Domenica 15 dicembre 2019
In questa domenica la parola centrale è Gaudete. Gaudete è la parola latina che significa “rallegrarsi”, e questa domenica siamo chiamati a sospendere il nostro Avvento per ricordare la gioia e l’anticipazione della Redenzione Promessa. Nella prima antifona della Messa di oggi abbiamo potuto ascoltare “Rallegrati sempre nel Signore. Lo dirò di nuovo: rallegrati! ”(Filippesi 4, 4). Queste parole dovrebbero accompagnarci in ogni momento, in ogni situazione, anche se a volte non è così facile. E per noi come LMC c’ è anche un altro motivo per gioire oggi. L’anno scorso durante l’assemblea internazionale del LMC a Roma è stato deciso che la terza domenica di Avvento sarà la nostra festa, quando potremo riunirci anche con altri membri della Famiglia Comboniana per celebrarla insieme. [LMC]
“La gioia del Vangelo riempie i cuori e le vite di tutti coloro che incontrano Gesù. Coloro che accettano la sua offerta di salvezza sono liberati dal peccato, dal dolore, dal vuoto interiore e dalla solitudine. Con Cristo la gioia nasce continuamente di nuovo. Desidero incoraggiare i fedeli cristiani a intraprendere un nuovo capitolo dell’evangelizzazione segnato da questa gioia.”
(Evangelii Gaudium, 1)
Oggi è un giorno pieno di gioia!
In questa domenica la parola centrale è Gaudete. Gaudete è la parola latina che significa “rallegrarsi”, e questa domenica siamo chiamati a sospendere il nostro Avvento per ricordare la gioia e l’anticipazione della Redenzione Promessa. Nella prima antifona della Messa di oggi abbiamo potuto ascoltare “Rallegrati sempre nel Signore. Lo dirò di nuovo: rallegrati! ”(Filippesi 4, 4). Queste parole dovrebbero accompagnarci in ogni momento, in ogni situazione, anche se a volte non è così facile.
E per noi come LMC c’ è anche un altro motivo per gioire oggi. L’anno scorso durante l’assemblea internazionale del LMC a Roma è stato deciso che la terza domenica di Avvento sarà la nostra festa, quando potremo riunirci anche con altri membri della Famiglia Comboniana per celebrarla insieme.
Questa giornata può essere molto stimolante per noi come missionari. Nell’esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium” è scritto molto chiaramente come siano collegati la gioia e la missione.
Prima di tutto dobbiamo ricordare la fonte della gioia. La vera gioia cristiana è diversa da quella che offre il mondo. Viene solo dall’incontro personale con Gesù Cristo, che deve essere rinnovato ogni giorno senza sosta. La presenza di Dio nelle nostre vite e il suo amore incondizionato rafforza questa gioia. I cristiani devono essere persone piene di gioia e in grado di irradiarla intorno a loro. Non possiamo mantenere questa gioia solo per noi stessi. Siamo chiamati a condividerla con gli altri affinché possa raggiungere tutti, specialmente quelli più poveri e abbandonati che potrebbero rischiano di essere oppressi dalle mille difficoltà delle loro vite. Questo è il cuore della missione indipendentemente dal luogo in cui ci troviamo.
Nell’omelia d’apertura del mese missionario straordinario, Papa Francesco ha pronunciato belle parole su questo argomento. Forse alcuni di voi le avranno già sentite, ma è comunque bene riprenderle e rifletterci su ancora: “Possiamo noi, che abbiamo scoperto di essere figli del Padre celeste, tacere la gioia di essere amati, la certezza di essere preziosi agli occhi di Dio? Questo è un messaggio che molte persone stanno aspettando di sentire. Ed è nostra responsabilità. Chiediamoci: quanto sono bravo come testimone?
Pecchiamo di omissione, e quindi contro la missione, ogni volta che, anziché diffondere gioia, pensiamo a noi stessi come vittime, o pensiamo che nessuno ci ami o ci capisca. Pecchiamo contro la missione quando ci tiriamo indietro dicendo: “Non posso farlo: non sono all’altezza”. Come può essere? Dio ti ha dato talenti, ma ti ritieni così povero da non poter arricchire una sola persona? Pecchiamo contro la missione quando ci lamentiamo e continuiamo a dire che tutto sta andando di male in peggio, nel mondo e nella Chiesa. Pecchiamo contro la missione quando diventiamo schiavi delle paure che ci immobilizzano quando ci lasciamo paralizzare pensando che “le cose non cambieranno mai”. Pecchiamo contro la missione quando viviamo la vita come un peso e non come un dono, quando mettiamo al centro noi stessi e le nostre preoccupazioni e non i nostri fratelli e sorelle che aspettano di essere amati ”.
Oggi è una bella giornata di festa in comunione con tutti gli altri LMC nel mondo. Ma è anche una buona giornata per riflettere personalmente e condividere nei gruppi:
Mentre riflettiamo su queste domande, ricordiamo che la gioia stessa è un segno sicuro che il Vangelo viene proclamato e che porta frutto (Evangelii Gaudium # 21). Possa tutto il nostro ministero essere pieno della gioia del Vangelo che fonda le sue radici nei nostri incontri personali con Gesù.