Lunedì 16 agosto 2021
La Famiglia Comboniana (FC) si decise di fare una mappatura dei ministeri sociali comboniani nel mondo, in vista di un nuovo paradigma missionario sempre più improntato sulla ministerialità. Tendenzialmente, nei ministeri sociali della FC il servizio diretto, tende a prevalere sulla dimensione di giustizia e pace. Risulta evidente la vicinanza ai poveri, l’uscire verso gli esclusi e il fare causa comune con loro. Ciò che rende significative le presenze sul campo è la profezia, che vediamo espressa nella cultura dell’incontro. [Nella foto: padre Massimo Ramundo, comboniano, ad Açailândia, in Brasile. Nigrizia]
L’impegno sociale comboniano
Una mappatura...
In cammino con i movimenti popolari la Famiglia Comboniana riflette sulla sua presenza a fianco degli impoveriti e sul suo impegno per la giustizia. In vista di un nuovo paradigma missionario sempre più improntato sulla ministerialità.
La Famiglia Comboniana (FC) da diversi anni ha intrapreso un percorso missionario di presenza ed accompagnamento dei movimenti popolari e sociali impegnati per la rigenerazione di un mondo in cui il grido degli impoveriti e della terra alza il velo sull’insostenibilità socio-economica e ambientale. Dal 2007 partecipa al Forum Sociale Mondiale, che si celebra circa ogni due anni in varie parti del mondo. In quelle occasioni, organizza anche un forum specificamente comboniano, per promuovere una riflessione teologica e carismatica a partire dalle realtà incontrate.
Nel 2018 pubblica il libro Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo, volume che documenta il percorso fatto e riflette sulla missione prendendo spunto dai sui frutti. A questo volume ne segue un secondo, Noi siamo missione: testimoni di ministerialità sociale nella famiglia comboniana, in cui “viene presentata l’immersione della missione comboniana nella realtà della vita in vari contesti culturali e sociali ed esaltata l’originalità e la vitalità del carisma comboniano nel servizio ministeriale con approcci, metodi, dinamiche e mezzi variegati” (dalla presentazione, p. 10). Nel contesto di questo processo di azione-riflessione, si decide di fare una mappatura dei ministeri sociali comboniani nel mondo, con tre obiettivi: valutare la significatività del ministero sociale comboniano; far emergere come la famiglia comboniana vive la ministerialità nel passaggio epocale a un nuovo paradigma di missione; e promuovere un cammino sinodale.
Nella prima fase del progetto, vengono documentate ed analizzate 205 esperienze di ministero sociale. Questo dato eccezionale offre la possibilità di un nuovo sguardo su quello che si sta facendo: per la prima volta c’è uno sguardo d’insieme, basato su dati sistematici ed emerge una possibilità di un confronto e dialogo senza precedenti. Tuttavia, è solo l’inizio di un processo. Ci sono ancora molte esperienze da documentare e condividere. La mappatura è un esercizio continuo e richiede anche aggiornamenti delle esperienze già documentate.
Una prima considerazione riguarda l’approccio al ministero sociale. Storicamente, la prassi sociale della chiesa si articola lungo due assi: servizio agli ultimi, agli esclusi (direct service), che si articola a sua volta in due direzioni, cioè opere di misericordia e promozione umana; e giustizia e pace (social action), dimensione profetica articolata in denuncia da un lato, e promozione di alternative sistemiche dall’altro.
Tendenzialmente, nei ministeri sociali della FC il servizio diretto, tende a prevalere sulla dimensione di giustizia e pace. In particolare, l’aspetto che risulta più debole nel complesso è quello della denuncia delle ingiustizie, che in parte si spiega con la necessità di tenere un basso profilo proprio laddove, per la presenza di regimi oppressivi, avvengono le maggiori violazioni dei diritti umani e le ingiustizie strutturali. In tali contesti, si nota allo stesso tempo un impegno a costruire una qualche alternativa, segno di una scelta deliberata di resistenza all’ingiustizia e oppressione. In pratica, mediamente il servizio diretto si presenta come strutturalmente integrato nei ministeri sociali, mentre la giustizia e pace mediamente è presente con pratiche frequenti, ma non ancora strutturalmente integrate nei ministeri sociali. Attenzione a non fraintendere: si tratta di valori medi che descrivono il sistema nel suo insieme, non le esperienze sul terreno. Per quanto riguarda quest’ultime, bisogna verificare caso per caso. Tuttavia, conoscere questi valori medi è molto utile per comprendere le tendenze dell’approccio al ministero sociale nella FC.
In Africa, in particolare, la prevalenza del servizio diretto risulta leggermente più accentuata – con un accento particolare sulla dimensione educativa e di sviluppo umano – mentre in America ed Europa si riscontra un maggiore equilibrio. Questo potrebbe in parte essere dovuto al contesto – in genere i bisogni primari in Africa sono più urgenti e l’accesso ai servizi di base più limitato – e in parte alla tradizione missionaria nel continente. Per quanto riguarda l’Asia, invece, la presenza è ancora piuttosto limitata e questo non permette di fare delle considerazioni sistemiche.
Un secondo aspetto che emerge dalla mappatura è la fotografia dei settori ministeriali in cui è impegnata la FC. In comunione con il magistero e la prassi sociale della chiesa, emergono due settori non tanto legati a degli ambiti di servizio quanto a dei processi di trasformazione sociale: lo sviluppo umano integrale e GPIC. Dal momento che, all’interno dell’ambito dello sviluppo umano integrale e in continuità con la storia della missione moderna, educazione/istruzione e sanità assumono un rilievo molto importante, è sembrato opportuno evidenziarli come elementi particolari con le loro proprie articolazioni.
Nel settore dello sviluppo umano integrale troviamo il soccorso (relief), lo sviluppo socio-economico, la dimensione della trasformazione sociale, cioè del cambiamento strutturale, attraverso buona governance e advocacy (cioè perorare la causa del cambiamento sistemico, in questo caso). Oltre a tutto ciò, fatto caratterizzante il carisma comboniano, troviamo anche una certa insistenza sulla formazione di leaders.
Nel settore GPIC, troviamo diversi tipi di accento: sui diritti umani, su ecologia e ambiente, su pace e riconciliazione, su giustizia sociale e inclusione, e sul dialogo inter-religioso, come strada per costruire fraternità ed un mondo più giusto.
Le tendenze rilevate dalla mappatura dei ministeri sociali della FC offrono delle indicazioni interessanti a riguardo delle condizioni strutturali che caratterizzano la missione comboniana.
Risulta evidente la vicinanza ai poveri, l’uscire verso gli esclusi e il fare causa comune con loro. E questo non in senso paternalistico, ma in un’ottica di servizio che li vede come protagonisti nel loro percorso di rigenerazione, come testimonia anche l’impegno di facilitazione della partecipazione e il ricorrente empowerment della gente e delle comunità. Elemento chiave di questi atteggiamenti è l’inserzione, di cui si rilevano diverse forme: tra i gruppi umani esclusi, in comunità svantaggiate e marginalizzate, in contesti socio-culturali particolari, in cui la comunità cristiana non è solo minoranza, ma anche sperimenta restrizioni, come nel caso del mondo islamico.
In secondo luogo, colpisce la vitalità e l’articolazione della collaborazione ministeriale. Senza dubbio le esperienze documentate nel loro insieme parlano di comunità che evangelizzano assieme, profondamente inserite nel tessuto ecclesiale e in stretto rapporto con la chiesa locale e le sue varie realtà. Colpisce anche la fitta rete di cooperazione con svariati attori, anche oltre i confini ecclesiali.
Un terzo elemento degno di nota è quello del ruolo centrale della spiritualità e dell’identità ecclesiale nel ministero sociale comboniano. Lo testimoniano le diffuse attività di accompagnamento spirituale e l’atteggiamento di fondo di ricercare la trasfigurazione della realtà nel Regno di Dio. Un accompagnamento che è fondamentale nel processo di costruzione di un “popolo” (cf. E Fratelli tutti e Evangelii gaudium. Non c’è separazione tra dimensione sociale e dimensione spirituale-pastorale, ma sono vissute come un tutto interconnesso.
Infine, emerge con forza l’accento sulla dimensione educativa, certamente parte della tradizione comboniana e missionaria, ma che evidentemente assume, anche per numero di attività, un rilievo di primissimo piano. Se la missione richiede oggi una rivoluzione culturale, questo fatto strutturale costituisce una condizione sistemica molto importante. L’importanza di questo aspetto è testimoniata anche dal Patto educativo globale, promosso da papa Francesco, che interpreta la necessità di una trasformazione sociale che coinvolga la coscienza delle persone e dei popoli, in quanto la radice dell’insostenibilità del mondo odierno sta in una visione del mondo che ha perso il senso autentico dell’umanità e della vita.
Tuttavia, ci sono anche degli spazi di crescita da prendere in considerazione, nuove opportunità per una presenza profetica in risposta ai segni dei tempi. La dimensione ecologica, di riconciliazione e costruzione della pace, pur presente e anzi molto significativa in alcune esperienze, nell’insieme non ha ancora assunto una dimensione sistemica. Analogamente, il dialogo interreligioso e interculturale, che ha un ruolo importante nei ministeri sociali in contesto islamico, può davvero crescere molto in altri ambiti. E se pure emergono delle esperienze per promuovere una nuova economia sostenibile ed equa, anche questa dimensione sociale, oggi nevralgica quanto quella ambientale, è un settore che richiede maggiore attenzione e coinvolgimento.
Avendo documentato le esperienze sul campo, è ora possibile costruire degli spazi di incontro tra queste esperienze, per una azione-riflessione condivisa. Da questo incontro è possibile costruire percorsi che portino all’elaborazione di pastorali specifiche o di ambiente.
Ciò che rende significative le presenze sul campo è la profezia, che vediamo espressa nella cultura dell’incontro, che richiede apertura, disponibilità a lasciarsi cambiare, chiedere umilmente ospitalità. La vediamo anche nella tenerezza della compassione, nel fare causa comune a fianco degli impoveriti, nell’evangelizzare come comunità e in comunione in una rete ministeriale. La vediamo ogni qualvolta la realtà viene trasfigurata e lascia intravedere il Regno di Dio che viene, la presenza del Risorto che rigenera, donando vita in pienezza.
Tuttavia, la mappatura ci informa che ci sono degli aspetti in cui dobbiamo crescere come FC. Anzitutto, la dimensione di denuncia, per decostruire strutture di peccato lesive della dignità umana, della giustizia sociale e del bene comune. Inoltre, sentiamo un invito ad integrare in modo strutturale nei nostri ministeri sociali alcune dimensioni fondamentali come: l’ecologia integrale, pace e riconciliazione, dialogo inter-religioso e inter-culturale, economia sostenibile ed equa, e l’accompagnamento dei giovani.
[Fr. Alberto Parise – Nigrizia, luglio-agosto 2021, pp. 56-59]