboniano portoghese, percorre una o due volte a settimana la strada in direzione del South Luwangwa National Park, nella zona di Chikowa, nella parte orientale dello Zambia. A Chikowa dal 2012, Fr. Francisco rifornisce di ortaggi, uova e polli, alberghi, pensioni e ristoranti che pullulano lungo la strada e nei dintorni del parco. “La vendita di questi prodotti è un modo per procurare delle entrate per la nostra scuola, è un piccolo contributo al suo sostentamento economico, soprattutto per pagare gli stipendi dei professori e degli impiegati”, dice il missionario.
Formazione tecnica,
umana e religiosa
La regione di Chikowa si trova nella provincia orientale dello Zambia, la più povera del paese; è soggetta a costanti inondazioni del fiume Luwangwa ed è di difficile accesso. Pur avendo una popolazione prevalentemente giovane – il 66% degli abitanti ha meno di 25 anni – sono molto pochi i giovani che frequentano la scuola secondaria o superiore e solo il 2,5% ha accesso all’università. Mancano professori e scuole e i genitori, a causa delle difficoltà economiche e del numero elevato di figli, fanno ancora resistenza per mandarli a scuola.
È stato in questo contesto socioeconomico che i Missionari Comboniani decisero, nel 1987, di mettere in atto un progetto di scuola professionale, il Chikowa Youth Development Centre (CYDC). “La scuola cominciò insegnando meccanica ed ebanisteria a un gruppetto di ragazzi. Più tardi si costruì un piccolo centro, dove accogliere giovani e insegnare loro, in due anni, una professione. Il centro si sviluppò e divenne la scuola tecnica che oggi è riconosciuta dal governo dello Zambia come un’istituzione di insegnamento tecnico gestito dalla Chiesa cattolica”, dice Fr. Francisco.
Fr. Armando Ramos G.,
messicano, a Chikowa.
Attualmente, il centro accoglie 68 alunni, 46 ragazzi e 22 ragazze, in regime di convitto, che frequentano corsi della durata di due anni, nei settori di carpenteria, agricoltura e costruzione.
Il direttore della scuola è Fr. Armando Ramos González, comboniano, originario del Messico, arrivato a Chikowa nel 2008.
Oltre alla preparazione tecnica, la scuola offre ai suoi studenti una formazione umana che comprende materie come autoconoscenza, relazioni interpersonali, sessualità, gestione e imprenditoria, per far sì che questi giovani possano diventare dei dirigenti e dei responsabili con una visione umana e cristiana del lavoro.
Nel centro collaborano anche due volontari: Joseph Legros, francese, arrivato attraverso la Fidesco (una ONG cattolica) nel settembre del 2013, per due anni, che insegna carpenteria e costruzione, e Lorenzo dalla Valle, 52 anni, dei Laici Comboniani dell’Italia, già da nove anni nel centro, attualmente economo e responsabile della carpenteria.
Sostentamento
La scuola si rivolge a giovani con scarse risorse economiche, per cui le tasse sono abbastanza basse; ogni studente infatti paga annualmente l’equivalente di 400 dollari, una somma insufficiente a coprire le spese per l’alloggio e l’insegnamento. Così, per autosostenersi, la scuola inserisce nei suoi programmi altre attività e quindi produce e vende servizi e prodotti agli abitanti della regione, nei settori di carpenteria, agricoltura, meccanica, ecc.
Fr. Luigi Cometti,
italiano, 86 anni,
è in Malawi da 15 anni
e insegna disegno tecnico
nella scuola di Lunzu.
Scuola comboniana in Malawi
Anche il Malawi ha una popolazione estremamente giovane: circa il 65% degli abitanti ha meno di 25 anni ma a causa della povertà cronica del paese, la maggior parte delle famiglie non è in grado di dare ai propri figli un’istruzione superiore. La maggior parte degli studenti non ha la possibilità di accedere all’università. Queste condizioni si ripercuotono sulla vita dei giovani causando disoccupazione e rendendoli vulnerabili alla prostituzione e alla droga.
Sensibili a queste problematiche della società e del mondo giovanile, i Comboniani, nel 1993, inaugurarono a Lunzu, in Malawi, il Comboni Technical College (CTC).
L’obiettivo era aiutare i giovani che, per difficoltà economiche, non avevano la possibilità di accedere all’università.
Attraverso un insegnamento tecnico integrale, gli studenti vengono formati per diventare dei responsabili e degli agenti di trasformazione nelle loro famiglie, nelle comunità e nei luoghi di lavoro, sottolinea l’attuale direttore della scuola, Fr. Matias Adossi, comboniano del Togo.
In una delle aule, c’è Fr. Luigi Cometti, che insegna disegno tecnico. Italiano, 86 anni, da 15 in Malawi. È molto stimato dagli alunni e dal personale docente della scuola. Grazie al suo zelo e alla sua capacità di raccogliere fondi, il campus negli ultimi anni è cresciuto.
La scuola è frequentata ragazzi e ragazze fra i 17 e i 25 anni che hanno terminato la scuola secondaria e che in tre anni vengono formati in elettrotecnica, lavorazione dei metalli e carpenteria. Ricevono anche una formazione umana che li prepara ad essere cittadini e a svolgere un ruolo costruttivo nella società e nel paese.
“Alcuni dei nostri studenti sono musulmani – dice Jahet Chauluka, professore di elettrotecnica –, perché la scuola è aperta a tutti i giovani del Malawi indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa”.
La grande sfida del CTC, come per la scuola di Chikowa, è l’autosufficienza economica. Le tasse che gli studenti pagano non arrivano a coprire tutte le spese inerenti alla formazione e all’alloggio per cui la scuola deve cercare altre fonti di reddito. Per questo le sezioni di carpenteria e ferramenta producono mobili e lavori in metallo di buona qualità che vengono venduti e, per ridurre le spese dell’alimentazione, la scuola ha anche un orto che produce verdure.