Martedì 7 aprile 2015
Messaggio comboniano dal Forum Sociale Mondiale 2015. “Dopo due anni, il Forum Sociale Mondiale (FSM) è tornato a Tunisi, in un contesto di crescente instabilità e violenza nei paesi nordafricani e del Medio Oriente. Ha voluto essere un segno di pace e di speranza nel processo della ‘primavera araba’, minacciato dal terrorismo e dal rischio di essere snaturato dal fondamentalismo religioso e da governi repressivi. Ha dichiarato il ripudio di ‘ogni forma di terrorismo’, incluse l’arroganza del militarismo e la violenza sistematica di un’economia che uccide”. […]

 

Messaggio comboniano
dal Forum Sociale Mondiale 2015

 

Essere primavera
nella Chiesa e nel mondo di oggi

Dopo due anni, il Forum Sociale Mondiale (FSM) è tornato a Tunisi, in un contesto di crescente instabilità e violenza nei paesi nordafricani e del Medio Oriente. Ha voluto essere un segno di pace e di speranza nel processo della primavera araba, minacciato dal terrorismo e dal rischio di essere snaturato dal fondamentalismo religioso e da governi repressivi. Ha dichiarato il ripudio di “ogni forma di terrorismo”, incluse l’arroganza del militarismo e la violenza sistematica di un’economia che uccide.

Il Forum ha trovato l’accoglienza riconoscente di un popolo in un processo di emancipazione che vede protagonisti i giovani e le donne.

La famiglia comboniana (Comboni Network[1]) è stata di nuovo presente, con una delle delegazioni più rappresentative ed internazionali: 37 membri, impegnati in 15 diversi paesi.

In una cornice multiculturale di colori, ritmi e danze, i popoli maghrebini sono stati i più presenti nella maggior parte dei dibattiti e delle manifestazioni. È cresciuta, rispetto a due anni fa, la partecipazione di altri Paesi africani, i cui rappresentanti in molti casi hanno riconosciuto e valorizzato le missionarie e i missionari comboniani. Il Forum rappresenta uno dei pochi spazi pubblici, a livello mondiale, in cui il sud del mondo può esprimersi liberamente.

Tra i circa 1500 workshops, i temi principali sono stati: la difesa dei diritti umani (specialmente delle donne, dei migranti e delle minoranze); la questione ambientale e climatica, che richiede anche un cambiamento degli stili di vita; le alternative al sistema egemonico neoliberale; la spiritualità e il dialogo interreligioso.

Come famiglia comboniana ci scopriamo in progressiva sintonia con l’impegno della società civile organizzata nelle diverse parti del mondo. Ciò è espressione del nostro continuo sforzo di attualizzare il Piano di Daniele Comboni, che sentivamo camminare con noi nelle diverse attività realizzate al Forum.

In questi 8 anni, la presenza comboniana al FSM si è qualificata: abbiamo cominciato ad organizzare seminari e workshops ispirati alla nostra esperienza missionaria e stiamo progressivamente condividendo attività e percorsi più ampi, con i gruppi con cui lavoriamo in rete.

Lo stand allestito dalla famiglia comboniana è stato un importante strumento di animazione missionaria: nella pluralità di appartenenze e provenienze, testimoniamo l’impegno cristiano di cambiare insieme ciò che distrugge la vita.

Il ruolo dei laici è fondamentale: provoca i nostri Istituti ad aprirsi sempre più a forme di condivisione dell’impegno missionario con persone competenti e appassionate che allargano la nostra comprensione del mondo e ampliano le nostre reti di relazioni, garantendo continuità ai processi di evangelizzazione e trasformazione della realtà.

Esserci, come comboniani/e

Abbiamo partecipato al Forum con l’intenzione di fare eco nella fede ai processi di liberazione che ci è dato di accompagnare insieme alla società civile organizzata. Per questo ci siamo impegnati a riservare ogni giorno un tempo per il discernimento comunitario e la celebrazione.

Crediamo che missione è soprattutto condividere la mistica che alimenta le nostre azioni ed ispira una visione trasfigurata di “un mondo diverso e possibile”.

Ce lo siamo ripetuto celebrando nella cripta della Cattedrale di Tunisi, nel nascondimento della presenza cristiana dentro la cultura arabo-musulmana. Abbiamo iniziato insieme nel giorno della memoria del martirio di Oscar Romero e trent’anni dopo il martirio del nostro fratello Ezechiele Ramin, nella settimana che precede la Pasqua. Il seme che da la vita per la vita del mondo è una bella immagine della nostra fragilità davanti a sfide così grandi, come pure della nostra speranza che è ancora possibile “fare primavera” insieme ai popoli che ci accolgono.

In continuità con il discernimento realizzato negli ultimi quattro Forum Comboniani, rilanciamo le dimensioni in cui siamo impegnati e che occorre sostenere e sviluppare:

  • La liberazione dalle schiavitù di oggi, specialmente quella della tratta degli esseri umani;
  • La mobilità umana e la difesa dei diritti dei migranti;
  • I cammini di riconciliazione e dialogo in paesi segnati dalla guerra, con particolare attenzione al dialogo interreligioso e specificamente islamo-cristiano;
  • La difesa del creato e dei beni comuni in sinergia con le vittime dell’ingiustizia ambientale e rivedendo gli stili di vita delle nostre comunità e province.

Per essere efficaci in questi ambiti occorre sempre più creare reti a livello interprovinciale e continentale, accogliere laici e laiche competenti impegnati sugli stessi temi e collaborare con le organizzazioni, religiose e non, che lavorano a difesa della vita.

Chiamati a riconoscere i “nuovi areopaghi” della missione, ribadiamo l’importanza della presenza comboniana al Forum Sociale Mondiale, proponendola come una tappa fissa in cui verificare il senso e l’efficacia dei nostri cammini insieme all’umanità, pellegrina verso “nuovi cieli e una nuova terra”.

I partecipanti al Forum Sociale Mondiale e al Forum Comboniano 2015.
Tunisi, 29 marzo 2015


[1] Hanno partecipato al Forum Comboniano Missionari, Missionarie e Laici Missionari Comboniani, un vescovo emerito saveriano, due suore Serve dello Spirito Santo, laici dal Brasile e dall’Uganda. Abbiamo realizzato i nostri workshops in collaborazione con diverse organizzazioni: Lavigerie Team (Tunisia), Francescani, CIDSE, Vivat International, Franciscans International, Solwodi (Germania), John Paul II Justice and Peace Center (Uganda), Liberty Tree Foundation (USA).