Lunedì 14 aprile 2025
Abbiamo iniziato la Settimana Maggiore con la doppia celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione. La benedizione dei rami all’inizio della liturgia e la processione verso la chiesa ricordano l’ingresso regale di Gesù a Gerusalemme. E nella mia infanzia, in questa domenica offrivamo anche un rametto ai nostri padrini per ricevere il regalo di Pasqua: una “Cuddhure” di Pasqua, pane intrecciato con uova incrostate.

Quest’anno, liturgicamente parlando, siamo nell’anno C e quindi leggiamo il Vangelo di Luca. Il medico siriano di Antiochia ci racconta che Gesù mandò due discepoli a liberare e riportare a lui un puledro che era rimasto bloccato nel villaggio di fronte e che nessuno aveva cavalcato. A chiunque glielo chiedesse, disse di rispondere: “Il Signore ha bisogno di lui!”. E così fecero.

«Lo condussero dunque da Gesù e, gettati i loro mantelli sul puledro, aiutarono Gesù a cavalcare. Mentre Gesù procedeva, stendevano i loro mantelli sulla strada. E quando fu vicino alla discesa del monte degli Ulivi, tutta la folla dei discepoli cominciò, piena di gioia, a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano visto. Dicevano: “Benedetto il re che viene nel nome del Signore! Pace nei cieli e gloria nel più alto dei cieli!”» (Luca 19,35-38).

La lettura breve della preghiera del mattino ha spiegato il motivo della scelta di Gesù, citando la profezia di Zaccaria: «Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso; umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina» (Zaccaria 9,9). Gesù scese da Betania a Gerusalemme sull’asinello. Un viaggio di forse mezz’ora.

Ecco il nostro Dio: lo chiamiamo onnipotente, onnisciente, onnipresente. Ma egli si presenta disarmato, depotenziato, umile, in sella non a un cavallo addestrato per la guerra, ma a un modesto puledro. Giusto e vittorioso, in cammino verso la passione, la morte e la risurrezione, il suo mistero pasquale. Che paradosso! Forse Gesù non aveva molta pratica di equitazione, perché dovette essere aiutato a cavalcare l’asinello. Ma ne ha avuto bisogno! E dell’aiuto che gli è stato dato...

Oggi ha bisogno di te e di me per essere i suoi puledri. Anche se siamo calvi, gobbi e sdentati!

Ora non si tratta di rientrare a Gerusalemme – lì non c’è posto per lui – ma nel cuore di ogni uomo e donna, di ogni persona che è nostro partner nella vita umana. Tu e io siamo i puledri di cui Gesù ha bisogno per entrare nelle Gerusalemme di oggi, nella vita di ogni persona amata e creata da Dio.

Siamo gli asinelli di cui ha bisogno quando proclamiamo con la nostra vita e, se necessario, con le nostre parole, che Gesù è il re che viene nel nome del Signore, che è pace in cielo – e in terra – e gloria nel più alto dei cieli, il Salvatore e Signore.

Accetti essere il puledro del Signore? Accetti essere la puledra del Signore? Io accetto!

Settimana Maggiore generosa!

P. José da Silva Vieira, missionario comboniano in Etiopia