È molto probabile che il 2024 sarà il primo anno in cui la temperatura media sarà sempre superiore di 1,5°C rispetto all’età preindustriale (1850-1900). Questa è la soglia che l’Accordo di Parigi (2015) si augurava di non arrivare mai a superare.
Particolarmente allarmante è il mese di ottobre 2024, che ha registrato un +1,65°C, accompagnato da devastanti eventi meteorologici estremi in tutto il mondo. Il riscaldamento globale sta aumentando a un ritmo molto più veloce di quanto previsto dai modelli scientifici, e non è una sorpresa visto che tali modelli non tengono conto, ad esempio, delle emissioni causate dal settore militare e dalle devastanti guerre in corso.
Il Comitato interreligioso di collegamento con la Conferenza quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in occasione della COP29, lancia il seguente appello interreligioso all’azione:
Siamo a un bivio, di fronte a una minaccia esistenziale per la vita sulla Terra come la conosciamo. L’urgenza di agire non può essere sopravvalutata. Come persone di fede provenienti da diverse tradizioni, crediamo che l’emergenza climatica debba essere affrontata a livello morale, con decisioni guidate da onestà, compassione, coraggio, fiducia e lungimiranza. La sopravvivenza del nostro pianeta e delle generazioni future dipende dalle scelte fatte oggi.
La protezione della nostra casa comune, la Madre Terra, non può aspettare. Dobbiamo agire ora per affrontare e porre rimedio alle crisi interconnesse del collasso climatico, della perdita di biodiversità e del degrado del territorio.
La crisi climatica richiede un’unità e un’azione senza precedenti. Alla COP29, i leader mondiali devono agire con chiarezza morale e ambizione, superando i ritardi per reimpostare la nostra rotta verso un futuro giusto e sostenibile. Questo momento cruciale ci impone di salvaguardare il nostro pianeta per le generazioni a venire, onorando la nostra responsabilità condivisa verso tutte le forme di vita.
Azione climatica ambiziosa
- La COP29 e i nuovi Contributi determinati a livello nazionale (NDC) – cioè i piani nazionali di riduzione delle emissioni di anidride carbonica – devono essere ambiziosi per mantenerci al di sotto di 1,5°C, in linea con l’Accordo di Parigi e con il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici.
- Gli NDC devono includere la mitigazione [delle emissioni ], l’adattamento [ai cambiamenti climatici]– e affrontare le perdite e i danni [dovuti ai cambiamenti climatici]..Gli NDC devono portare a una giusta transizione e riflettere la giusta quota [di emissioni]di ciascun Paese alla luce delle proprie responsabilità storiche.
- Tutti i Paesi devono dare priorità all’urgente eliminazione dei combustibili fossili, che sono la fonte primaria delle emissioni di gas serra, eliminando i sussidi e sostenendo un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili, rifiutando compromessi o soluzioni di geoingegneria che prolunghino l’uso dei combustibili fossili.
Finanziamenti per il clima
- Come persone di fede, ci appelliamo alla COP29 affinché includa i concetti di elemosina, decima, waqf e zakat, che ci ricordano il dovere di sostenere i bisogni dei più vulnerabili. In questo contesto, chiediamo di considerare la cancellazione del debito.
- Chiediamo alla COP29 di riformare urgentemente la finanza climatica globale stabilendo un nuovo obiettivo collettivo quantificato (NCQG) che dia priorità ai diritti umani, enfatizzi il sostegno basato sulle sovvenzioni per le nazioni in via di sviluppo e ne garantisca l’accesso diretto per le comunità locali e ai popoli indigeni. Questo obiettivo deve basarsi sui bisogni reali, promuovere la capacità di rispondere alle esigenze di genere e aumentare significativamente i finanziamenti pubblici attraverso sotto-obiettivi per la mitigazione, l’adattamento e la gestione delle perdite e dei danni.
Perdite e danni
- Le compensazioni per le perdite e i danni sono parte integrante della giustizia climatica. Il principio delle responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità (CBDR-RC) e il principio “chi inquina paga” devono guidare i finanziamenti, assicurando che i maggiori responsabili delle emissioni contribuiscano in misura maggiore.
- Le perdite e i danni, sia economici che non economici, devono essere affrontati dando priorità a finanziamenti basati su sovvenzioni per le comunità vulnerabili e riconoscendo perdite come l’erosione dei modi di vita indigeni e la necessità di salvaguardare gli interessi delle popolazioni indigene, dei migranti, delle donne, dei bambini, dei disabili e di altri gruppi in situazioni vulnerabili.
Giustizia climatica e intergenerazionale, diritti dei popoli indigeni e uguaglianza di genere
- Le tradizioni religiose e gli imperativi morali richiedono un’azione climatica radicata nella solidarietà, nella compassione e nella giustizia per tutte le forme di vita, comprese quelle non umane, dando priorità alla sufficienza, all’efficienza e all’equità e salvaguardando i diritti delle persone e dei gruppi in situazioni vulnerabili e degli ecosistemi. Un approccio olistico deve anche affrontare la crisi della salute mentale, soprattutto tra i giovani, come parte integrante della nostra risposta al clima.
- La giustizia intergenerazionale deve guidare le decisioni sul clima, mettendo al centro della conversazione i giovani, i bambini e le generazioni future.
- I diritti dei popoli indigeni e le conoscenze tradizionali devono essere rispettati e integrati con la scienza moderna. I popoli indigeni, comprese le donne indigene, devono essere i tra i responsabili essenziali delle decisioni negli accordi sul clima.
- La giustizia di genere deve permeare tutti gli aspetti delle soluzioni climatiche, riconoscendo l’impatto sproporzionato del cambiamento climatico su donne e ragazze.
Guerra, conflitti e azione climatica per la pace
- Molti conflitti attuali derivano dalla competizione per i combustibili fossili. Il passaggio alle energie rinnovabili può ridurre queste tensioni e promuovere la sovranità energetica, la pace e la democrazia.
- L’azione per il clima è anche un’azione per la pace, che dà priorità al nostro futuro collettivo rispetto ai ristretti interessi nazionali e ai potenti interessi aziendali e individuali.
Appello alle organizzazioni religiose
- Le organizzazioni ispirate dalla fede (FBO) devono articolare gli imperativi morali che sono alla base della loro attività di advocacy, sensibilizzando le loro comunità.
- Le FBO devono contrastare le narrazioni che giustificano la dipendenza dai combustibili fossili e sostenere invece azioni come il Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili e le cause intentate per i danni climatici.
- Le comunità multi-religiose devono collaborare, investire in campagne di sensibilizzazione trasformative e promuovere pratiche sostenibili, tra cui diete vegetariane, passaggio a fornitori di energia rinnovabile e consapevolezza del clima nelle scelte di mobilità.
Il nostro impegno
Come persone di fede, ci impegniamo a essere una presenza incoraggiante alla COP29, sollecitando i negoziati con l’intenzione genuina di trovare soluzioni. Promuovendo la speranza, la fiducia e l’azione decisiva, possiamo risollevare lo spirito della famiglia umana e creare un cambiamento positivo. Insieme, possiamo dare al mondo un motivo per sentirsi fiducioso sul nostro futuro comune.
Combonimission.net