ECONOMIA – RATIO MISSIONIS
Incontro europeo degli economi
Kraków, 6-8 giugno 2006
1. PRESENTAZIONE DI NOTIZIE ED ELEMENTI RILEVANTI DEGLI ULTIMI ANNI
1.1. ECONOMATO GENERALE
Sta nascendo un nuovo stile nel condurre il servizio dell’economo generale: aumentano le visite alle Province, su richiesta delle stesse. È un fattore importante perché probabilmente oggi le Province non hanno quell’autonomia di lavoro e tecnica che si presupponeva (dandola un po’ per scontato) in passato.
Oltre alle visite alle Province, l’economo generale dovrebbe riuscire a visitare alcune opere importanti (che sono sotto l’autorizzazione della DG); purtroppo finora non ce n’è stato il tempo.
Situazione generale economica dell’Istituto: dieci anni fa eravamo molto più deboli economicamente, quest’anno c’è un superavit che può essere destinato a investimenti. C’è un buon lavoro delle Province, anche se alcune sono ancora economicamente deboli (dipende molto anche dalla situazione del Paese in cui si trova la Provincia).
1.2. SPAGNA
La Provincia ha una situazione economica sostanzialmente sana. Negli ultimi anni le entrate si sono mantenute sostanzialmente le stesse. La grossa spesa affrontata ultimamente è stata la casa di Moncada, già pagata però all’85%. Il patrimonio della Provincia non ne ha sofferto proprio per il buon flusso di entrate, aumentate dalla vendita di alcune proprietà.
Il problema che si vede arrivare è la diminuzione degli abbonamenti a Mundo Negro (si tratta di circa 100 000 € di entrate in meno all’anno). La Provincia non ha ancora trovato una strategia per reagire alla situazione, ma si è consapevoli che bisogna fare qualcosa perché l’economia della Provincia ruota quasi totalmente attorno a Mundo Negro. È in fase di realizzazione la digitalizzazione della rivista.
1.3. ITALIA
Anche qui la situazione economica è sana, con buone prospettive di crescita, grazie soprattutto alle eredità. Si notano i seguenti problemi o questioni:
1. il continuo cambio di personale nelle comunità. Ci sono poi tante comunità numerose con poche persone attive.
2. Grandi strutture. Da parte dell’economato provinciale non si vede una linea chiara nella Direzione Provinciale sulla destinazione delle case (decisione questa che influisce sulla manutenzione ed eventuale ristrutturazione delle case).
3. lo scolasticato di Roma passa a Napoli, e quindi sotto la Provincia Italiana.
Nelle comunità va un po’ scomparendo la figura dell’economo, sia per i continui cambiamenti di personale, sia perché il servizio a volte è affidato a persone non preparate. Il rischio è una certa interferenza tra il superiore e l’economo.
Prospettive future: bisogna seriamente pensare ad un nuovo CAA. Il bisogno è già reale adesso, il numero degli anziani sarà in crescita fino al 2020 – 2025. Il Consiglio Provinciale non ha ancora deciso in merito.
Occorre iniziare a pensare di delegare, appaltare alcuni servizi a personale esterno, perché non possiamo pensare di poter continuare a gestire tutto noi. Un esempio è il CAA di Milano che ha dato in appalto la gestione della cucina.
Procura: la grossa novità, che ha portato ad un notevole cambio, è stata la nascita della ONLUS. Dall’ottobre 2004 la Procura si gestisce attraverso questa ONLUS che raccoglie le offerte e le passa poi alla Procura. Con questo cambio si è avuto un milione di euro in più di entrate, circa 1200 benefattori in più. In futuro si potrà pensare di arrivare a gestire tutti i benefattori attraverso la ONLUS, ma ci sono ancora resistenze da parte delle singole comunità che temono la perdita dei “loro” benefattori. Anche per le campagne di Nigrizia, si potrà pensare a fare in modo che sia la Procura, attraverso la ONLUS, a promuovere e gestire queste campagne.
P. Guarda fa notare che forse è un po’ mancato il dialogo e la coordinazione con l’Economato Generale, soprattutto per le campagne progetti. La normativa generale vigente per i progetti prevede che può richiedere un progetto ad una Provincia solo un comboniano originario di quella Provincia; in caso contrario il progetto deve passare attraverso l’Economato Generale.
Il problema del coordinamento dei progetti provenienti dalla missione è una questione molto sentita dalla Provincia Italiana, su cui sarà bene discutere. Bisogna trovare criteri per passare da progetti personali a progetti comunitari.
1.4. PORTOGALLO
Il nuovo concordato richiede che anche la Chiesa presenti il resoconto finanziario per le opere non strettamente religiose (rivista, investimenti, affitti, …); occorre quindi una contabilità organizzata. Ovviamente aumentano le tasse da pagare.
La situazione economica della Provincia è sostanzialmente sana, anche se si registra una leggera diminuzione delle entrate (cause contingenti esterne – la difficile situazione del Paese – e cause interne: la tendenza comboniana a ridurre le giornate missionarie).
Si è creata un’istituzione privata di solidarietà sociale, già riconosciuta dallo Stato. Diventerà un centro di assistenza per ammalati, con un finanziamento parziale da parte dello Stato (la struttura rimarrà aperta, non solo per i Comboniani).
In futuro bisognerà pensare alla ristrutturazione della casa di Viseu. Cresce il consenso in Provincia per la riduzione (vendita) delle strutture (per es. Coimbra).
1.5. DSP
Dal 1998 c’è un’amministrazione centralizzata della Provincia e delle singole comunità.
Nel 2005 c’è stato un surplus netto di 232 909 € (sarebbe stato di oltre un milione di euro se non ci fosse stata la ristrutturazione di Milland/Brixen).
Ci sono diversi Fondi e Investimenti. La Procura è gestita attraverso il Fondo Procura, creato diversi anni fa. Con gli interessi di questo Fondo si pagano le spese di gestione della Procura, cosicché viene mandato in missione il 100% delle offerte per la missione.
C’è un aggiornamento costante dei valori delle case e delle proprietà.
Il problema della Provincia è l’età media dei confratelli che aumenta costantemente, diminuendo il numero dei confratelli (145 nel 1990, 102 al 01.06.2006). Ogni programmazione, sia di lavoro che economica, deve necessariamente tener conto di questo dato.
Vedi in dettaglio il Resoconto economico della DSP presentato da fr. Bernhard.
1.6. POLONIA
C’è stato il cambio del referente per l’economia (economo “provinciale”). Da due anni si gestisce in modo diverso il sussidio che la Polonia riceve dalla DG: viene distribuito solo alle “opere”, cioè al postulato, alla rivista, e al Fondo Delegazione. Le comunità devono essere autosufficienti.
La Polonia dipende per il circa 50% dall’estero (DG, progetti ad altre province, benefattori). Le giornate missionarie sono il fondamento dell’economia delle comunità locali. Manca totalmente un “Fondo Investimenti”, perché le entrate coprono appena le uscite. Al momento non ci sono margini di grosso sviluppo (o investimenti).
2. LAVORO DI GRUPPO: SCELTA DELLE 5 QUESTIONI APERTE PIÙ IMPORTANTI
Presentazione delle Questioni Aperte. Si invitano i gruppi a scegliere le 5 Questioni Aperte più importanti, dando le motivazioni per tale scelta.
2.1. GRUPPO DI LINGUA INGLESE
1. Fondo Comune
Molti aspetti delle varie questioni aperte sono compresi nella questione del Fondo Comune. Il FC aiuta il senso comune di appartenenza all’Istituto, fa crescere il senso di corresponsabilità, porta le comunità ad avere uno stesso stile di vita e i confratelli ad avere le stesse possibilità. La sfida principale è la necessità di crescere in una nuova mentalità. Bisogna poi distinguere tra la l’idea in sé del FC e l’applicazione concreta, che può variare da Provincia a Provincia.
2. Autosufficienza
Si parla soprattutto dell’autosufficienza delle Province, che devono cercare ognuna i propri mezzi di sostentamento.
3. Animazione missionaria
Ritornare a considerare l’animazione missionaria elemento fondamentale del carisma comboniano. È la fonte privilegiata di sostentamento dell’Istituto, oltre che di aiuto alla missione. In formazione bisogna portare i giovani a conoscere come viviamo e come guadagniamo.
4. Chiesa locale
Autosufficienza della Chiesa locale. Coinvolgere la Chiesa locale a vari livelli in ogni progetto che si propone in missione. Ci sfida ad uno stile di vita più povero e sobrio.
5. Formazione di base
Occorre sempre più coinvolgere la formazione di base nella ricerca di mezzi di sostentamento (lavoro manuale durante le vacanze estive, corresponsabilità a livello economico, senso di appartenenza all’Istituto, sviluppo delle capacità personali delle singole persone, …)
2.2. GRUPPO DI LINGUA ITALIANA
1. Formazione di base + formazione permanente
Necessità di una vera conversione verso un nuovo stile di vita.
2. Fondo Comune
Il FC riflette una scelta pastorale, porta veramente alla missione comune, alla vera solidarietà. Elimina i progetti personali (individuali). Solidarietà: dimensione NORD-SUD (superare la dipendenza). Lotta all’individualismo.
3. Autosufficienza
Due livelli: autosufficienza comboniana, cioè delle varie Province (aspetto che si lega necessariamente all’animazione missionaria); autosufficienza della Chiesa locale (fare/dare le opere, ma anche fornire i mezzi per continuare le opere).
4. Trasparenza
Condividere la responsabilità della gestione economica (significa far sì che non sia in mano solo dell’economo provinciale).
2.3. SCELTA DELLE QUESTIONI – APPROFONDIMENTO E MOTIVAZIONI (DISCUSSIONI IN ASSEMBLEA PLENARIA)
Le questioni aperte proposte dai due gruppi sono sostanzialmente le stesse. Prendiamo come base di discussione la successione dei temi presentata dal gruppo di lingua italiana:
Formazione Fondo Comune Autosufficienza Trasparenza.
2.3.1. Formazione
La discussione sulla questione aperta della formazione (stile di vita nella formazione, formazione alla povertà) ci porta a capire che non si può partire da questo punto. Non è detto che il cambio di formazione porti necessariamente ad un cambio nell’Istituto, mentre è più probabile il contrario: un cambio di mentalità, di stile di missione (missione comune) e di vita porta ad uno stile diverso anche nelle case di formazione. Si decide quindi di riprendere la discussione dalla questione aperta “Fondo Comune”, che ci pare la questione fondamentale, dalla quale dipendono molti altri aspetti indicati come questioni aperte.
Durante la discussione sulla questione della formazione sono emersi i seguenti punti:
Quando si parla di formazione nel contesto dell’economia, si parla di formazione ad uno stile di vita e di formazione alla povertà. “Povertà” è un tema molto dibattuto che ci trova divisi; ci sono diverse interpretazioni del concetto di povertà e di cosa debba implicare concretamente una testimonianza di povertà: povertà come scarsità di mezzi; povertà come condivisione. La formazione dovrebbe approfondire – umilmente – il valore evangelico della povertà.
È necessario durante la formazione portare i giovani a capire come l’Istituto vive e di cosa l’Istituto vive (per esempio sottolineando, anche nella pratica, l’importanza dell’animazione missionaria come fonte di sostentamento).
2.3.2. Fondo Comune
È una questione aperta, con tante nuove possibilità positive per la missione (per la gestione amministrativa della missione), ma anche con diversi aspetti problematici. Complessivamente gli aspetti positivi prevalgono, e sono reali, già in attuazione in alcune Province. Le difficoltà stimolano alla ricerca di nuove applicazioni (che possono, forse devono, variare di Provincia in Provincia).
Alcuni problemi: (i) in alcune Province si sta creando una dualità tra Fondo Comune e finanziamento di progetti (dato che il finanziamento dei progetti non è trattenuto dal FC); (ii) il FC senza la nuova mentalità che deve esserne alla base, è semplicemente un palliativo e non potrà funzionare; (iii) molta ambiguità in molte situazioni cosiddette particolari: è anche un problema di obbedienza.
Il cammino verso il FC è il cammino della comunità e della Provincia verso una nuova mentalità, verso il modello di missione comune.
LA QUESTIONE DEI PROGETTI
Durante la discussione sul FC emerge a più riprese la questione dei progetti, cioè della scelta e del finanziamento dei progetti presentati dalle Province di missione. È un problema che riguarda le Procure europee perché sono sostanzialmente loro a finanziare i progetti. Vista la diversificazione delle politiche (riguardo ai criteri di scelta, ai tetti di finanziamento, ecc.), l’assemblea decide di discuterne apertamente per arrivare possibilmente ad una politica comune.
La questione fondamentale è posta dalla Procura della Provincia Italiana e si articola in due punti:
Adesso che la Procura è legata alla ONLUS, deve rendere conto delle opere eseguite con i finanziamenti ottenuti. Questo non è sempre facile da fare perché le missioni che ricevono i finanziamenti raramente sono in grado di dare un giustificativo delle spese (questo è però di per sé un problema italiano, perché è strettamente legato alla legislazione italiana);
Visto il gran numero di progetti (e l’entità di alcuni di essi), ci si chiede se non sia possibile coordinare maggiormente, magari attraverso l’Economato Generale, la procedura di analisi e finanziamento di tali progetti. Questo è vista come la questione fondamentale legata ai progetti.
La pratica attuale prevede la Procura di una Provincia può finanziare direttamente un progetto (fino a 5000 USD) di un confratello originario di quella Provincia, altrimenti deve trasmettere il progetto all’Economato Generale. Ci si era anche impegnati come Procure a trasmettere la lista dei progetti ricevuti e approvati all’Economato Generale, affinché l’Economato Generale possa essere informato anche dei progetti richiesti da parte dei missionari alle loro Province d’origine.
Durante la discussione vengono espresse le seguenti considerazioni:
- il problema non è tanto il finanziamento in sé, quanto chi decide sul progetto (oltre i 5000 USD): la singola Procura o l’Economato Generale?
- È richiesta una professionalità maggiore nel preparare i progetti, cercando di soddisfare i criteri che verrebbero richiesti da un’organizzazione esterna;
- Occorre preparare progetti, possibilmente piccoli, che coinvolgano fin dall’inizio la gente locale;
- Serve un coordinamento maggiore tra le Procure delle Province europee, informando sui progetti richiesti e finanziati;
- Per quanto i progetti che provengono da non-comboniani, sempre è richiesta la firma del Provinciale comboniano del luogo. Se i Comboniani non sono presenti in quel Paese, alcune Province rifiutano il progetto.
- Parlando di FC e di progetti sorge un problema: si rischia di finanziare il FC di una provincia, senza nemmeno la finalità dei soldi che era espressa nel progetto.
- Siamo sicuri che le Province del Sud stanno chiedendo questo?
- Va sempre salvaguardato il principio di solidarietà (la vera povertà è condivisione) e l’importanza chiave del discernimento ai diversi livelli (comunitario e provinciale).
Nelle varie Province europee è sempre il Consiglio Provinciale che è chiamato a decidere sul finanziamento dei progetti (in DSP la Commissione della Procura può decidere fino a 5000 €).
Nel contesto del FC, p. Lwanga propone la seguente tipologia di progetti:
Mini-progetto: di fatto non è un progetto perché copre (parzialmente) la normale attività missionaria della comunità. Questo finanziamento entra normalmente nel FC. Il criterio è la piccola somma richiesta per il finanziamento (come sussidio).
Progetto: i criteri per questo tipo di progetto sono: la copertura, la giustificazione delle spese, il coinvolgimento della gente. Prevede un’azione determinata nel tempo (viene indicato un inizio del progetto, e una fine). I soldi previsti per coprire il progetto sono ben definiti e devono essere giustificabili.
Opera: è un progetto che continua nel tempo; in alcuni casi tale opera può avere personalità giuridica (una scuola, un ospedale). La Provincia ha la responsabilità ultima dell’opera.
È interessante l’esperienza della Spagna: oltre ad una certa somma (9000 €) il progetto viene trasmesso a NGO, aiutando i confratelli delle Province di missione a mantenere i contatti con queste organizzazioni. Generalmente la Procura tende a finanziare progetti pastorali e di evangelizzazione che nessuna altra NGO finanzierebbe.
Riguardo ai criteri per l’accettazione dei progetti, può essere utile richiamare il Capitolo 2003 (nn. 50 e 102, nel contesto delle opere significative, ma allargabile a ogni progetto): (i) i progetti devono far parte della programmazione provinciale e avere la firma del provinciale; (ii) devono essere affidati a una comunità; (iii) devono essere valutati con criteri pastorali e tecnici che rispondono ai bisogni della Chiesa locale e della testimonianza della povertà; (iv) la gestione deve essere trasparente attraverso una relazione della comunità coinvolta all’economo provinciale e/o all’organismo finanziatore; (v) deve promuovere un modello di sviluppo sostenibile e compatibile con la situazione locale, per garantire la continuità.
Al termine della discussione vengono presentate le mozioni I e II (vedi cap. finale “Mozioni e conclusioni”).
2.3.3. Autosufficienza
L’autosufficienza riguarda sia le Province comboniane, che devono crescere verso di essa cercando fonti di sostentamento autonome, sia la Chiesa locale.
L’animazione missionaria è fonte di sostentamento per l’Istituto. È uno dei suoi valori. Si diventa autosufficienti solo attraverso una buona AM. Si è cresciuti nella consapevolezza dell’importanza dell’AM anche nelle Province del Sud.
La solidarietà Nord-Sud rimane fondamentale, necessaria e dovuta perché al Nord si raccolgono fondi (che ci sono) proprio per questo scopo.
Per il momento non si vedono altre forme di sostentamento, oltre l’AM. Probabilmente bisogna pensare ad un’AM internazionale, non solo locale: ognuno fa AM e poi si ridistribuiscono i frutti dell’AM a livello di Istituto (livello internazionale).
Occorre diversificare l’AM, non limitandosi alla giornata missionaria tradizionale, che forse ha fatto il suo tempo, almeno in alcuni Paesi. Bisogna puntare maggiormente su riviste, campagne nazionali e internazionali…
Nell’AM bisogna aiutare la gente anche a capire come funziona la nostra economia, di cosa viviamo, sfatando alcuni pregiudizi e credenze erronee.
Scolasticati: la norma è che lo scolasticato provveda al 20% del budget totale annuo. Effettivamente c’è un grosso divario nella realizzazione di questa norma tra gli scolasticati del Nord e quelli del Sud. Nel caso che uno scolasticato non ce la faccia, bisogna responsabilizzare maggiormente la Provincia di cui fa parte. Il Provinciale ha diritto e dovere di valutare la vita dello scolasticato, e il suo stile di vita.
2.3.4. Trasparenza
La questione della trasparenza riguarda più direttamente la gestione amministrativa delle comunità e delle Province (stile e qualità dell’amministrazione).
A Coimbra (2004) si erano dette diverse cose su questo punto (per es. auditing dei conti provinciali). Finora quelle mozioni sono rimaste senza risposta da parte dei Provinciali d’Europa.
Riferendosi al punto 101 degli Atti Capitolari 2003 p. Lwanga pone la questione di quanto delle offerte raccolte “per la missione” vada effettivamente alla missione e quanto sia trattenuto per l’amministrazione della comunità e/o della Provincia. È un invito che si fa ad ogni Provincia, affinché faccia una seria valutazione della percentuale trattenuta per le spese comunitarie e provinciali sul totale delle offerte. Questo è senz’altro un aspetto importante nella questione della trasparenza (vedi cap. finale “Mozioni e conclusioni”).
MOZIONI E CONCLUSIONI
MOZIONE I: VALUTAZIONE E ACCETTAZIONE DEI PROGETTI DALLE SINGOLE PROCURE PROVINCIALI
Le Province d’Europa si impegnano a finanziare direttamente progetti fino a 10 000 €; oltre questo limite la Provincia richiede il parere vincolante dell’Economato Generale.
Allo stesso tempo le Procure d’Europa si informino a vicenda, e informino l’Economato Generale, sui progetti ricevuti e approvati (o respinti).
La mozione è stata approvata all’unanimità.
MOZIONE II: PROPOSTA DI PROCEDURA DI PRESENTAZIONE DEI PROGETTI DA PARTE DI SINGOLE PROVINCE DI MISSIONE
Allo scopo di responsabilizzare maggiormente le singole Province (superiore provinciale e suo consiglio) nella scelta delle richiesta di sussidio, si propone questa possibile procedura:
1. in ogni Provincia i singoli progetti comunitari vengono presentati al Consiglio Provinciale;
2. il Consiglio Provinciale prende in esame tutti i progetti presentati, valutandoli alla luce della programmazione provinciale sessennale, cioè delle priorità della Provincia per quel sessennio;
3. il Consiglio Provinciale presenta le richieste di sussidio approvate alle Province europee comboniane, specificando le priorità provinciali;
4. la Provincia europea comboniana valuta il/i progetto/i ricevuto/i secondo criteri comuni (per es. quelli già espressi negli Atti Capitolari 2003, nr 50 e 102), se necessario chiedendo maggiori informazioni all’Economato Generale e/o ad altre Province europee.
5. la comunicazione delle decisioni avviene tra le Province (Consigli Provinciali, Procuratori,…)
La mozione è stata approvata con 8 voti favorevoli e 2 contrari (1 astenuto).
INVITO ALLE PROVINCE (unanime)
Si invitano le Province a fare una valutazione dell’incidenza delle spese di gestione, amministrazione e altro delle comunità e delle Province sul totale delle offerte ricevute “per la missione”. Quale percentuale di tutte le offerte che riceviamo viene effettivamente destinata alla missione?
AI PROVINCIALI D’EUROPA (unanime)
Si ripropongono le mozioni discusse e approvate durante il precedente incontro europeo degli economi (Coimbra 2004), invitando i Provinciali a prenderle in considerazione e a decidere in merito. È un po’ preoccupante il fatto che a distanza di due anni i Provinciali non abbiano ancora dato una risposta a quelle mozioni.
Incontro europeo degli economi