di Teresino Serra
Dal 15 al 21 agosto scorso il p. Generale ha compiuto una visita ufficiale alla Provincia Comboniana del Mozambico. E’ ormai tradizione che dopo queste visite i membri del Consiglio Generale inviino una lettera ai confratelli, eco degli incontri e condivisioni avvenute.
Roma, 06.09.2008
MISSIONARI COMBONIANI
Superiore Generale
P. Massimo Robol e
Confratelli tutti
Provincia di Mozambico
Carissimo confratelli,
Un grazie sincero e fraterno ad ognuno ed a tutti per la gentilezza, bontà a attenzione fraterna nei miei riguardi, durante la mia breve visita in Mozambico. Sono tornato a Roma contento di avervi visto a lavoro nella missione che tanto amate. Alcune note:
1. Con voi ho respirato aria di cenacolo e di famiglia. Cenacolo e famiglia sono due forze missionarie: Vivere insieme, infatti, non è solo un metodo per un’evangelizzazione più adeguata, né una qualità di vita in cui i missionari trovano equilibrio, ma è qualcosa di più profondo. E’ sperimentare ciò che Cristo aveva proposto ai suoi discepoli: rimanere insieme, andare insieme ed insieme produrre frutto in nome Suo. I pastori solitari non fanno parte della mentalità di Cristo e neanche di Comboni.
2. La partecipazione nei diversi incontri mi è sembrata positiva e attiva. Ho sentito l’interesse per la vita dell’Istituto, interesse che io traduco come amore alla famiglia e senso di appartenenza sincero. Ho gradito i momenti di preghiera. Lo ripeto, perchè Comboni lo ha detto in varie maniere: la preghiera, sentita e vissuta, garantisce il futuro della provincia e la passione per la missione. Ogni volta che preghiamo insieme… insieme facciamo missione di qualità. La nostra missione viene da Cristo stesso e per poterla vivere pienamente dobbiamo rimanere a contatto con Lui. Non si tratta di una relazione qualsiasi e occasionale, ma di un’esperienza di abbandono fiducioso in Colui che ci ama e ci manda come missionari del Suo Cuore.
3. Ho notato anche amore vero alla missione e dalla terra del Mozambico. Innamorarsi del popolo è segno di missionarietà genuina. Chiedo a Dio perché continui a benedire tutta la provincia ed ogni confratello con quello spirito missionario che ci porta a dire, come Comboni: Certo che non risparmierò né fatiche, né viaggi, né la vita per riuscire nell’impresa.
4. In 60 anni i Comboniani hanno scritto pagine della storia di Mozambico e della sua Chiesa. Tutti desidererebbero avere più personale per affrontare le necessità della Chiesa locale e far fronte alle situazioni di missione di frontiera che ancora esistono. Comunque, guardiamo al futuro con ottimismo e insieme doniamoci totalmente alla missione. Andiamo avanti senza nostalgie: “Esistono solo due giorni nell’anno nei quali nulla può essere fatto. Uno si chiama ieri e l’altro si chiama domani, pertanto oggi è il giorno sicuro per amare, credere, fare, vivere, pensare come Dio, sentire come Dio e donarsi come Dio si è donato!"
Carissimi confratelli,
Vi scrivo il “ bene che ho visto”. I limiti, le debolezze, le difficoltà, le croci e sofferenze le conoscete già…e si fanno sentire. Il tutto, secondo il Comboni, si supera con i tre amori: Amore a Dio, amore alla propria vocazione e amore alla missione.
Dio vi benedice, Comboni vi accompagna e io vi auguro ogni bene.