Comboni Press
Eventi impossibile da seguire, distanze enormi, una presenza esuberante di brasiliani, l’assenza dei poveri di cui si parla, un’organizzazione curata ma poco efficace: le luci ed ombre del 9° Forum cominciano ad emergere.
Belém, 28.01.2009


Con la giornata delle Tende Tematiche sulla Pan-Amazzonia, il 9° Foro Sociale Mondiale entra nel pieno dei lavori. La giornata comincia presto perché le due sedi del Foro sono lontane: si tratta dell’UFPA (Università Federale del Parà) e dell’UFRA (Università Federale Rurale). Prendiamo al volo un omnibus –così chiamano qui i trasporti pubblici- che ha l’aria di essere un po’ pirata ma che ci assicura di portarci direttamente a destinazione. E invece da volta e volta raccogliendo e scaricando passeggeri.

Quando finalmente arriviamo due sorprese ci attendono: le due sedi del Foro sono distanti almeno 35-40 minuti a piedi. Il Foro a messo a disposizione mezzi gratuiti per spostarsi da una sede all’altra ma la folla dei partecipanti è immensa. E’ difficile contare ma ci viene da credere che i partecipanti sono veramente quasi centomila. E poi all’interno dei due campus universitari le distanze tra un’attività e l’altra sono pure grandi, ma è mattino, l’aria ancora fresca non ci fa’ problemi, anche se il ritardo latino americano si ha lasciati senza colazione.

Partecipiamo al momento di spiritualità nella tenda ecumenica in ricordo di suor Dorothy Stang, una religiosa nord-americana, naturalizzata brasiliana, uccisa a 73 anni con sei colpi in una strada della foresta amazzonica. Chi fossero gli autori del crimine e cosa ci stesse dietro questo assassinato non si è mai saputo. Le supposizioni sono molte perché la Irmã Dorothy, com’è qui ricordata, negli ultimi 30 anni della sua vita si era dedicata a programmi scolari e sociali per gli emarginati.

Il momento di spiritualità si svolge su una falsa riga che diventa un po’ ripetitiva: simboli amazzonici e indigeni frammisti a invocazioni litaniche e poemi che però oggi riprendono parafrasandola la bella frase dei salmi “il tuo sole mai si spegnerà perché il Signore sarà la tua luce, o popolo che Dio conduce”.

Ci mettiamo poi alla ricerca delle altre tende tematiche che ci interessano e … ci perdiamo. Ma non è tempo buttato via: ci immergiamo nel fiume di gente, osserviamo, riflettiamo, facciamo paragoni con l’esperienza di altri Fori Sociali Mondiali, soprattutto con l’ultimo di Nairobi.

La prima cosa che salta alla vista è che i poveri nel Forum di Belém non ci sono proprio. Se a Nairobi se era fatto fatica a farli entrare qui sono veramente assenti. Nessuno ci assicura che tutte queste belle ragazze vestite di colori sgargianti, questi giovani eleganti e questi adulti dall’aria benestante e borghese non vengano anche da qualche favelas, ma se è così lo nascondono proprio bene. Il primo povero che incontriamo è Arnaldo do Ribeiro: quando ci ripariamo sotto un tendone per il primo scroscio di pioggia, ci avvicina, si presenta come poeta di professione e ci chiede le tre lattine di Skol rimaste sul tavolino davanti a noi, solo quelle perché sono di alluminio e si possono vendere; le altre sono a base di ferro e non valgono nulla.

Facciamo una piccola ricerca e scopriamo che i Brasiliani pagano 30 reali per entrare al Forum, una decina di euro: a Nairobi i locali pagavano 5 dollari. I gruppi stranieri si sono iscritti con una ventina di dollari ma abbiamo incontrato delegazioni che hanno appoggiato il Forum pagando la quota di 60 euro a persona.

A Nairobi, forse anche per il colore della pelle, ci sembrava di essere una massa di stranieri fra cui, se non fosse per il personale di servizio, si erano intrufolati alcuni della popolazione locale, soprattutto giovani e pastoralisti. Qui ci sentiamo un piccolo gruppo di stranieri in mezzo alla grande folla di brasiliani: la popolazione ha accolto e si è appropriata del Forum.

Riandando l’esperienza del mattino alla Tenda Tematica di Irmã Dorothy notiamo un’altra differenza con Nairobi: anche se sotto i colori di Tenda di spiritualità ecumenica, i momenti di preghiera sono forti e significativi. E la presenza della Chiesa esce allo scoperto: vicine l’una all’altra ci sono tre tende tematiche affollatissime. In una, la riflessione di Leonardo Boff, nell’altra il dibattito sui diritti umani attorno alla figura di Dorothy con tre vescovi, dom Pietro Conti e dom Corlo Verzeletti –bresciani fidei donum- insieme a dom José Luiz Azcona, e poi quella dei comboniani con il loro progetto di Giustizia sui binari: tutte affollatissime.

Nella tenda dei comboniani si danno ritrovo anche due personaggi: il teologo belga Comblin e l’italiano Franco Gesualdi erede delle intuizioni di Don Milani di Barbiana. Le circa 600 persone partecipano al dibattito e sottoscrivono la campagna “Giustizia sui binari” che avrà ben tre seminari. Sembrerebbe una presenza significativa; ma… in realtà gli eventi sono più di 2400. Quanti cadranno nel vuoto?

Non pochi se pensiamo all’esperienza di Nairobi. Inoltre, già oggi ben quattro scrosci di pioggia hanno alterato il ritmo e più d’un evento ha cambiato posto e orario. Incontriamo tende tematiche quasi vuote, altre ancora in allestimento quando già si fa notte. Nonostante i grandi cartelli indicatori, la gentilezza dei volontari per aiutare, i numeri e le lettere posti in ogni angolo l’organizzazione non è riuscita a risolvere il problema: tutto sembra fatto su misura del “Pais mais grande do mundo”, a scapito del povero umani abituati a muoversi in spazi ridotti! Per raggiungere la Tenda tematica organizzata dai comboniani ci aspetta una lunga camminata di quasi 40 minuti oltre al trasporto all’altra delle due sedi del Forum. Il ritorno in mezzo alla marea di gente, alle macchine ufficiali e alle moto della polizia –apparirà anche un corpo di polizia a cavallo- ci risulta un’impresa faticoso.

Incontriamo così una categoria di gente che non vive il Forum ma vive del Forum: giovani e adulti che trasportano in bicicletta i partecipanti più pigri da un capo all’altro degli immensi Campus universitari che accolgono il Forum.

Sul far della sera scorgiamo anche una “forse” povera vittima della situazione: ha l’aria della ragazzina bene; vergognosa si appoggia ad un albero chiedendo l’elemosina: per tornare a casa, assaltata e derubata non ne le resta più nulla, dice in cartello in un portoghese incorretto.

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Ma la popolazione ha accolto e si è appropriata del Forum - Belém N. 8