In Togo i comboniani arrivano su richiesta di Mons.Dosseh, arcivescovo di Lomé, che chiede loro di evangelizzare il sud del paese, ma anche sulla spinta delle espulsioni di missionari in atto nel Sud Sudan. A Roma, negli intervalli delle sedute del Concilio, Mons. Dosseh sente il collega africano che gli siede vicino, Mons. Ireneo Dud, parlare dei missionari presenti nella sua diocesi di Wau in Sudan: lavorano forte, si mischiano con la gente, ne parlano la lingua e condividono il cibo. Davvero in gamba! Peccato che il governo minacci di espellerli dal paese… Il vescovo di Lomé ascolta, interessato. Decide che missionari così fanno per lui e per la sua diocesi. Contatta i superiori dell’istituto comboniano, e attende. Il 19 gennaio 1964 il suo desiderio si avvera.
Guidati da P. Francesco Cordero, i primi otto comboniani, fra i quali alcuni ex- missionari in Sudan, giungono in nave nelle acque antistanti la città di Lomé. La nave non può avvicinarsi a riva perché al momento non c’è ancora nessun porto e tantomeno un molo a cui attraccare! I nuovi arrivati, con le loro tonache bianche, vengono letteralmente sollevati in una specie di gabbia e poi depositati su una barca che li porta finalmente a riva. Un modo certamente singolare di fare l’ingresso in un nuovo paese…
La prima missione si apre alla periferia di Lomé, a Kodjoviakope, e la seconda a una settantina di chilometri, in un villaggio chiamato Afagnan, in piena zona vodou. Qui Fr. Santi apre una scuola di arti e mestieri, frequentata dai giovani della zona. Nel giro di pochi anni si aprono nuove missioni, tutte nel territorio della diocesi di Lomé: Kouvé, Vogan, Adjido, Aklakou. A Togoville, per iniziativa di P. Grotto sorge una chiesa dedicata a Nostra Signora del Lago, Madre della misericordia, che diventa il santuario mariano diocesano. A Maria i comboniani affidano il difficile impegno di annunziare il vangelo e formare comunità cristiane in una società profondamente permeata dalle credenze vodou.
Gli anni ‘73 e ‘74 vedono ulteriori sviluppi della presenza comboniana nell’Africa occidentale. Il timore di un’espulsione in massa dei comboniani dall’Uganda del dittatore Idi Amin Dada incoraggia l’istituto ad allargare il proprio campo di azione al Ghana e al Benin. Nascono così le due missioni di Abor e Liati in Ghana e Bopa e Lobogo nel vicino Benin. L’espansione è facilitata dal fatto che in tutte queste missioni si parla la stessa lingua locale, l’ewé, anche se in Benin essa presenta delle varianti e si chiama mina.
Dopo un’altra diecina d’anni spesi a consolidare le comunità cristiane che hanno fondato, nel 1986 il gruppo comincia a consegnare al clero locale le missioni ben avviate per assumere la responsabilità di zone più bisognose. La prima ad essere consegnata è Adjido (1986), seguita da Togoville nel 1992, e poi da Aklakou, Kouve, Afagnan e Vogan negli anni successivi. Al posto di Kouvé e Vogan, si fondano Tabligbo e Akumape. Nel 1994 l‘Arcidiocesi di Lomé è divisa in tre diocesi: Lomé, Aneho e Kpalime. Alle due missioni di Tabligbo e Akumape, che ora fanno parte della diocesi di Aneho, si aggiunge nel 1997 la nuova fondazione di Asrama, in quella di Kpalime.
La consegna di Kodjoviakope alla diocesi di Lomé, nel 1994, permette l’apertura della nuova missione di Adidogome. Dopo vent’anni di presenza nella zona a servizio della Chiesa locale, emerge l’esigenza di rispondere al desiderio di chi vuole condividere la vocazione missionaria comboniana. Sorge così il postulato per aspiranti sacerdoti, vicino alla missione di Adidogome, nel 1985 e poi quello per fratelli nel 1992 a Cacaveli, nella periferia di Lomé.
Anche in Ghana la storia della presenza comboniana segue la stessa falsariga: la missione di Abor si sviluppa e crea Sogakope, e questa a sua volta genera Adidome. Col tempo, vengono consegnate al clero locale Liati (1991), Sogakope ( 1999 ) e Abor ( 2003 ). Ci si sposta invece verso la periferia della capitale Accra, dove la presenza della chiesa cattolica è ridotta ai minimi termini. Nascono quindi nel 2001 la nuova missione di New Achimota (Our Lady of Assumption ) e una comunità di Animazione Missionaria e di promozione vocazionale, sempre ad Accra ma nel quartiere di Kaneshie.
In Benin, consegnate al clero diocesano le prime due missioni (Lobogo nel 1986 e Bopa nel 1988), si apre una comunità a Fidrjosse (1989), nella periferia di Cotonou, la capitale economica del Benin. Anche qui, nel giro di pochi anni, vengono create e poi affidate al clero beninese due parrocchie: Gbedegbe e Akplomey. Nel 1997 si prende una nuova missione in brousse a Toffo. Nel corso degli anni, il lavoro di promozione vocazionale porta i suoi frutti: tre padri e sei fratelli comboniani originari del Togo-Ghana-Benin prestano un servizio in provincia, mentre un’altra una quindicina lavorano in missione in altri paesi, senza contare 18 giovani religiosi in formazione. Nel 2003, alla periferia di Cotonou, si apre un noviziato interprovinciale.
A quarant’anni dall’inizio, la presenza comboniana in questa zona dell’Africa occidentale continua a rispondere alla necessità di prima evangelizzazione (sia in brousse sia nelle periferie delle tre capitali) e di promozione umana (scuola agricola di Vogan, tenuta dai fratelli per la preparazione di giovani allevatori), mentre offre alle Chiese locali un servizio di animazione missionaria e la condivisione del carisma comboniano nei tre centri di formazione operanti nella capitale di ciascun paese. Per il futuro, le richieste di alcuni vescovi del Nord del Togo e del Benin e il fenomeno di un Islam sempre più aggressivo, stanno spingendo il gruppo comboniano verso diocesi più povere e zone più islamizzate.
Da alcuni anni, accanto ai padri e fratelli, lavorano in Togo anche le sorelle comboniane. Giungono nel 1997 a Lomé, dove aprono una comunità che si dedica a varie attività di carattere pastorale e sociale (carcerati, gruppi e movimenti, donne, mezzi di comunicazione) e all’animazione missionaria e vocazionale. Due anni dopo fondano una seconda comunità ad Asrama, dedicandosi alla prima evangelizzazione, alla pastorale e all’assistenza sanitaria. A partire dal 1996, la presenza della famiglia comboniana nella provincia può contare anche con l’attività di alcuni Laici Missionari Comboniani provenienti dagli USA, che si susseguono in vari servizi ad Abor e Accra in Ghana.