Lunedì 29 maggio 2017
“Saluto i Missionari Comboniani che festeggiano 150 anni di fondazione”, ha espresso ieri papa Francesco rivolgendosi ai pellegrini in piazza San Pietro dopo la recita del Regina Caeli. Jorge Bergoglio ha ricordato anche i recenti atti di “feroce violenza” in Egitto e a Manchester. “Il Signore accolga nella sua pace questi coraggiosi testimoni, questi martiri, e converta i cuori dei terroristi”, disse. Ha menzionato inoltre la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. “I mezzi di comunicazione sociale offrono la possibilità di condividere e diffondere all’istante le notizie in modo capillare; queste notizie possono essere belle o brutte, vere o false; preghiamo perché la comunicazione, in ogni sua forma, sia effettivamente costruttiva, al servizio della verità rifiutando i pregiudizi, e diffonda speranza e fiducia nel nostro tempo”. Riportiamo qui il testo completo della catechesi e del saluto di papa Francesco prima e dopo del Regina Caeli.

 

La Chiesa esiste
per annunciare il Vangelo


La festa dell’Ascensione di Gesù al cielo, che in vari Paesi del mondo, fra cui Italia, si celebra oggi, domenica 28 maggio 2017, “ci svela perché esiste la Chiesa”. “Esiste – ha sottolineato papa Francesco nella sua catechesi prima della recita del Regina Caeli – per annunciare il Vangelo, solo per quello!” “E anche, la gioia della Chiesa è annunciare il Vangelo”, ha aggiunto il Pontefice, ricordando che la Chiesa “siamo tutti noi battezzati”.

“Oggi siamo invitati a comprendere meglio che Dio ci ha dato la grande dignità e la responsabilità di annunciarlo al mondo, di renderlo accessibile all’umanità”, ha proseguito Francesco, definendo questo aspetto “il più grande onore” di tutti i battezzati. Con lo sguardo al cielo, ha suggerito il Pontefice, è “la nostra missione di testimoniare e vivere il Vangelo in ogni ambiente”. All’inizio della sua riflessione domenicale, il Papa si è soffermato sulla scena dell’ultimo saluto di Gesù ai suoi discepoli. Anche se alcuni di loro sono “ancora dubbiosi”, proprio “a questa comunità spaurita, Gesù lascia il compito immenso di evangelizzare il mondo”. L’Ascensione — ha spiegato il Papa — costituisce infatti la conclusione della missione del Figlio e l’inizio della prosecuzione di tale missione da parte della Chiesa, che però non è sola: “godrà ogni giorno dell’assistenza del Signore risorto”, ha promesso Gesù. Infatti, ha spiegato papa Francesco, “soltanto con la luce e la forza dello Spirito Santo noi possiamo adempiere efficacemente la nostra missione di far conoscere e sperimentare sempre più agli altri l’amore e la tenerezza di Gesù.”
Riportiamo di seguito il testo completo della catechesi di papa Francesco prima del Regina Caeli.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra l’Ascensione di Gesù al cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Pasqua. La pagina evangelica (cfr Mt28,16-20), quella che conclude il Vangelo di Matteo, ci presenta il momento del definitivo commiato del Risorto dai suoi discepoli. La scena è ambientata in Galilea, il luogo dove Gesù li aveva chiamati a seguirlo e a formare il primo nucleo della sua nuova comunità. Adesso quei discepoli sono passati attraverso il “fuoco” della passione e della risurrezione; alla vista del Signore risorto gli si prostrano davanti, alcuni però sono ancora dubbiosi. A questa comunità spaurita, Gesù lascia il compito immenso di evangelizzare il mondo; e concretizza questo incarico con l’ordine di insegnare e battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (cfr v. 19). L’Ascensione di Gesù al cielo costituisce perciò il termine della missione che il Figlio ha ricevuto dal Padre e l’avvio della prosecuzione di tale missione da parte della Chiesa. Da questo momento, dal momento dell’Ascensione, infatti, la presenza di Cristo nel mondo è mediata dai suoi discepoli, da quelli che credono in Lui e lo annunciano. Questa missione durerà fino alla fine della storia e godrà ogni giorno dell’assistenza del Signore risorto, il quale assicura: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (v. 20).

E la sua presenza porta fortezza nelle persecuzioni, conforto nelle tribolazioni, sostegno nelle situazioni di difficoltà che incontrano la missione e l’annuncio del Vangelo. L’Ascensione ci ricorda questa assistenza di Gesù e del suo Spirito che dà fiducia, dà sicurezza alla nostra testimonianza cristiana nel mondo. Ci svela perché esiste la Chiesa: la Chiesa esiste per annunciare il Vangelo, solo per quello! E anche, la gioia della Chiesa è annunciare il Vangelo. La Chiesa siamo tutti noi battezzati. Oggi siamo invitati a comprendere meglio che Dio ci ha dato la grande dignità e la responsabilità di annunciarlo al mondo, di renderlo accessibile all’umanità. Questa è la nostra dignità, questo è il più grande onore di ognuno di noi, di tutti i battezzati!

In questa festa dell’Ascensione, mentre rivolgiamo lo sguardo al cielo, dove Cristo è asceso e siede alla destra del Padre, rafforziamo i nostri passi sulla terra per proseguire con entusiasmo e coraggio il nostro cammino, la nostra missione di testimoniare e vivere il Vangelo in ogni ambiente. Siamo però ben consapevoli che questa non dipende prima di tutto dalle nostre forze, da capacità organizzative e risorse umane. Soltanto con la luce e la forza dello Spirito Santo noi possiamo adempiere efficacemente la nostra missione di far conoscere e sperimentare sempre più agli altri l’amore e la tenerezza di Gesù.

Chiediamo alla Vergine Maria di aiutarci a contemplare i beni celesti, che il Signore ci promette, e a diventare testimoni sempre più credibili della sua Risurrezione, della vera Vita.”



Papa Francesco
saluta anche i Comboniani


Rivolgendosi ai pellegrini in piazza San Pietro dopo la recita del Regina Caeli, papa Francesco ha espresso oggi, domenica 28 maggio 2017, nuovamente la sua vicinanza al patriarca copto-ortodosso Tawadros II e a tutta la Nazione egiziana per l’attentato di due giorni fa a Minya.

“Le vittime, tra cui anche bambini, sono fedeli che si recavano a un santuario a pregare, e sono stati uccisi dopo che si erano rifiutati di rinnegare la loro fede cristiana”, ha detto Francesco “Il Signore accolga nella sua pace questi coraggiosi testimoni, questi martiri, e converta i cuori dei terroristi”, ha dichiarato il Pontefice, che ha anche pregato per le vittime dell’attentato di Manchester, “dove tante giovani vite sono state crudelmente spezzate”.

Il Papa ha ricordato inoltre i fedeli che oggi ricorre la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. “Preghiamo perché la comunicazione, in ogni sua forma, sia effettivamente costruttiva, al servizio della verità rifiutando i pregiudizi, e diffonda speranza e fiducia nel nostro tempo”, ha detto il Papa. Nel suo saluto finale il Pontefice ha rivolto poi “un pensiero speciale e un incoraggiamento va ai rappresentanti delle associazioni di volontariato che promuovono la donazione degli organi”, definendola con le parole del Catechismo della Chiesa Cattolica (n° 2296) un “atto nobile e meritorio”.

Jorge Bergoglio ha salutato inoltre i dipendenti Mediaset presenti in piazza San Pietro. “Saluto anche i lavoratori di Mediaset Roma, con l’auspicio che la loro situazione lavorativa possa risolversi, avendo come finalità il vero bene dell’azienda, non limitandosi al mero profitto ma rispettando i diritti di tutte le persone coinvolte: e il primo è il diritto al lavoro”, ha detto Francesco, che ieri a Genova aveva dedicato parole forti al tema del lavoro.
Riprendiamo il testo completo del saluto del Papa.


Saluto
i Missionari Comboniani
che festeggiano
150 anni di fondazione


“Cari fratelli e sorelle,
desidero esprimere nuovamente la mia vicinanza al caro fratello il Papa Tawadros II e a tutta la Nazione egiziana, che due giorni fa ha subito un altro atto di feroce violenza. Le vittime, tra cui anche bambini, sono fedeli che si recavano a un santuario a pregare, e sono stati uccisi dopo che si erano rifiutati di rinnegare la loro fede cristiana. Il Signore accolga nella sua pace questi coraggiosi testimoni, questi martiri, e converta i cuori dei terroristi. E preghiamo anche per le vittime dell’orribile attentato di lunedì scorso a Manchester, dove tante giovani vite sono state crudelmente spezzate. Sono vicino ai familiari e a quanti ne piangono la scomparsa.

Si celebra oggi la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, sul tema “Non temere perché io sono con te” (Is 43,5). I mezzi di comunicazione sociale offrono la possibilità di condividere e diffondere all’istante le notizie in modo capillare; queste notizie possono essere belle o brutte, vere o false; preghiamo perché la comunicazione, in ogni sua forma, sia effettivamente costruttiva, al servizio della verità rifiutando i pregiudizi, e diffonda speranza e fiducia nel nostro tempo.

Saluto tutti voi, cari romani e pellegrini: le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni, le scuole.

In particolare, saluto i fedeli provenienti dal Colorado; i gruppi folcloristici bavaresi venuti per la grande parata nel centenario della festa della Patrona Bavariae; saluto i fedeli polacchi, con una benedizione anche per i partecipanti al pellegrinaggio al Santuario di Piekary.

Saluto i Missionari Comboniani che festeggiano 150 anni di fondazione; il pellegrinaggio delle Suore Ospedaliere di Ascoli Piceno; i gruppi di Napoli, Scandicci, Thiesi, Nonantola, e gli alunni della scuola “Sacro Cuore del Verbo Incarnato” di Palermo.

Un pensiero speciale e un incoraggiamento va ai rappresentanti delle associazioni di volontariato che promuovono la donazione degli organi, “atto nobile e meritorio” (Catechismo, n. 2296). Saluto anche i lavoratori di Mediaset Roma, con l’auspicio che la loro situazione lavorativa possa risolversi, avendo come finalità il vero bene dell’azienda, non limitandosi al mero profitto ma rispettando i diritti di tutte le persone coinvolte: e il primo è il diritto al lavoro.

Voglio concludere con un grande saluto ai genovesi e un grande grazie per la loro calorosa accoglienza che mi hanno riservato ieri. Che il Signore li benedica abbondantemente e la Madonna della Guardia li custodisca.

E a tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”