Cresce il mercato dei farmaci contraffatti nell’Africa subsahariana

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Venerdì 23 agosto 2024
Il mercato dei farmaci contraffatti continua a rappresentare un pericolo per la popolazione nell’Africa subsahariana, dove il 22,6% dei medicinali venduti sono scadenti o falsificati e il 34,6% non sono registrati. Il dato emerge da un rapporto pubblicato lo scorso luglio dall’editore britannico di riviste scientifiche Taylor & Francis Group e sviluppato da ricercatori dell’Università Bahir Dar che hanno analizzato 27 studi condotti su questo tema a livello nazionale in diversi paesi nell’arco di 10 anni, tra aprile 2014 e marzo 2024. [Per leggere il rapporto in inglese, clicca qui]

L’indagine ha contemplato anche l’analisi di oltre 7.500 campioni, 1.639 dei quali non hanno superato almeno un test di qualità e sono risultati inferiori agli standard o falsificati. I farmaci maggiormente contraffatti sono gli antibiotici, gli antimalarici, gli antielmintici (antiparassitari) e gli antiprotozoici, impiegati per combattere microrganismi che possono causare malattie gravi, come la malaria, la leishmaniosi e la toxoplasmosi.

Lo studio individua il Malawi come il paese con il maggior numero di medicinali contraffatti in circolazione (88,4%), seguito da Togo e Ghana (75%), mentre il paese con la prevalenza più bassa è il Gabon (0,5%).

Si tratta di numeri che sottostimano il volume reale del commercio di farmaci irregolari, in quanto vi sono molti casi in cui i farmaci falsi non sono rilevati o segnalati. I medicinali scadenti o falsificati rappresentano un grave pericolo per la salute, in quanto possono contenere principi attivi sottodosati o in quantità eccessiva, oppure del tutto assenti o instabili, ma possono essere anche farmaci scaduti o non approvati. Il loro utilizzo può dunque vanificare la cura e in alcuni casi provocare anche la morte.

Un costo umano che nell’Africa subsahariana ammonta a mezzo milione di morti all’anno, secondo i dati pubblicati nel 2023 dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), secondo cui la quota di prodotti medici falsificati e di qualità inferiore in circolazione può arrivare al 50%.

Un mercato estremamente redditizio – stimato attorno ai 200 miliardi di dollari a livello mondiale –, favorito dalla mancanza di controlli alle frontiere, dalla scarsa tracciabilità dei prodotti medici e da legislazioni deboli o del tutto assenti in materia. L’UNODC ritiene che i farmaci contraffatti provengano prevalentemente da esportatori farmaceutici come Belgio, Francia, Cina e India, o da laboratori illegali in Africa.

Il rapporto dell’agenzia ONU – che analizza in particolare i paesi del Sahel (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger) – afferma inoltre che il commercio illecito di prodotti medici coinvolge una varietà di attori, tra cui dipendenti di aziende farmaceutiche, funzionari pubblici, ufficiali delle forze dell’ordine, operatori sanitari e venditori ambulanti.

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