Sabato 11 maggio 2024
L’estate scorsa nel corso della ricerca sull’amicizia tra Comboni e Mitterrutzner, ultimamente pubblicata da Archivio Comboniano, è stata trovata una parte importante dei carteggi di Friedrich Emanuel von Hurter (1787-1865), ex-pastore protestante convertito al cattolicesimo, de facto presidente e vera anima del Marienverein dal 1851 al 1865.
Abbiamo subito capito che si trattava di una scoperta importante per la storiografia della missione sudanese, anche perché ci sono state subito inviate copie di due lettere di Comboni e altrettante di don Mazza; ma è stato necessario aspettare una visita fatta questa primavera all’Archivio Statale di Obwalden, nella cittadina svizzera di Sarnen, per capirne la portata.
I documenti trovati, che riguardano direttamente l’associazione missionaria viennese e la missione sudanese, sono circa centocinquanta. Dopo le lettere di Comboni e Mazza, le più importanti per noi sono forse quelle dei tre primi provicari apostolici: Knoblecher, Kirchner e Reinthaler, e dei superiori della stazione madre di Khartum: Kocijancic e Gostner. In particolare di Kirchner c’è un folto plico di 29 lettere che coprono tutto l’arco della sua attività, o meglio che ci aprono una finestra sul decennio della sua vita che va dal sorgere della sua vocazione missionaria al suo ritiro a Bamberga, sua diocesi di origine. Interessanti sono anche le lettere di don Franz Lorenz Gerbl, missionario a Khartum, e di August Heintz, laico missionario allora candidato alla missione.
Anche le restanti lettere ci permettono uno sguardo nelle attività del Marienverein. Vi sono le lettere del conte Fries, cassiere dell’associazione, e di Mitterrutzner, rappresentante della stessa nel Tirolo; del card. Barnabò, prefetto di Propaganda Fide; di mons. Müller e del sig. von Obercamp, dell’associazione missionaria di Monaco di Baviera; del sig. von Napoli e del sig. Mardrus, agenti della missione rispettivamente a Trieste e al Cairo; del sig. Sebastian Hansal, padre di Martin Hansal, già missionario laico a Khartum e Gondokoro e all’epoca console austriaco nella capitale sudanese; e infine di don Negrelli e di don Eichholzer, amici della missione rispettivamente presso la famiglia imperiale viennese e la famiglia regale partenopea.
Molti di questi nomi ci sono noti dagli Scritti di Comboni. Nella diversità dei loro ruoli ci rivelano l’ampiezza del gruppo di persone che in tanti modi hanno attivamente aiutato a nascere la Chiesa Sudanese, sostenendone in seguito la crescita. Forse non sempre abbiamo saputo cogliere l’importanza del contributo di alcune di queste figure, spesso passato in silenzio nella storiografia della missione. Sentirli oggi parlare in prima persona, pur scrivendo molto della missione e poco di se stessi, ci permette di ricordarli e di riscoprire il loro ruolo discreto ma fondamentale.
Nota:
Organizzata da Studium Combonianum, la ricerca presso l’Archivio Statale di Obwalden è stata condotta da Joaquim Valente con la partecipazione di P. Reinhold Baumann e P. Markus L. Korber, tra il 7 e 11 aprile del 2024. Copia digitale dei reperti è stata inoltrata all’Archivio delle DSP a Ellwangen, all’Archivio Generale e allo Studium Combonianum a Roma, per eventuale consultazione. Con il contributo di Joaquim Valente, che ha preparato questa presentazione del ritrovamento, l’Archivio della DSP sta coordinando la trascrizione dei manoscritti, per poi passare all’eventuale traduzione dei testi considerati rilevanti per la storia della missione nell’Africa Centrale.
P. Manuel Augusto L. Ferreira
Studium Combonianum