Lunedì 25 maggio 2015
Il gruppo del Corso Comboniano di Rinnovamento (CCR) del 2015 ha terminato la seconda settimana di permanenza (10-30 maggio) in Terra Santa, dove ha completato la seconda fase del corso. La prima si è svolta a Roma, dal 4 gennaio al 9 maggio. I missionari sono ospitati nella casa delle Suore Comboniane a Betania. “Abbiamo iniziato dalla fine”, ha detto P. Jerónimo Alberto Vieira da Costa, uno dei partecipanti, “perché abbiamo visitato prima Gerusalemme, poi Betlemme e infine siamo partiti per Nazaret, dove Gesù è cresciuto e ha vissuto la maggior parte della sua vita”. Pubblichiamo di seguito la testimonianza che P. Alberto Vieira ci ha inviato dalla Terra Santa.

 

La fine come principio

Siamo a Betania, ospiti delle Suore Comboniane. Siamo più numerosi che a Roma perché al gruppo si sono aggiunte sette suore comboniane e la guida. Qui tutto ha un senso di pienezza perché tutto parla della storia del popolo di Israele, dalla centralità del sacrificio di Abramo alla pienezza dei sacrifici: la passione, la morte e risurrezione del Signore Gesù.

Il primo giorno a Gerusalemme è passato fra il Calvario e l’Anastasi, il luogo della sepoltura e della risurrezione. È tutto nella stessa basilica. È questo “l’ombelico” che ha dato di nuovo significato alla vita del mondo. Come dice il salmista “lì tutti sono nati”. È da qui che abbiamo cominciato. Dalla fine che è l’inizio.

Abbiamo poi visitato il Getsemani e la grotta del tradimento di Giuda; Betfage e il santuario del Dominus Flevit, per ricordare il pianto di Gesù sopra la città che non lo ha accolto; il monte Sion e il cenacolo dove Pietro ha pianto dopo aver tradito Gesù. Così siamo arrivati all’inizio, a Betlemme (bet+lhem casa del pane). Gli arabi la chiamano casa della carne. Per noi è casa del pane e del vino. Lì è nato Colui che ha portato la vita al mondo: Gesù Cristo.

In seguito, abbiamo visitato l’Olocausto, la Shoah, non solo per far memoria dei sei milioni di ebrei, vittime del nazismo, ma per le molte vittime innocenti di ieri e di oggi, in tante parti del mondo.

Abbiamo poi proseguito per Ein Karem, la casa di Elisabetta e Zaccaria, dove abbiamo ricordato la gioia del grandioso incontro delle due madri, Elisabetta e Maria, e dei loro due figli ancora nella pancia, Giovanni e Gesù.

La settimana scorsa siamo stati a Nazaret, la terra che ha ascoltato la Parola che dà la vita, che ci dice che siamo tutti figli amati dello stesso Padre e che, quindi, dobbiamo vivere come fratelli.