Lunedì 5 agosto 2024
Si è conclusa presso la Curia Generalizia a Roma l’Assemblea Generale della Formazione (8-27 luglio 2024). La cinquantina dei partecipanti – i provinciali incaricati del settore della formazione di ogni continente, i formatori degli scolasticati, delle comunità formative e dei centri internazionali dei fratelli (CIF), i formatori dei noviziati, e i rappresentanti per continente dei formatori dei postulanti – hanno dedicato l’ultima settimana dei lavori all’identificazione delle priorità da tenere in considerazione nel processo di revisione della formazione – di base e permanente – nell’Istituto comboniano, e alla discussione e presentazione delle conseguenti proposte concrete.
Dopo due settimane di ascolto reciproco, preghiera, condivisione e dibattito sulle esperienze nelle case delle diverse tappe formative (promozione vocazionale, postulato, noviziato, scolasticato e centri internazionale dei fratelli) a livello di Istituto, i formatori hanno identificato le priorità più importanti emerse nei lavori dei gruppi e in plenaria, e cioè: spiritualità, identità missionaria e formazione; riqualificazione della formazione; discernimento a partire dalla promozione vocazionale e lungo le diverse tappe formative; Modello Educativo dell’Integrazione; la formazione dei fratelli.
Oltre a queste cinque priorità principali, ne sono state scelte altre tre, uscite dal dibattito in assemblea: formazione all’economia per vivere il voto di povertà in modo evangelico; formazione ai mezzi di comunicazione e al loro uso sapienziale, responsabile e missionario; formazione permanente dei formatori.
Divisi in gruppi a seconda delle tematiche, i formatori hanno focalizzato la loro riflessione su queste priorità e hanno elaborato proposte concrete, poi riprese, dibattute e votate in assemblea plenaria.
Gli “Atti dell’Assemblea” saranno presentati al Consiglio Generale nella prossima consulta di settembre per l’approvazione. Tale strumento prezioso sarà poi presentato all’Assemblea Inter-Capitolare del 2025.
Un secondo passo sarà quello di preparare un testo finale su quanto avvenuto, discusso e suggerito dall’Assemblea, che conterrà i nuovi orientamenti della formazione nei prossimi anni, quali punti di riferimento su quale cammino l’Istituto intende compiere in questo settore, così che tutti i confratelli li possano conoscere, seguire e applicare. Lo scopo è di offrire formazione di qualità ai giovani che entreranno da noi per offrire la loro vita per la missione.
La recente Assemblea Generale della Formazione è stato un momento importante del processo che l’Istituto sta compiendo in termini di revisione e riqualificazione della formazione in esso offerta, nella consapevolezza che le sfide odierne attendono una risposta coraggiosa. L’iter formativo proposto ai giovani che chiedono di unirsi a noi dovrà essere chiaro e preciso, e capace di presentare chiaramente la visione che si ha della “missione comboniana”, con la sua specifica identità e spiritualità: opzione per i più poveri e abbandonati, con cui fare causa comune; essere “missionari in uscita”; prima evangelizzazione; stile sinodale di vita e di mission.
Sabato, 27 luglio, l’assemblea si è conclusa con la celebrazione dell’Eucaristia, presieduta da Padre Tesfaye Tadesse, Superiore Generale, in Vaticano, nella Basilica di San Pietro, proprio dove, nel lontano 1864, San Daniele Comboni ebbe una “illuminazione dall’alto”, mentre pregava sulla tomba di San Pietro, ed elaborò il suo Piano per la rigenerazione dell’Africa, animato dal motto “Salvare l’Africa con l’Africa”. È bene ricordare che, in quel momento, in Vaticano si pensava di smantellare la missione dell’Africa Centrale. Un solo uomo, il nostro Fondatore, si sentì chiamato a “rilanciare” quella missione e ne pianificò la rinascita. Scrisse.: «Fidandomi in quel Cuore sacratissimo, che palpitò pure per la Nigrizia, e che solo può convertire le anime, mi sento vieppiù disposto a patire e sudare fino all’ultimo respiro, e a morire per Gesù Cristo e per la salute dei popoli infelici dell’Africa Centrale».
L’omelia è stata tenuta da padre José de Jesús Villaseñor Gálvez, Segretario Generale della formazione. Oltre a commentare le letture del giorno (Ger 7,1-11 e Mt 13,24-30), ha ricordato ai formatori due virtù importanti necessarie per lo svolgimento del loro ministero:
«La pazienza è la capacità di attendere con serenità, senza frustrazione. È la virtù che ci permette di affrontare le difficoltà con calma e di non arrenderci di fronte agli ostacoli e alle difficoltà. Per noi formatori, imparare la pazienza significa capire che non tutto può essere ottenuto immediatamente. Questo ci insegna che la maturità e lo sviluppo della persona richiedono tempo, impegno e sforzo. La pazienza deve invitare noi formatori ad ascoltare i formandi, a rispettare i loro tempi e a non imporre loro le nostre aspettative.
La tolleranza è la capacità di accettare e rispettare le differenze, soprattutto per noi che siamo un istituto internazionale e interculturale. La tolleranza è essenziale per la convivenza pacifica. Dobbiamo imparare a vedere la diversità come una ricchezza e ciò richiede l’apertura del cuore, il rispetto per le opinioni e le culture altrui e la capacità di dialogare senza pregiudizi. Insegnare la tolleranza significa preparare i giovani a diventare cittadini del mondo, capaci di costruire ponti, invece di muri.
Perché pazienza e tolleranza sono così importanti nella formazione dei giovani? Perché rappresentano le basi di una comunità rispettosa e aperta. Un comboniano paziente e tollerante sarà capace di affrontare le sfide con saggezza e di convivere in armonia con gli altri».
Commentando lo svolgimento dell’Assemblea, padre Justin Ndhlovu, uno dei formatori al postulato di Sarh (Ciad), ha detto:
«Torniamo nelle nostre case di formazione più arricchiti, perché in questi giorni trascorsi assieme ci siamo contagiati della bellezza e della ricchezza delle varietà di esperienze messe al servizio della formazione dei nostri candidati. Torniamo a casa più carichi di slancio missionario.
Nei lunghi dibattiti avuti ci siamo resi conto dell’esigenza radicale di promuovere una formazione che mira il cuore dei giovani in cammino formativo, e di andare alla radice del nostro carisma missionario comboniano.
Abbiamo sentito anche l’esigenza di andare più a fondo nelle sfide che la formazione richiesta oggi ci lancia, e di spiegare ai giovani il perché di certe scelte di stile di vita, soprattutto per evitare il clericalismo e altri ‘-ismi’ nel modo di vivere la vita religiosa e missionaria oggi.
Ora possiamo guardare con più speranza all’orizzonte che si apre davanti a noi, aspettando che il Signore, il vero dispensatore delle vocazioni missionarie, ci guidi e ci aiuti in questo processo, oggi in corso di rivalutazione, della formazione comboniana».