Lunedì 21 febbraio 2022
Il capitolo 5 dell’enciclica Fratelli tutti è dedicato a una migliore politica, che è una politica che sia veramente al servizio del bene comune. Papa Francesco riabilita la politica come la nobile attività sociale che persegue il bene comune. E come esempio di questa migliore politica, egli presenta (FT 169) i movimenti popolari che generano varie forme di economia popolare e di produzione comunitaria alla base.

Questi movimenti sono esperienze di solidarietà che crescono dal basso, dal sottosuolo del pianeta. Sono “seminatori di cambiamento, promotori di un processo in cui milioni di azioni piccole e grandi concatenate in modo creativo, come una poesia”.

La pastorale sociale comboniana di Piquiá – Açailândia nello stato di Maranhão in Brasile, con la rete “Justiça nos Trilhos” (Giustizia sui Binari), la “Casa Familial Rural” (Casa Familiare Rurale) e il “CIRANDA” (Centro di Innovazione Rurale e Sviluppo Agroecologico), è allineata nella promozione e nell’accompagnamento di questi movimenti popolari. La Rete “Justiça nos Trilhos” mira a ridurre gli impatti sulla popolazione e sulla natura del modello di sviluppo che causa l’esaurimento delle risorse naturali e chiede che le attività delle imprese minerarie e siderurgiche, come la Vale, siano controllate dalle autorità competenti. Inoltre, cerca meccanismi che permettano una vita migliore alle comunità del Corridoio Carajás.

La “Casa Familial Rural” con la sua scuola tecnica di agricoltura ecologica e familiare e il suo “CIRANDA” sperimenta e trasmette soluzioni tecnologiche adattate all’agricoltura familiare e contadina, promuovendo l’agroecologia e il ben-vivere come alternativa ai grandi progetti agroalimentari e all’esodo rurale. Lo scopo di questo ministero sociale è quello di moltiplicare nella regione quelli che il Papa chiama “poeti sociali”, che lavorano, propongono, promuovono e liberano affinché sia possibile uno sviluppo umano integrale. Uno sviluppo che implica il superamento di “questa idea di politiche sociali concepite come una politica verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri, e ancor meno inserite in un progetto che unisce i popoli“.

La migliore politica è quella che si svolge secondo il modello di quei movimenti popolari che crescono dal basso, dal sottosuolo del pianeta, attraverso questi poeti sociali perché senza di loro la democrazia si atrofizza e diventa un nominalismo, una formalità; perde la sua rappresentatività e diventa disincarnata perché esclude il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignità e la costruzione del suo destino.

P. Joseph Mumbere mccj
[combonimission.net]