All'inizio della sua vita, Gesù dirà con tutta semplicità che
deve occuparsi delle cose del Padre suo(Lc 2; 49) e dopo la risurrezione, nell’Episodio di Emmaus, spiegherà, con la medesima semplicità, che bisognava che il
Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria(Lc 24, 26).
Tutta la sua vita sarà vissuta sotto questo segno:
essere in comunione col Padre.
Un altro episodio conferma questa missione-comunione con il Padre; mentre sta predicando, gli dicono che ci sono sua madre e i suoi fratelli ed egli sembra negare ogni parentela umana risponden¬do:
Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre(Mc 3,34-35).
Nel dire ciò non ci presenta né un’affermazione simbolica, né una bel¬la frase fatta, ma una linea di condotta: un Capitolo Generale è
Ascoltare la voce di Dio e
Cercare la sua Volontà: come ci vuole Dio, dove ci vuole Dio? Sono le domande.
Capitolo e Pentecoste
Si dice che San Francesco aveva stabilito per i Capitoli Generali una data precisa: la Pentecoste. Una bella intuizione. Noi possiamo sostenere che se, cronologicamente, il Capitolo non avviene a Pentecoste, almeno spiritualmente dovrebbe succedervi
una Pentecoste.
Bisogna che si crei quel clima spirituale, perché il Capitolo Generale sia un evento spirituale guidato dallo Spirito.
La narrazione dell’evento di Pentecoste negli Atti degli Apostoli non è un racconto statico di un passato. Se ascoltiamo bene la Parola di Dio, capiamo che quello che avvenne in quell’anno, in quel giorno, avviene di nuovo.
Capitolo Generale, Chiesa e Missione
Un carisma non è dato: è affidato. Non appartiene alla persona o al gruppo che lo riceve, ma alla Chiesa, al Popolo di Dio, alla missione. I membri di un Istituto sono
i guardiani di un carisma, non i proprietari.
Il Capitolo Generale di un Istituto, conseguentemente, non è un affare privato. E’ un evento ecclesiale che interessa la comunità cristiana tutta intera. Per un istituto, è l’occasione privilegiata di assumere una nuova coscienza dei suoi legami con la Chiesa, di cui esercita una parte della missione, e con il mondo, al quale è inviato da Cristo.
Capitolo Generale e Ascolto
Nel Capitolo generale, un istituto si mette in situazione d’ascolto reciproco. Lo stesso Spirito che ha parlato ai fondatori continua a parlare nel cuore di ciascuno dei membri attuali dell’istituto e a interpellarli nelle loro situazioni concrete e diverse.
E’ dunque importante che un Capitolo generale, sia nel corso della sua preparazione, sia nel corso del suo svolgimento, dia voce a tutto ciò che si vive in seno all’istituto. Deve ascoltare la voce di coloro che faticano sotto il peso delle calde giornate di lavoro, come di coloro che scavano nuovi solchi in terreni sconosciuti.
Deve liberare le grida d’angoscia degli insoddisfatti, come la melodia dei soddisfatti. Deve lasciarsi guidare dai successi nelle iniziative umane e lasciarsi istruire dai fallimenti.
Capitolo, missione di tutti
Come abbiamo detto altre volte, un Capitolo sarà senza effetto, se non è recepito dall’Istituto. Potrà essere recepito, in generale, nella misura in cui tutti avranno potuto partecipare alla sua preparazione in maniera attiva, pensando al bene della missione e dell’Istituto stesso.
Da un Capitolo generale, un istituto non può che uscire ri-evangelizzato, inculturato, e dunque ri-fondato, perché
stabilito in modo nuovo sulle sue proprie basi, e dunque sulla pietra angolare che è il Cristo.
Nel chiudere i lavori in aula, il pa Teresi disse una semplice parola di
ringraziamento.
Ringrazio tutti per aver convissuto con la missione e con l’Istituto. L’amore alla missione e l’affetto per la famiglia comboniana sono stati visibili e tangibili.
Ringrazio tutti coloro che hanno preparato e curato l’andamento dell’assemblea con generosità e spirito fraterno. La preoccupazione dei confratelli della comunità della curia è stata quella di farci sentire in famiglia. Continuiamo la convivenza con l’Istituto, mentre camminiamo verso il Capitolo Generale 2009.
Buon lavoro in nome di quel Dio che ha ama la famiglia comboniana.