Roma, giovedì 22 marzo 2012
Ieri per la gente di Piquiá, ad Açailândia-Maranhão, nel nordest del Brasile, è stato un giorno che rimarrà nella storia. Un grande passo avanti è stato fatto per un nuovo insediamento delle famiglie. “Riflettendoci un po’ su, ho scritto qualche riga, pensando già alla Pasqua di Piquiá de Baixo che sicuramente avrà un sapore diverso, anche se non potrà ancora essere una Pasqua, una liberazione piena, sarà un frammento di resurrezione”, ha riportato il Fratello comboniano, Antonio Soffientini. Pubblichiamo di seguito il suo testo.
Sarà certamente una Pasqua diversa, quella delle 300 famiglie di Piquiá de Baixo, nel nordest del Brasile. Forse l’ultima Pasqua che passeranno respirando l’inquinamento prodotto dalle 5 industrie siderurgiche che da più di vent’anni stanno distruggendo l’ambiente e la vita di questa gente.
Martedì 20 marzo 2012 sarà sicuramente ricordato come uno dei giorni più importanti per il quartiere. I giudici del Tribunale di Giustizia di São Luis hanno stabilito quasi all’unanimità (un solo voto contrario) la legalità dell’azione di esproprio (fatta dal comune di Açailândia) della terra che gli stessi abitanti di Piquiá avevano scelto, in un’affollata assemblea, più di un anno e mezzo fa, e dove saranno trasferiti.
Sì, perché più di un anno e mezzo è durata l’ultima stazione di una lunga via crucis iniziata, come già abbiamo detto, a metà degli anni ottanta. Edvar (presidente dell’associazione dei residenti) e tutte le altre persone che con lui stanno vivendo questa esperienza hanno dovuto faticare parecchio, lottare, vincere le incomprensioni e le divisioni che si sono create, con il passare degli anni e la lentezza dei tempi della giustizia brasiliana, fra le persone che ormai non ci credevano più, che pensavano che andasse a finire come tante altre volte…
Grande la fede, la speranza e la voglia di giustizia di Edvar, Anisio, Miguel, Antonio Rios, delle donne di Piquiá de Baixo che non hanno avuto paura di discutere, di sedersi alla pari, allo stesso tavolo con i poteri forti, con la grande multinazionale Vale, con il potente sindacato delle siderurgiche, che non hanno avuto paura di smascherare gli intrallazzi e la corruzione tra “gli amici del comune”. Grande la fede nella vita e nella giustizia della gente di Piquiá.
Sicuramente la festa di Pasqua a Piquiá avrà un sapore diverso anche se non potrà ancora essere una Pasqua, una liberazione piena, sarà un frammento di resurrezione.
Edvar e Piquiá ci indicano un cammino, una possibilità che anche noi abbiamo per vivere “frammenti di resurrezione”. È la strada dell’impegno, della responsabilità verso gli altri e con gli altri, è la strada della comunità, della lotta per la giustizia, è la strada della fede nel Dio della Vita e della Giustizia che vuole che tutti e tutte possano vivere e vivere in pienezza.
Buona Pasqua a Piquiá de Baixo e buona Pasqua a tutti e tutte.
Antonio Soffientini
Commissione dei residenti a Piquiá de Baixo in attesa della decisione del Tribunale di Giustizia
di São Luis (Maranhão-Brasile)