Martedì 25 marzo 2014
I partecipanti all’Anno Comboniano di Formazione Permanente (ACFP) a Roma hanno dato inizio alla seconda fase del loro corso con un pellegrinaggio ai luoghi significativi della vita di san Daniele Comboni, in particolare a Limone sul Garda e Verona, dall’8 al 20 marzo. Hanno visitato anche Rovereto, Arco e Bressanone. Il prossimo passo per i missionari, dopo la valutazione del percorso fatto fino a oggi, sono gli Esercizi spirituali di un mese per quanti li hanno scelti. L’ACFP, iniziato il 19 settembre 2013 nella Casa Generalizia a Roma, si concluderà a fine maggio prossimo.
“Vivere per qualche giorno nella casa di Daniele Comboni, è stata una sorgente di energia, di passione, di purificazione. Ritrovare le origini della storia e vocazione missionaria di Comboni è stata anche per me l’occasione per ritrovare le mie origini”.
Queste, le parole con cui P. Víctor Alejandro Mejía Domínguez (con gli occhiali scuri, nella foto a destra), missionario messicano con 14 anni di lavoro in Asia, ha riassunto la sua esperienza personale alla fine del pellegrinaggio a Limone e Verona.
L’obiettivo dell’ultima tappa dell’ACFP è, infatti, proprio quello di permettere ai corsisti – comboniani che hanno circa 10-15 anni di ordinazione sacerdotale o voti perpetui – di sperimentare il cammino anche fisico di Daniele Comboni, visitando prima Limone sul Garda, suo paese natale, e poi Verona, città dalla quale Comboni è partito.
P. Massimo Ramundo (nella foto sopra a destra), comboniano italiano, ci racconta le esperienze ed emozioni del gruppo durante le due settimane trascorse a Limone e Verona, con queste parole: “Iniziando il viaggio da Limone, la prima sensazione che abbiamo avuto è che Comboni era con noi, ci accompagnava per le strade e i luoghi di Limone, dove tutto parla di Comboni. In questi giorni trascorsi nella sua casa e nel suo paese abbiamo percepito la profondità di quest’uomo, il suo coraggio, la sua fede, la sua audacia e la sua forza nel portare avanti ciò che – come diceva lui – non era opera sua, ma di Dio. È sempre emozionante visitare questa casa, la casa dove tutto ha avuto inizio. È qui che Comboni venne alla luce il 15 marzo 1881. È qui che Comboni coltivò la sua vocazione. Anche noi in questi giorni, guardando a Comboni, siamo ritornati indietro ricordando le radici della nostra vocazione. E vediamo che ciò che a vissuto Comboni è anche la storia di ciascuno di noi. E tutto questo ci scuote! Ci emoziona! Comboni parla ai nostri cuori.
Per P. Massimo, che ha fatto missione in Brasile, le vicende di questi giorni – il ritiro, le catechesi e la lettura degli Scritti – lo hanno riportato “alle vicende belle e brutte di Comboni”. E, prima di ringraziare per l’ospitalità la comunità di Limone, aggiunge: “Questo incontro con Comboni ha scaldato i nostri cuori e ci chiama a qualcosa di bello e di grande. È da qui che tutto è cominciato ed è da qui che dobbiamo ripartire per essere missionari come Comboni voleva, per le strade del mondo, mettendoci al lato dei più poveri e abbandonati”.
Nella seconda parte del pellegrinaggio, i missionari hanno visitato Verona. Secondo P. Massimo, “uno dei momenti più belli è stato il racconto della storia della Casa Madre da parte di P. Mario Locatelli, in particolare nella visita alla cappella, con il grande mosaico che rappresenta Comboni che riceve il sangue di Cristo per donarlo ai popoli del mondo. Intorno a Comboni troviamo una moltitudine di personaggi importanti nella storia comboniana”.
La Casa Madre è anche la sede dei mezzi di comunicazione in cui i comboniani italiani sono impegnati: le riviste Nigrizia e Il Piccolo Missionario, il museo africano, mezzi attraverso i quali i missionari fanno conoscere la missione e il carisma comboniano.
A Verona i missionari hanno visitato anche l’Istituto fondato da Don Nicola Mazza. L’Istituto raccoglieva ed educava i giovani poveri, intelligenti e di pii propositi per poi inserirli nella società. Comboni fu accettato nell’Istituto, qui venne a contatto per la prima volta con gli africani poveri – all’epoca chiamati i moretti – e qui il piccolo Comboni vedeva partire e ritornare missionari che si inoltravano in quelle terre lontane e affascinanti. Nell’Istituto Mazza, Comboni ha coltivato l’amore per l’Africa.
“Molto bello – ha detto P. Massimo – è stato anche l’incontro con le missionarie comboniane, sia quella della loro Casa Madre sia le suore più anziane. Le missionarie e i missionari anziani e ammalati sono la storia vivente della missione. Attraverso le loro testimonianze e i loro occhi si può capire che è bello offrire la vita per il Signore attraverso la missione”.
Alla domanda su ciò che è stato più rilevante durante il pellegrinaggio, P. Víctor Alejandro ha risposto in maniera simile al suo confratello Massimo: “Oltre ai luoghi di Comboni, è stata una bellissima esperienza incontrare a Verona i nostri missionari e missionarie più anziani che hanno donato tutte le loro qualità e virtù, anche con i loro limiti, e hanno lasciato tutta la loro vita in paesi lontani. Abbiamo visto che la loro missione non è finita in Africa o in America Latina, ma continua ad essere anche oggi una vita missionaria di testimonianza nella loro fedeltà a quell’amore per la missione”.
Fr. Claudio Bozza, direttore ad interim
del Centro per i missionari comboniani
ammalati e anziani, a Verona.
Dopo questo pellegrinaggio rimangono pochi giorni alla fine dell’ACFP. La prossima tappa, dopo la valutazione del percorso fatto fino a oggi, sono gli Esercizi spirituali di un mese di silenzio, riflessione e preghiera – Mese Ignaziano – per quelli che li hanno scelti. L’ACFP si concluderà alla fine del prossimo mese di maggio.
Coordinatori dell’ACFP: P. Danilo Cimitan; P. Siro Stocchetti; Fr. Guillermo Casas Rosell.
Partecipanti all’ACFP 2013-2014: 1) Fr. Albert Ange Aboudou Ablam; 2) Fr. Jean Kossi Afanvi; 3) Fr. Damiano Mascalzoni; 4) Fr. Fabio Patt; 5) P. Chris Aleti Apalolem Z.; 6) P. José Rodrigo Arizaga Catarino; 7) P. Gilberto Ceccato; 8) P. José Miguel Córdova Alcázar; 9) P. Paul Djago; 10) P. Günther Ludwig Hofmann; 11) P. Joseph Aldrin Janito Palacios; 12) P. Agustín Lix Costop; 13) P. Francisco José Martín Vargas; 14) P. Alexis Matua Asumi; 15) P. Víctor Alejandro Mejía Domínguez; 16) P. Vincent Mkhabela Masoja; 17) P. Massimo Ramundo; 18) P. Antonio Menes Rivera; 19) P. Juan Martín Rodríguez González. Ricordiamo che durante l’ACFP, nel dicembre 2013, P. Isaac Augustine Adaku, ugandese, di 40 anni, è morto d’infarto e il suo corpo è stato trasportato in patria.