Lunedí 27 maggio 2019
Lanciato a Ginevra un documento congiunto del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso (Pcid) e del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) “Educazione per la pace in un mondo multi religioso: una prospettiva cristiana” per incoraggiare le Chiese e le organizzazioni cristiane a riflettere sulle radici strutturali che hanno portato a turbare la pace nel mondo.

Definito dai firmatari «un’importante pietra miliare nel nostro impegno costante per rafforzare le relazioni ecumeniche attraverso la promozione del dialogo interreligioso», il documento è stato presentato nel corso della conferenza sul tema «Promuovere la pace insieme». Dopo un suggestivo momento spirituale, caratterizzato da musiche strumentali e dall’accensione di una lampada da parte dei leader delle diverse tradizioni di fede intervenuti, il vescovo Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del dicastero vaticano, e il segretario generale del Cec, Olav Fykse Tveit, hanno pronunciato i rispettivi discorsi introduttivi, seguiti dai saluti del nunzio apostolico Ivan Jurkovič, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite ed istituzioni specializzate a Ginevra, e della rappresentante della missione permanente degli Emirati arabi uniti, Aalya Al Shehhi.

Approfondimento sullo storico documento sulla Fratellanza umana per la pace

Successivamente due sessioni sono state dedicate all’approfondimento dello storico documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato dal Papa e dal Grande imam di Al Azhar ad Abu Dhabi il 4 febbraio scorso — per la Chiesa cattolica ha preso la parola il segretario del Pcid, monsignor Indunil Kodithuwakku — e di quello lanciato durante la Conferenza.

Mons. Ayuso: pianeta minacciato da terrorismo e violenza a sfondo religioso

Nella breve presentazione di quest’ultimo, monsignor Ayuso ha preso spunto dalla constatazione che «viviamo in un mondo frammentato» in cui «la polarizzazione è in aumento. Oltre alla crisi ecologica, l’instabilità politica, economica e sociale continua a minacciare il benessere se non l’esistenza stessa del pianeta. Il terrorismo, gli atti di violenza motivati dalla religione, la radicalizzazione o l’auto-radicalizzazione attraverso i social media, i discorsi di odio, così come i predicatori estremisti, i missionari e le istituzioni religiose che gettano semi di violenza sono piaghe sociali che devono essere affrontate». Per questo, ha spiegato il presule comboniano, il documento «si fonda sulla convinzione condivisa che l’educazione ha un ruolo vitale, anzi essenziale, da svolgere nel risolvere i conflitti, prevenirne il ripetersi, guarire le ferite, ristabilire la giustizia e sostenere l’uguale dignità di tutti». Infatti, ha aggiunto, «anche se questo documento è stato scritto da cristiani ed è principalmente rivolto a cristiani», esso «afferma che la costruzione della pace deve coinvolgere tutti».

Sette motivi per cui i cristiani si devono impegnare per la pace

Articolato in tre sezioni, nella prima vi sono esposti sette motivi per cui i cristiani sono chiamati a impegnarsi nell’educazione per la pace: Cristo è la nostra pace (cfr Efesini 2, 14); come beneficiari del dono della pace di Cristo, i suoi discepoli sono chiamati a essere artigiani di pace; essa è intrinsecamente legata alla giustizia; la cura e la valutazione dell’educazione sono intrinseche alla tradizione e alla pratica cristiane e devono molto del loro significato alla saggezza biblica; la pace, intesa anche come ripristino delle giuste relazioni, fa emergere i legami fondamentali tra peccato, perdono e riconciliazione; il processo di pace implica prestare attenzione sia al passato sia al futuro; la fede cristiana nel Dio uno e trino insegna che le persone divine sono realmente distinte e tuttavia legate l’una all’altra.

Implementare la costruzione della pace attraverso l’educazione

La seconda parte del documento presenta una dozzina di aree e strategie per implementare la costruzione della pace attraverso l’educazione, che coinvolgono tutte le età e tutti i settori della società, alcune delle quali sono più specificamente appropriate per i bambini, altre per i giovani e altre ancora per gli adulti. Tra queste, il diritto a un’educazione adeguata, educazione olistica, educazione per esseri umani creati a immagine di Dio, il modello di Gesù come maestro; apprendimento permanente e per tutti; pace e potere; conoscere, proteggere e affermare “l’altro”; uso dei media nell’educazione alla pace; imparare da e con le Scritture; culto, spiritualità e educazione per la pace; prevenzione e riconciliazione; integrare le prospettive di sviluppo con ecologia.

La preghiera delle Chiese come strumento di educazione alla pace

Infine la terza parte offre dieci raccomandazioni per la riflessione orante alle Chiese, alle istituzioni educative cristiane e agli organismi ecumenici nazionali e regionali confessionali: studiare il documento e riflettere su quali potrebbero essere i metodi educativi efficaci e strettamente correlati alla pace; sviluppare risorse educative e corsi di studio; identificare i potenziali interlocutori con cui sviluppare strumenti educativi creativi, interattivi, incentrati sullo studente per vari livelli (dalla famiglia alle comunità religiose, dalle istituzioni educative alla società in generale); esaminare e sfidare i fattori strutturali passati e presenti che hanno contribuito alla violenza; incoraggiare le istituzioni cristiane di istruzione e le agenzie ecclesiastiche, in particolare quelle che offrono programmi di catechesi per bambini e giovani, a introdurre elementi di educazione per la pace nella formazione spirituale e umana; verificare come elementi della vita religiosa — compresi la conoscenza delle scritture, il culto pubblico, la preghiera e la liturgia — possano favorire la solidarietà umana per una società più giusta e pacifica; esigere che le istituzioni cristiane di tutto il mondo studino in modo orante il documento Christian Witness in a Multi-Religious World: Recommendations for Conduct (2011) per superare le dispute legate a comprensioni contrastanti di intendere la missione, la conversione e il proselitismo; ricordare le storie di vita di persone straordinarie che hanno affrontato in modo ecumenico e interreligioso questioni di giustizia, pace ed ecologia; sollecitare i governi a sviluppare modelli educativi che promuovano e diano priorità alla pace; pregare insieme per la causa della pace.
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