Roma, lunedì 16 luglio 2012
L’Assemblea della Formazione di Base e della Pastorale Vocazionale Giovanile dei Missionari Comboniani in Europa, iniziata il 1° luglio, si è conclusa il 13 a Maia, Portogallo, con l’approvazione del documento finale e la celebrazione dell’Eucaristia di ringraziamento per il lavoro realizzato. L’Eucaristia è stata presieduta dal segretario generale della formazione (nella foto).
I quindici comboniani, provenienti da Germania, Spagna, Italia, Polonia e Portogallo, il superiore provinciale coordinatore del settore, P. Alberto de Oliveira Silva, e il segretario generale della formazione, P. Opargiw John Baptist Keraryo, hanno occupato la seconda settimana dell’assemblea con la presentazione delle relazioni dei rappresentanti dei vari paesi europei e dei padri John Baptist e Alberto Silva.
Dopo la lettura delle relazioni, c’è stata una riflessione individuale e uno scambio di opinioni in gruppo in vista della stesura del documento finale, la cui introduzione contiene le considerazioni principali sulla nostra missione in Europa. Il documento, che sviluppa il concetto fondamentale secondo il quale la comunità deve essere il punto di partenza dei ministeri della pastorale vocazionale giovanile e della formazione di base, è stato approvato all’unanimità. Il segretario generale ha anche sottoposto all’esame dell’assemblea tre questioni specifiche, che dovranno essere presentate, analizzate e approvate alla prossima Assemblea Intercapitolare di settembre, a Roma. Dopo aver esaminato tali questioni, i presenti all’assemblea si sono pronunciati a favore degli scolasticati intercontinentali, del servizio missionario degli scolastici al termine degli studi e degli scolasticati inseriti.
Durante la settimana, ci sono stati anche momenti di svago e alcune passeggiate alle vicine città di Oporto, Aveiro, Guimarães, Braga e Fatima, meta immancabile – quest’ultima – per chi si trovava in Portogallo per la prima volta.
P. Carlos Alberto Nunes ha detto: “La valutazione dell’assemblea è stata decisamente positiva e siamo tornati nei nostri paesi e luoghi di lavoro sentendo di aver compiuto il nostro dovere. Penso che ne siamo usciti arricchiti e in grado di rendere un servizio migliore alla nostra missione di formatori e animatori giovanili e vocazionali. Ora, la sfida maggiore è lavorare di più e meglio, con uno spirito europeo, coniugando sforzi e attività”.