In Pace Christi

Fadda Silvestro

Fadda Silvestro
Data di nascita : 15/02/1929
Luogo di nascita : Monastir/I
Voti temporanei : 15/09/1958
Voti perpetui : 21/09/1961
Data decesso : 05/10/2016
Luogo decesso : Brescia/I

Fr. Silvestro Fadda era nato a Monastir, un paesino della provincia di Cagliari (Sardegna, Italia), il 15 febbraio 1929, da Giuseppe Fadda e Maria Pedevilla. L’ambiente semplice e quasi austero in cui crebbe, il paesaggio con i vasti frutteti non lontani dal mare e la solida educazione cristiana ricevuta fin da bambino segnarono fortemente la sua personalità.

Nel marzo del 1949 entrò nel noviziato comboniano di Firenze, dove emise la prima professione il 9 settembre 1951, sotto la protezione di san Pietro Claver. Emise la professione perpetua a Napoli, il 21 settembre 1961.

I primi anni da professo, li passò in Italia, prestando vari servizi nelle comunità di Firenze, Carraia, Sulmona, Rebbio, Pellegrina, Gozzano e Napoli, fino al 1965, quando fu destinato al Brasile del Sud. Fino al 1971, furono le missioni di São Gabriel da Palha e São José do Rio Preto ad usufruire del suo prezioso contributo.

Ritornò poi in Europa, dove rimase per due anni, impegnato soprattutto nell’animazione missionaria e in lavori tecnici a Pordenone, Verona e, più tardi, a Santiago de Compostela (Spagna). P. Pepe Barranco, che ha vissuto con lui fin da quell’epoca, sottolinea: “Il grande impianto elettrico fatto da Fr. Silvestro nel nostro seminario di Santiago era di una precisione tale che ebbe riconoscimenti da molti esperti del settore”.

Nel 1977 fu destinato alla provincia dell’Ecuador, dove rimase fino al settembre del 2010. Un lungo periodo di lavoro missionario attraverso Esmeraldas (vescovado, seminario diocesano, parrocchia di San Giuseppe Operaio), Quinindé, San Lorenzo e Viche.

Il Superiore Generale di allora, P. Tarcisio Agostoni, nella lettera in cui gli comunicava la sua destinazione all’Ecuador, scriveva: “A Esmeraldas hanno bisogno di un tecnico esperto per la curia episcopale, il seminario, la Città dei Ragazzi… Le prove che hai dato a Santiago de Compostela, di serietà nel lavoro e nella formazione dei ragazzi e degli operai, sono di buon auspicio”.

Fr. Silvestro ebbe una dedizione totale e ottenne frutti evidenti. Era profondamente convinto del fatto che formare persone competenti – nel suo caso, elettricisti – era un compito molto importante, perché un buon tecnico voleva dire la possibilità di offrire un servizio alle famiglie e contribuire allo sviluppo della società. Per questo era molto esigente quando insegnava, non si accontentava del “più o meno”, diceva che un tecnico deve essere un professionista altrimenti non è nulla. E per questo, spiegava tutto nei minimi particolari, ripeteva la spiegazione quante volte era necessario, faceva tantissimi esempi e soprattutto dava lui stesso prova di ciò che insegnava. Era un “grande” in questo!

Fr. Giuseppe Foglio, che lo ha conosciuto personalmente, sottolinea che “i corsi che teneva per elettricisti avevano l’autorizzazione del SECAP (Servizio ecuadoriano di abilitazione professionale), un attestato apprezzato e riconosciuto in tutto il paese”. Molti padri di famiglia oggi hanno un lavoro grazie a Fr. Silvestro. È opportuno ricordare anche i corsi che teneva in carcere per i detenuti, che in questo modo potevano avere più speranze nel futuro.

Fr. Silvestro era anche una persona di profonda spiritualità e preghiera. Fedele ai momenti quotidiani di preghiera, metteva Dio al centro della sua vita e questo lo portava a rinnovare ogni giorno la sua consacrazione missionaria, anche di fronte alle difficoltà che incontrava.

Non possiamo non ricordare il suo amore per la musica sacra e la sua bravura nel suonare l’organo. Nella casa provinciale sono ancora conservati gli spartiti che usava, molti dei quali copiati a mano, con le note che interpretava per rendere più bella la liturgia.

In proposito abbiamo anche la testimonianza – molto realistica ma non per questo meno affettuosa – di P. Barranco: “Lo conobbi nel 1976: era di poche parole ma si accorgeva subito delle necessità dei confratelli e cercava di soddisfarle. Critico nei confronti di quanti seguivano una pastorale postconciliare, per la sua meditazione usava sempre un vangelo in latino. Quando gliene davano la possibilità, accompagnava i canti con l’organo. Nel 1984 ero con lui a San Lorenzo; soffriva per il modo di cantare e di vivere la liturgia del popolo afro, ma questo non incideva sulla dedizione discreta e generosa con cui teneva in ordine la casa, la parrocchia e i pochi mezzi di trasporto che avevamo, affinché il resto della comunità potesse portare avanti il lavoro apostolico. La maggior pare degli elettricisti di San Lorenzo sono stati suoi alunni. Nel 1991 siamo stati nuovamente assieme nella comunità di Esmeraldas. Per dare un’idea del suo modo di vivere in comunità, posso dire che quando un confratello doveva viaggiare al mattino presto, Fr. Silvestro si alzava prima di lui, per preparargli latte caldo e caffè, e rimaneva con lui fino al momento della partenza, per vedere se aveva bisogno di qualcosa”.

Senza dubbio, una delle caratteristiche di Fr. Silvestro è stata la grande disponibilità. Anche se i cambiamenti gli costavano, era sempre obbediente e pronto ad andare dove c’era qualcosa da fare; dava il meglio di sé “tappando i buchi” silenziosamente: risolveva il problema urgente e ritornava poi ai suoi impegni quotidiani.

Nel 2010 ritornò nella sua terra per un periodo di vacanze ma, quando stava per ripartire, gli fu diagnosticato il male che lo ha portato alla morte. Ha trascorso gli ultimi sei anni a Brescia, curandosi e facendo piccoli lavori manuali, ricordando e pregando per i numerosi amici che aveva un po’ ovunque. Dio lo ha chiamato a sé il 5 ottobre 2016.

Una testimonianza
Ecco un breve ricordo di P. Claudio Zendron: “Fr. Silvestro era molto apprezzato nel lavoro di formazione dei giovani elettricisti a Quinindé, dove lo conobbi appena arrivato in Ecuador, nel 1983. Ricordo che una volta una grande Compagnia di palma africana stava montando una caldaia che veniva dall’Olanda e non riuscì a farla funzionare per un difetto nel circuito elettrico. Nessun tecnico se ne volle occupare. Allora, quelli della compagnia andarono da Fr. Silvestro e gli chiesero se poteva trovare il difetto. Gli portarono il progetto e lui lo studiò durante la notte. La mattina seguente, molto presto, tornarono e Fr. Silvestro, indicando uno dei trenta fogli che gli avevano portato, disse: “Secondo me, il problema sta qui”. I tecnici se ne andarono e verso mezzogiorno tornarono tutti contenti, invitando Fr. Silvestro all’inaugurazione e dandogli una busta con un’offerta. Lo ringraziarono infinitamente e uno di loro mi disse: “Senza il Fratello non avremmo potuto far niente e sarebbe stata una grossa perdita per la compagnia”.
(P. Rafael González Ponce, mccj
).
Da Mccj Bulletin n. 270 suppl. In Memoriam, gennaio 2017,  pp. 131-134.