La sfida del convivere tra persone di differenti culture e religioni nell’ambito scolastico

Immagine

Venerdì 29 marzo 2019
Il prof. Pierluigi Bartolomei è preside della scuola professionale Elis di Roma. È un’istituzione educativa che ha lo scopo di formare i giovani al lavoro. Tra i giovani che frequentano la scuola, molti di loro provengono da Paesi extraeuropei, dall’Europa dell’Est o sono giovani disadattati delle borgate romane. Il professore è intervenuto come relatore alla seconda conferenza che ha avuto luogo a Roma nell’aula capitolare dei Missionari Comboniani la sera del 28 marzo che ha avuto come titolo ‘La sfida del convivere tra persone di differenti culture e religioni nell’ambito scolastico: esperienze e riflessioni’. [Nella foto, da sinistra: P. Fermo Bernasconi, comboniano, prof. Pierluigi Bartolomei e P. Mariano Tibaldo, comboniano.]

Il prof. Bartolomei ha parlato della sua esperienza e di come possano convivere e collaborare giovani provenienti da culture e religioni differenti. Il relatore, con vivacità ed entusiasmo che ha coinvolto i presenti, ha raccontato storie di ragazzi, il più delle volte tragiche, e la meraviglia del cambiamento e dell’integrazione: ragazzi disadattati che si sono ripresi la loro vita, esperienze di giovani provenienti da ambienti culturali e religiosi differenti che hanno fatto e fanno di questa differenza un valore e un motivo di arricchimento reciproco.

Una scuola, la Elis, particolare perché, secondo il prof. Bartolomei, ciò che conta non sono le regole fissate in modo definitivo ma l’affetto, la comprensione e l’amore. L’integrazione, secondo il professore, è dare pari opportunità a tutti, dando modo ai ragazzi di riprendersi la propria dignità basata sul lavoro.

Il prof. Bartolomei ha ammesso di essersi ispirato idealmente alla scuola di Barbiana e a don Milani: una scuola che partiva dalle esigenze dei ragazzi, personalizzata, una scuola in cui il ragazzo era provocato ad argomentare le proprie idee e a ragionare con la propria testa. Il prof. Bartolomei, nel suo intervento, ha citato le parole del protagonista di un film uscito qualche anno fa intitolato ‘Into the Wild’ che raccontava una storia realmente accaduta; nei suoi ultimi momenti di vita, il protagonista scriveva sul suo diario: “La felicità è autentica solo se condivisa”. Perché, spiegava il prof. Bartolomei, non vi può essere felicità se la vita di una persona è chiusa nel proprio piccolo mondo e non è, invece, aperta agli altri; non vi può essere cambiamento senza un incontro con persone significative che aprono gli orizzonti dell’esistenza.