Lunedì, 30 settembre 2013
Comboniani e Comboniane di Mozambico e Brasile responsabili del settore di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC) hanno tenuto un seminario – aperto ad altri istituti e laici interessati – dal 4 al 7 settembre, nella città mozambicana di Nampula, per uno scambio di esperienze di lavoro pastorale legate alle nuove forme di schiavitù. P. Dario Bossi, comboniano del Brasile, ha parlato dei conflitti per la terra e dell’impatto sociale e ambientale dell’estrazione mineraria. Suor Clara Torres Acevedo, comboniana con esperienze di lavoro in Mozambico e Sudafrica, ha affrontato il tema del traffico di essere umani, soprattutto donne e bambini. Si è giunti alla conclusione che la pastorale di GPIC, per essere più efficace, deve essere fatta in rete, sia a livello nazionale che internazionale.
La Famiglia Comboniana
in uno scambio su giustizia e pace
tra Mozambico e Brasile
Anchilo/Mozambico, 4-7 settembre 2013
I missionari e le missionarie comboniani di Mozambico e Brasile hanno voluto dare seguito alla riflessione e agli impegni assunti in occasione del Forum Comboniano di Tunisi nel mese di aprile di quest’anno.
Quello di Tunisi è stato il quarto incontro del Forum Comboniano, dopo Nairobi, Belém e Dakar; in quella occasione si sono stabilite come priorità le iniziative contro il traffico di esseri umani e contro il saccheggio delle terre e dei beni comuni.
Cinque mesi più tardi, la Famiglia Comboniana e le equipe di GPIC di alcune diocesi del Mozambico hanno avuto uno scambio di esperienze tra di loro e un confronto con l’esperienza del Nordest del Brasile.
Sessantadue responsabili (religiosi/e di varie congregazioni, i leader delle comunità cattoliche, gli/le insegnanti della scuola pubblica e i due provinciali comboniani) si sono incontrati a Nampula per discutere sulle nuove forme di schiavitù e sugli impatti delle attività minerarie.
Negli stessi giorni, a Roma, il presidente della Pontificia Commissione Giustizia e Pace, il Cardinale Turkson, incontrava i presidenti delle più grandi società minerarie del mondo, “per non ripetere i gravi errori del passato e per prendere decisioni non solo con una prospettiva geologica o di beneficio economico degli investitori”.
I grandi progetti minerari lasciano scie di devastazione e violenza nelle comunità e nei territori. Modelli identici di estrazione si riflettono nel nord del Brasile e nel Mozambico centrale (enormi miniere, ferrovie lunghe 900 km e i due porti più profondi dei rispettivi continenti). Centinaia di comunità, da un lato all’altro dell’oceano, sono le vittime di queste promesse di falso sviluppo.
Anche le vittime della tratta di esseri umani (significativamente, con maggiore incidenza lì dove sono installati i grandi progetti industriali) finiscono per essere attirate da false promesse. Si tratta di giovani o adolescenti prostitute, donne o uomini reclutati per lavorare sottopagati o in condizioni di schiavitù, e anche bambini, catturati per il macabro traffico di organi.
Le Chiese hanno un ruolo fondamentale nella coscientizzazione, prevenzione e anche denuncia di tali abusi. L’attività delle missionarie comboniane in Mozambico e in Sudafrica si distingue per la sua efficacia e presenza popolare.
Negli stessi giorni del seminario sulla tratta degli esseri umani a Nampula, la provincia del Portogallo stava affrontando, nel suo incontro di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC), lo stesso tema. Di fronte alle violazioni internazionali e all’organizzazione internazionale delle strutture criminali o alle attività lucrative multinazionali, si rendono necessari uno scambio e un minimo di organizzazione anche tra le province comboniane impegnate su questi temi.
Altre chiese ci insegnano questo: in Sudafrica, per esempio, le chiese evangeliche realizzano da anni a Città del Capo l’Alternative Mining Indaba, un grande raduno di vittime dell’attività mineraria, in parallelo al summit annuale delle società estrattive multinazionali.
In Perù, sarà convocata nel mese di novembre, con la partecipazione attiva dell’equipe di GPIC comboniana, la riunione preparatoria “Religiosi/e dell’America Latina e l’attività mineraria”. Il coordinamento GPIC delle congregazioni religiose di tutto il mondo ha condotto una grande inchiesta sull’impegno dei religiosi/e su questo tema, ottenendo sorprendentemente più di 400 risposte dettagliate.
Nuovi fronti di approfondimento e d’impegno si presentano per la vita religiosa, in ascolto del grido della gente. Anche i comboniani e le comboniane continuano ascoltando questo pianto e cercando di promuovere liberazione.
La riunione dei leader a Nampula ha incaricato dei “divulgatori territoriali” per discutere le strategie di sorveglianza e difesa della vita contro il traffico nelle varie comunità rappresentate. Ha anche rilanciato l’azione contro l’estrazione mineraria verso un nuovo incontro di scambio per rafforzare la resistenza in Mozambico, l’anno prossimo.
Il Forum Comboniano continua nella vita e nell’impegno di tanti fratelli e sorelle, dediti alla causa del Regno. Daniele Comboni continua ad ispirare la prassi di liberazione dei suoi missionari e missionarie.