Roma, martedì 5 aprile 2011
Il primo incontro dei missionari comboniani impegnati nella pastorale dei migranti si è svolto a Roma, dal 31 marzo al 3 aprile 2011.
(Foto: Visita dei missionari alla comunità di Castelvolturno / Napoli).

I missionari comboniani di Italia, Spagna, Portogallo, Austria e Inghilterra – che lavorano con gli immigrati – si sono riuniti per la prima volta a Roma, dal 31 marzo al 3 aprile scorso, per conoscere e condividere le esperienze pastorali realizzate e definire gli orientamenti comuni da adottare in futuro. L’ultimo giorno sono state suggerite alcune attività concrete di lavoro con gli immigrati, come risulta dal documento finale dell’incontro che riportiamo qui di seguito.

LINEE OPERATIVE DEL GRUPPO COMBONIANO EUROPEO PER GLI IMMIGRATI

Roma, 31 marzo – 3 aprile 2011

I Comboniani dell’Europa che lavorano fra e con gli immigrati si sono riuniti in un primo incontro, dal 31 marzo al 3 aprile, per condividere e conoscere quello che le nostre province stanno facendo e definire alcuni orientamenti comuni.

Il primo giorno è iniziato con l’ascolto delle diverse esperienze. Dell’Italia: comunità di Castelvolturno (P. Antonio Bonato), ACSE di Roma (P. Claudio Crimi), Firenze (P. Fernando Zolli e P. Daniele Frigerio) e Lecce (Fr. Enrico Gonzales). Del Portogallo: Lisbona (P. Alexandre da Rocha Ferreira); della DSP: Messendorf-Graz (Fr. Eduard Nagler) e della Spagna: Madrid (P. Alejandro Canales), Valencia (P. Carmelo del Rio e P. Conrado Franco) e Palencia (P. Juan Manuel Rodríguez). La London Province, che non ha potuto essere presente, ha inviato una relazione sulla sua attività. Hanno partecipato anche il coordinatore generale di JPIC, P. Arlindo Pinto, e il segretario generale dell’evangelizzazione, P. Mariano Tibaldo. Inoltre, sono intervenuti l’assistente generale incaricato di JPIC, P. Antonio Villarino, e il segretario generale di AM, P. Jorge García.

Il secondo giorno abbiamo ascoltato la voce della Chiesa locale nell’intervento del Direttore dell’Ufficio per la Pastorale degli Immigrati Esteri in Italia e dei Profughi della CEI, P. Gianromano Gnesotto, e abbiamo conosciuto più da vicino il grave problema del traffico di persone per lo sfruttamento sessuale grazie a Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata.

L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata ad una riflessione sugli aspetti che sono apparsi più rilevanti, attuali ed urgenti per definire le basi generali di uno stile europeo comboniano di servizio agli immigrati, all’interno del nostro carisma. Ve li presentiamo.

1. L’immigrazione è uno dei segni attuali dei tempi presenti in tutti i continenti; per le società europee non è un fenomeno passeggero né transitorio ma permanente e strutturale.

Il XVIII Capitolo Generale del 2009 afferma: “Entro il prossimo sessennio, le circoscrizioni… assicurino almeno una presenza in situazioni di frontiera (slum, nomadi, immigrati…) tenendo presente i criteri del vivere vicino alla gente, nel loro ambiente, in strutture semplici”. E dice anche che fra le priorità dell’Europa vi sono gli immigrati (AC, Priorità, 6.1, 5.4).

Tutte le province dell’Europa stanno mettendo in pratica questa priorità della missione del nostro Istituto in questo continente orientandosi verso un servizio agli immigrati in ambiente di forte e numerosa immigrazione.

2. Alcuni obiettivi:

- Mettere la persona dell’immigrato al centro e come protagonista della propria storia, favorendo la reciprocità fra quelli che arrivano e quelli che accolgono.

- Favorire spazi e comportamenti di convivenza fra tutti questi, provenienti da paesi e culture diverse.

- Sensibilizzare l’Europa sui valori dell’immigrazione affinché impari a considerarla come un’opportunità per tutti.

- Promuovere azioni pastorali (di evangelizzazione e promozione umana) con una metodologia missionaria.

- Favorire la loro integrazione sociale, difendendone la dignità e promuovendone la piena cittadinanza attiva e tutti i diritti sociali, mediante corsi di formazione. Prestare particolare attenzione alla seconda generazione.

- Favorire l’integrazione ecclesiale, attraverso la creazione e l’accompagnamento di comunità cristiane nelle parrocchie.

- Lavorare alla sensibilizzazione delle nostre comunità, province e Chiese locali per ottenere il loro coinvolgimento reale nell’evangelizzazione degli immigrati, poiché questo impegno non è soltanto di quanti già lavorano in questo campo, ma è una sfida per tutti.

- Condurre uno stile di vita molto vicino a questi, è un requisito necessario per questo servizio.

- Formare agenti di pastorale dell’immigrazione: i comboniani chiamati a questa missione, i laici e gli immigrati stessi. Per questo, si potrà far riferimento alla grande varietà di corsi già attivi in molte università e istituzioni ecclesiastiche, e anche a corsi e materiali che possiamo organizzare ed offrire noi, attraverso incontri di formazione permanente.

3. Chiariamo che questa missione va realizzata in comunità; a volte saranno comunità d’inserzione, altre, comunità responsabili di parrocchie.

4. Siamo convinti che sia necessario realizzare questo lavoro in collaborazione:

- Dialogare con le amministrazioni locali, regionali e nazionali per ottenere leggi giuste che si ispirino ai principi evangelici ed esigere che vengano applicate.

- Lavorare in RETE con tutti gli organismi e associazioni che possono essere di aiuto in queste sfide.

- Appoggiamo anche la lotta delle associazioni degli immigrati stessi.

5. Ringraziamo per l’impegno economico le nostre province con i progetti di attenzione agli immigrati. Per questo, continuiamo a contare sul loro sostegno al momento di approvare i preventivi di spesa annuali, come alcune province già fanno. Inoltre, possiamo accettare e chiedere altri aiuti alle comunità cristiane e alle istituzioni della Chiesa.

6. Aspetti importanti del nostro lavoro con gli immigrati:

- Il nostro servizio all’immigrato vuole tener conto di tutte le dimensioni della sua persona: umana e antropologica, sociale, religiosa, ecclesiale, sacramentale, culturale, assistenziale, ecc.

- Daremo particolare importanza al dialogo ecumenico e interreligioso, agli aspetti sociali, antropologici e culturali.

- Riteniamo fondamentale dedicare il nostro tempo all’ascolto, all’accompagnamento e alla formazione.

- Come comboniani dobbiamo favorire l’integrazione ecclesiale facendo sorgere comunità cristiane in comunione con la Chiesa locale.

- Le nostre case e strutture possono mettersi a disposizione per l’accoglienza e la convivenza degli immigrati.

7. Alcuni dei mezzi che dobbiamo mettere in atto:

- Creare una base di dati raccolti sul Web del nostro Istituto Comboniano, che sarà aggiornata dal coordinatore generale di JPIC.

- Lavorare in RETE dentro e fuori del nostro Istituto.

- Tenere incontri in video-conferenza.

- Riunirci una volta all’anno. Proponiamo che il prossimo incontro si realizzi nella primavera del 2012.

- Visitare le realtà in cui lavoriamo con gli immigrati. Questa volta, come programmato, abbiamo visitato e valutato assieme la presenza e il lavoro della comunità di Castelvolturno (Napoli).

Roma, 3 aprile 2011