Roma, giovedì 28 luglio 2011
Antonio Spadaro, redattore della rivista La Civiltà Cattolica, è molto conosciuto per le sue pubblicazioni (libri, articoli) sul mondo della comunicazione digitale. Il gesuita italiano ha presentato un interessante intervento durante il 7° Incontro Brasiliano di Comunicazione (Muticom) che si è svolto presso la Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro dal 17 al 22 luglio.
Antonio Spadaro, redattore della rivista La Civiltà Cattolica, è molto conosciuto per le sue pubblicazioni (libri, articoli) sul mondo della comunicazione digitale.
Il gesuita italiano ha presentato un interessante intervento durante il 7° Incontro Brasiliano di Comunicazione (Muticom) che si è svolto presso la Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro dal 17 al 22 luglio.
L’agenzia Zenit ha pubblicato l’intero testo, intitolato: “Spiritualità ed elementi per una teologia della comunicazione in rete”.
P. Spadaro parte dell’affermazione secondo la quale “Internet è uno spazio di esperienza che sempre di più sta diventando parte integrante, in maniera fluida, della vita di ogni giorno” e si domanda: “se oggi la rivoluzione digitale modifica il modo di vivere e pensare, ciò non finirà per riguardare anche, in qualche modo, la fede?”.
Di fronte a questa realtà ormai onnipresente, l’autore sottolinea che la sfida della Chiesa non è “usare” bene la rete, ma “come vivere” bene al tempo della rete.
La prima questione sollevata da Spadaro è di ordine antropologico, perché digitando in un motore di ricerca le parole Dio, religione, spiritualità, si ottengono milioni di pagine. Ciò significa che nella rete si avverte una crescita di bisogno religioso non facile da soddisfare né tanto meno da evangelizzare perché in questo campo non basta una “googlizzazione”.
La rete, quindi, sfida la fede “nella sua comprensione grazie a una logica che sempre di più segna il modo di pensare degli uomini”.
Con la caratteristica competenza e saggezza, P. Spadaro delinea un percorso su alcuni temi che hanno a che fare con teologia e spiritualità: come cambia la ricerca di Dio; l’uomo religioso al tempo della rete; la Chiesa: fili di rete o tralci di vite?; la grazia: “peer-to-peer o face-to-face?; l’autorità tra emittenza e testimonianza e, infine, come pensare la rete teologicamente.
La sua riflessione si conclude con un’immagine ispirata al raccoglitore di sicomori del profeta Amos (7,14) secondo cui “la cultura digitale è abbondante di frutti da raccogliere e il cristiano è chiamato a compiere quest’opera di mediazione tra il Logos e la cultura digitale”.
Jorge García Castillo