Lunedì 7 aprile 2025
“Quest’anno si è verificata una piacevole coincidenza: il Sabato Santo cade proprio nel giorno della mia ordinazione sacerdotale, e la Domenica di Pasqua coincide con l’anniversario della prima Messa nel mio paese, nell’aprile del 1968. Grazie alla buona salute di corpo e anima, riesco a mantenere quasi lo stesso ritmo di sempre, cosa che sorprende molti, oltre che me stesso!”, scrive padre Gian Paolo Pezzi, missionario comboniano a Butembo, nella Repubblica Democratica del Congo.
Carissima/o,
Pace e Bene a te nel rifiorire della primavera e nella gioia della Pasqua. Da mesi ormai a Butembo si guarda al domani nell’incertezza, si vive il presente nell’insicurezza, si ricorda il passato recente con paura, angoscia a volte, spesso con sospetto verso le persone che ci stanno accanto, e sempre con tanta frustrazione e ira per la condotta corrotta e incapace di chi gestisce il Paese.
Eppure, la gente lavora, canta, ride, prega, si bisticcia, si sposa e fa progetti. Come se niente fosse? Spensieratezza, noncuranza, superficialità, sforzo di sfuggire al presente, resilienza? Forse un po’ di tutto. Ma ultimamente una riflessione del cardinale Martini sul Salmo 6 mi ha suggerito una visione diversa. Egli dice: La lode nella Bibbia è espressione della vita; oggi diremmo che la lode è espressione dell’essere, è meraviglia di fronte all’essere, al fatto di esistere. Dice il profeta Isaia: “Il vivente ti loda, o Dio, come io faccio oggi”.
È la vita che loda Dio, è il vivente che loda. Ricordo la sorpresa dei miei primi giorni in Burundi, quando la gente mi spiegava che il saluto del mattino, il nostro “buongiorno”, è Bwakeye, che letteralmente significa “Il sole splende ancora per te”. Forse inconsciamente la nostra gente, nella gioia di esistere, esprime una risposta di speranza alla tentazione della disperazione, una risposta di vita alla minaccia della morte.
Certo, nell’esultanza della lode nelle chiese c’è molto di esteriorità, quasi di teatralità, ma quando questa tappa della vita e della storia sarà passata, i ragazzi e i giovani di oggi ricorderanno le celebrazioni religiose come momenti di gioia e non di noia, di allegria e non di tristezza, se non proprio di alta spiritualità.
E che dire della mia attività missionaria?
Il libretto di preghiera missionaria in swahili, con le preghiere del cristiano in kinande, è già uscito (qui la foto della copertina). Il libro che conoscete, Heshimu mwili wako ni hekalu la Bwana, è già stato tradotto e corretto in kinande ed è alla sua seconda lettura: dopo Pasqua andrà in stampa. Dei quattro testi previsti nel nostro programma, il terzo – una sorta di manuale d’AM – è già a metà della sua preparazione.
La più bella novità è l’apertura della Scuola-Atelier di falegnameria per ragazzi in difficoltà. La data, sempre rimandata a causa dell’insicurezza, è ormai fissata per il martedì dopo Pasqua. L’immagine che identifica questa scuola (qui sotto riprodotta) è di un comboniano, fratel Duilio, che con il padre Eliseo aveva avviato il progetto una decina d’anni fa. È un impegno importante che la nostra provincia si è assunta e di cui, per ora, sono amministratore in attesa dell’arrivo di un fratello comboniano congolese che ne assumerà la direzione.
La visita alle parrocchie continua, anche se a singhiozzo proprio per l’insicurezza. Nonostante le interruzioni di corrente e di internet, continuo a pubblicare la newsletter mensile su giustizia e pace in quattro lingue, grazie anche alla collaborazione di due ex colleghi di insegnamento nel seminario di Kanyosha (Burundi, 1969-70) e di un’ex alunna dell’Università di Esmeraldas. Di tanto in tanto scrivo anche articoli o progetti per Cuore Amico che appoggia le nostre iniziative, e per altre istituzioni.
Una cosa simpatica: un’amicizia “perduta” dai tempi di Esmeraldas (Ecuador), con cui avevo vissuto un momento spirituale molto bello, è riuscita a rintracciarmi grazie agli attuali mezzi di comunicazione. Una grande gioia! Spero che prima del commiato finale possa accadere lo stesso per altre due persone, perché dipende solo da loro cercarmi.
Quest’anno si è verificata una piacevole coincidenza: il Sabato Santo cade proprio nel giorno della mia ordinazione sacerdotale, e la Domenica di Pasqua coincide con l’anniversario della prima Messa nel mio paese, nell’aprile del 1968.
Grazie alla buona salute di corpo e anima, riesco a mantenere quasi lo stesso ritmo di sempre, cosa che sorprende molti, oltre che me stesso! Anche per questo mi è stata affidata una conferenza per religiose e religiosi in occasione della festa della Vita Consacrata, il 2 febbraio, sul tema dell’Anno Santo: Pellegrini della speranza. E lo siamo in due sensi: perché camminiamo in questo mondo pieni di speranza, nonostante tutto, e perché, in un mondo tanto incline all’angoscia, all’ansia e al dubbio, portiamo con noi quella ricchezza tanto rara nel mercato mondiale: la speranza. Una speranza che, per chi crede nella Risurrezione, non è altro che il Signore Gesù stesso.
Buona Pasqua a tutti!
Gian Paolo,
Butembo, 4 aprile 2025