Circa 25 Comboniani (11 suore, 1 fratello e più di una dozzina di padri) hanno partecipato al Corso ed Assemblea di Animazione Missionaria che si è tenuto alla Rterat House del famoso Monastero di Mariannhill vicino a Durban in Sud Africa.
Il Corso Formativo per Animatori Missionari è stato di cinque giorni ed ha toccato vari temi. La signora Margaret Legum ci ha innanzitutto introdotti ai vantaggi e svantaggi dell’attuale sistema macro-economico ed ai suoi effetti paralizzanti sul continente africano. Ha quindi proposto lo schema di una Nuova Sostenibile e Giusta Economia che favorirebbe i deboli e i poveri oltre che i valori cristiani.
Nel secondo giorno il prete diocesano di Pretoria, Fr. Victor Phalana, ha condiviso con noi la sua esperienza di nero sud-africano cresciuto al tempo dell’Apartheid e ci ha portato a riflettere sulle sfide della Chiesa in Africa oggi. I gruppi hanno poi lavorato su alcuni temi come: inculturazione, iniziazione, riconciliazione, perdono, compassione e giustizia e pace.
Il terzo giorno fu dedicato all’approfondimento del significato e della pratica dell’Animazione Missionaria negli istituti delle comboniane e dei comboniani.
Il P. Giuseppe Caramazza ha diretto gli altri due giorni. Con la proiezione di un video su “La Chiesa e l’AIDS” ci ha introdotto all’analisi critica dei mezzi di comunicazione sociale e alle tecniche necessarie in questo campo. Il gruppo è stato poi tenuto occupato con una certa allegria a produrre un esempio di bollettino informativo. Nel pomeriggio dell’ultimo giorno, il P. Giuseppe ha fatto una presentazione del lavoro e dei prodotti del New People Media Centre di Nairobi.
L’Assemblea dell’Animazione Missionaria è cominciata sabato 17 con l’ascolto delle relazioni delle varie province/delegazioni. Il fine settimana ed il lunedì sono stati lasciati liberi per fare un’esperienza di missione/parrocchia e per un momento di riposo in cui abbiamo incontrato gli Zulu e la loro cultura al centro culturale Phezulu.
Martedì mattina siamo tornati al lavoro ascoltando altre relazioni. Il giorno seguente il gruppo percepì che doveva chiarire il significato di Animazione Missionaria e chiedersi che impatto avesse sulla Chiesa africana. L’esempio del Fondatore rimase sempre davanti agli occhi come modello ispiratore e sentivamo la presenza del suo spirito che rafforzava i nostri passi.
Era ora di fare proposte concrete ai Consigli Provinciali e di delineare l’identità dell’Animatore/trice Missionario/a. Si venne quindi a formulare le priorità dell’Assemblea:
1. L’Animatore/trice Missionario/a deve essere una persona che ha una positiva esperienza di missione e che viene assegnata all’AM a tempo pieno.
2. Ogni Provincia/Delegazione deve avere una Carta dell’AM in cui è chiaramente descritto il ruolo dell’Animatore/trice Missionario/a.
3. Le Province/Delegazioni provvedano per ogni Animatore/trice Missionario/a un corso formativo di un mese che offra temi basilari come: missiologia, spiritualità missionaria, insegnamento sociale della Chiesa, uso dei mass media e applicazioni.
La mattina dell’ultimo giorno le sorelle hanno avuto il loro incontro a parte. Gli mccj hanno dedicato la mattinata ad uno scambio sulla Ratio Missionis. Nel pomeriggio ci si ritrovò di nuovo tutti insieme ad affrontare la discussione sui vantaggi e le difficoltà della collaborazione, specialmente nel nostro campo di lavoro. Alla fine tutti erano d’accordo che è un gran valore, ma che in pratica sembra che ci sfugga spesso di mano.
Il nostro soggiorno in Sud Africa ha avuto il suo culmine e la sua conclusione nella celebrazione della solennità del Sacro Cuore con la comunità dello Scolasticato a Pietermaritzburg. La cordialità e l’ospitalità dei nostri confratelli ha impresso nella nostra memoria un segno indelebile.