Venerdì 4 aprile 2025
La malnutrizione nei bambini è in aumento in tutto il mondo e la carenza di fondi da destinare agli aiuti ai Paesi in difficoltà rischia di condannare, chi sopravvive, a crescere in un ciclo di povertà e cattiva salute. Nei 15 Paesi più colpiti dalla malnutrizione, 33 milioni di bambini soffrono di deperimento e la denutrizione è responsabile della metà dei decessi tra i bambini sotto i cinque anni. [Anna Lisa Antonucci – L’Osservatore Romano]

Per coloro che sopravvivono, la malnutrizione riduce la capacità di apprendere, guadagnarsi da vivere e condurre una vita sana da adulti. La causa è l'incessante ondata di crisi globali, tra cui conflitti, instabilità economica ed emergenze legate al clima. Dunque l'obiettivo del summit, che si è tenuto a Parigi, “Nutrition for Growth”, insieme per nutrire il mondo, è stato combattere in particolare la malnutrizione nei bambini prima che sia troppo tardi. Ed è ai leader pervenuti qui da tutto il mondo che il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp) ha chiesto «investimenti urgenti per prevenire il deperimento infantile».

L’agenzia delle Nazioni Unite ha invitato la comunità internazionale a concentrarsi maggiormente sulla prevenzione del deperimento, la forma più mortale di malnutrizione, e ad agire prima che i bambini ne subiscano le conseguenze fatali. «Dobbiamo prevenire la malnutrizione infantile prima che inizi», ha affermato Cindy McCain, direttore esecutivo del Wfp . «Se non agiamo, condanniamo milioni di bambini a sofferenze per tutta la vita. Il Wfp ha le conoscenze e gli strumenti per fermare la malnutrizione sul nascere: ciò di cui abbiamo bisogno sono investimenti e volontà politica».

Il vertice di Parigi si è svolto in un momento difficile per le agenzie umanitarie, soprattutto a seguito del congelamento degli aiuti statunitensi e del calo dei finanziamenti da parte dei paesi donatori. In queste condizioni, il Wfp si è visto costretto a fare delle scelte difficili, dando priorità alla cura rispetto alla prevenzione. «Ciò significa che possiamo aiutare i bambini solo quando sono già malati», sottolineano i rappresentanti dell’agenzia Onu, secondo cui sono necessari 1,4 miliardi di dollari per implementare programmi di prevenzione e cura della malnutrizione per oltre 30 milioni di madri e bambini in 56 paesi entro il 2025. La malnutrizione, infatti, spesso inizia durante la gravidanza, spiegano gli addetti ai lavori, motivo per cui sono essenziali programmi di prevenzione rivolti alle madri e ai bambini a rischio.

«Investire nella prevenzione della malnutrizione nei primi 1.000 giorni migliora la salute individuale e rafforza le economie: i Paesi a basso e medio reddito perdono in media il 10% del loro Pil a causa della malnutrizione, dell’aumento dei costi sanitari e della riduzione del capitale umano», insiste il Wfp. E gli effetti della scarsità di fondi disponibili da destinare agli aiuti umanitari si fanno già sentire. Il Wfp rileva che in Afghanistan, ad esempio, i programmi di prevenzione cesseranno già a maggio, mentre in Siria e nella Repubblica Democratica del Congo, i programmi saranno ridotti già a giugno. Nello Yemen, dove fino a un terzo dei bambini sotto i cinque anni soffre di deperimento, negli ultimi 12 mesi il Wfp è riuscito a implementare un solo programma di prevenzione in un distretto, e tale programma terminerà a maggio se non ci saranno ulteriori finanziamenti. È stata dunque salutata con soddisfazione, a conclusione del vertice, la decisione dell’Unione europea di riaffermare il proprio impegno contro la malnutrizione, con nuove misure interne ed esterne, dalle politiche alimentari nazionali agli interventi umanitari e di sviluppo ed un investimento di 6,5 miliardi di euro a valere fino al 2029. In particolare la Commissione europea ha promesso 3,4 miliardi di euro per i paesi con alta malnutrizione infantile, soprattutto in Africa subsahariana e, tra i Paesi più generosi, la Germania ha destinato 870 milioni per la sicurezza nutrizionale globale e l’obiettivo “Zero Fame”, la Francia 750 milioni e Spagna e Paesi Bassi 400 milioni ciascuno.

Anna Lisa Antonucci – L’Osservatore Romano