In preparazione all'assemblea dei formatori dei noviziati, scolasticati e CIF, Palencia 10-30 luglio 2005, é stato preparato un questionario per chiedere ai novizi, scolastici e fratelli nei CIF, la loro collaborazione nella riflessione.
Hanno risposto 68 su 98 novizi, 77 su 151 scolastici e 6 su 17 fratelli. In totale 151 risposte! Ecco la sintesi finale.
A) Dalle conclusioni di Pesaro 1999
1. Prima priorità: “Una forte esperienza di Dio”
(Pesaro ’99 n. 5)
“Una profonda esperienza cristiana di Dio e la sola vera motivazione vocazionale che può sostenere la vita e l’opera del comboniano (Pesaro ‘99 n. 5). La priorità della vita spirituale appare sempre più come l’asse che unifica e vivifica tutto l’edificio formativo” (VdF 38).
Prova a valutare te stesso circa la pratica dei seguenti strumenti di crescita nella vita spirituale:
· La fedeltà all’ora quotidiana di preghiera personale 1(2) 2(44) 3(28)
· L’Eucaristia quotidiana 1(1) 2(18) 3(56)
· La celebrazione frequente del
sacramento della riconciliazione 1(1) 2(40) 3(32)
· La celebrazione regolare della liturgia delle ore 1(4) 2(22) 3(47)
1. non ho acquisito un abito nell’uso di tale strumento e non mi sento motivato a crescere in quella direzione.
2. Sento che sto facendo progressi nella direzione della piena acquisizione del valore
3. ho acquisito un abito regolare e stabile nell’uso di tale strumento
a. Quali aspetti della spiritualità comboniana senti come più rilevanti per il tuo cammino?
§ (35) Spiritualità del Sacro Cuore; Cuore Trafitto del Cristo Buon Pastore
§ (20) Amore per e solidarietà con i più poveri e abbandonati
§ (16) Preghiera giornaliera
§ (15) Spiritualità della croce; Cristo crocifisso
§ (15) Annuncio del Vangelo
§ (12) Fedeltà all’Eucaristia
§ (5) Giustizia e pace
§ (4) Santità
§ (2) Amore
§ (2) Fiducia in Dio
§ (2) Vita comune
§ La perseveranza e fermezza di Comboni nel suo Piano
§ Forte fede in Dio, forte senso di Dio
§ Obbedienza
§ Povertà
§ Umiltà
§ Testimonianza missionaria
§ Regolare celebrazione della Liturgia delle Ore
§ Regolare celebrazione del Sacramento della Riconciliazione
§ Il Cuore Immacolato di Maria
§ Lettura settimanale degli scritti di Comboni
b. Come esprimi concretamente tali aspetti nel vissuto quotidiano?
§ (18) Preghiera, Liturgia delle Ore, Eucaristia, Rosario
§ (15) Animazione missionaria e testimonianze missionarie
§ (14) Consapevolezza dei bisogni della gente nel mio apostolato e nella mia comunità, delle realtà di sofferenza nel mondo, aggiornarsi sui problemi: giustizia e pace, dignità dell’uomo
§ (10) Sforzo costante di ascolto di persone bisognose (anche dei fratelli in comunità)
§ (10) studio e servizi comunitari
§ (10) Sforzo di perseverare ed essere fedeli nelle attività quotidiane
§ (6) Colloqui formativi
§ (6) Devozione al Sacro Cuore ogni venerdì
§ (6) Senso di sacrificio, austerità
§ (5) Accoglienza e apertura, interculturalità
§ (4) Auto limitazione e lotta contro l’istinto di possedere
§ (2) Adorazione (ogni venerdì)
§ (2) Pazienza nei confronti con i confratelli
§ (2) Accettare la difficoltà e frustrazione quando mi vengono, e perseveranza in esse
§ Fare la Via Crucis (durante la Quaresima) da solo
§ Lettura degli scritti di Comboni
§ Dono quotidiano di me (alla comunità e alla gente). Rinnovo quotidiano del mio impegno di consacrarmi per la missione
§ Obbedienza all’autorità
§ Cerco di crescere nella fiducia e nell’amore di Dio
c. Con quali modalità concrete, nel tuo cammino formativo personale e comunitario, la Parola di Dio é stata adottata come punto di riferimento centrale?
§ (17) Nell’Eucaristia
§ (16) Riflessione sulla Parola di Dio durante la preghiera personale e ricordare una parola/frase lungo la giornata, e eventualmente metterla in pratica
§ (13) È guida per chiarire le mie intenzioni e motivazioni
§ (12) Lectio Divina
§ (11) Punto di riferimento nei miei incontri formativi
§ (11) Perdonare i fratelli
§ (10) Nell’apostolato inserito
§ (9) Nella preghiera e condivisione comunitaria
§ (8) Nei ritiri
§ (3) Nella pianificazione delle nostre attività comunitarie
§ Nel rosario
§ Amore per la mia vocazione come Fratello
§ Accettazione dei miei limiti e quelli dei fratelli
§ Affrontare serenamente i problemi in comunità, vivendo onestamente con i confratelli
§ Nell’adorazione
d. Che cosa suggeriresti per favorire una “forte esperienza di Dio” nelle nostre tappe formative?
§ (15) Incoraggiare la preghiera personale di un’ora (almeno); esserne abituati e fedeli senza essere controllati
§ (15) Capacità di ascolto profondo e condivisione,
§ (15) Ci siano direttori spirituali con esperienze profonde di Dio
§ (11) Fiducia, responsabilità e libertà di esprimersi senza minacce
§ (9) Pregare con libertà e non a causa di orari e strutture
§ (7) Preghiera personale e comunitaria: deve essere accompagnata da una reale esperienza di essere semplici e impegnati per i poveri. Equilibrio tra preghiera e azione. Incontrare in Dio i bisognosi
§ (7)Testimonianza personale dei formatori: facciano quello che desiderano che i formandi facciano. I formatori condividano le loro esperienze concrete
§ (6) Lectio Divina per tutti, senza farne un obbligo
§ (6) Amore fraterno e perdono nella comunità, sincerità
§ (6) Valorizzare il sacramento della riconciliazione
§ (5) Fare memoria dell’azione di Dio nella vita personale, abbandonarsi a Dio
§ (5) Assimilazione dei valori
§ (2) Pastorale più radicale
§ Adorazione di un’ora ogni giorno
§ Raccomandare a tutti S. Teresa d’Avila come autore classico di spiritualità
§ Autori moderni: Thomas Merton, Jean Vanier……
§ Suggerire la spiritualità di liberazione proposta da Gustavo Gutierrez senza confonderla con i metodi di teologia di Boff, Sobrino o Galilea
§ Lettura popolare della Bibbia
§ Educazione al silenzio per creare un ambiente favorevole di preghiera e meditazione
§ Non fare degli incontri formativi una verifica psicologica
§ Tenere una propria autobiografia
§ Inculturare le nostre celebrazioni liturgiche
§ Dare meno libertà nella formazione soprattutto nello scolasticato
§ Cercare una reale connessione tra formazione e la realtà
2. Terza priorità: formare persone comunitarie
(Pesaro ’99 n. 7)
a. Sottolinea, a partire dalla tua esperienza concreta, che cosa nel tuo cammino formativo ti ha aiutato a crescere nella capacita di vivere in comunità.
§ (19) Senso in famiglia; senso di appartenenza; senso di comunione e di fraternità
§ (13) Aprirsi e comprendersi gli uni gli altri, condivisione, sincerità
§ (12) Rispetto e accettazione dell’altro, fiducia nell’altro, vedere cose buone negli altri
§ (10) Sensibilità nei confronti degli altri; “attenzione alla persona”
§ (8) Lavorare assieme
§ (7) Trasparenza nel modo di vivere; soprattutto nella gestione dei soldi
§ (5) Apertura alle correzioni fraterne
§ (5) Saper perdonare, riconciliarsi con gli altri, morire un po’ a se stessi
§ (3) la preghiera
§ (2) Amicizia e fiducia da parte dei formatori. Libertà data dai formatori
§ (2) Condividere i beni comunitari e semplicità nel modo di vivere
§ Il fatto che la casa di formazione è a parte, cioè, autonoma (distante dalle altre comunità)
§ Unica lingua ufficiale
§ Buoni formatori
§ Gli incontri formativi
§ Conoscenza di me stesso
§ L’internazionalità
§ L’impegno (testimonianza) di alcuni missionari
b. Che cosa pensi che possa essere stato di ostacolo?
§ (12) chiudersi in se stessi, poco dialogo, incomprensioni, gruppi chiusi
§ (6) pregiudizi
§ (5) individualismo, mancanza di fiducia, attivismo
§ (4) gruppi molto numerosi
§ (4) mancanza di apertura verso le altre culture, nazionalismo
§ (3) discriminazione (contro gli Africani); razzismo, superiorità/inferiorità
§ (3) egoismo
§ (2) favoritismo
§ (2) indifferenza
§ (2) non voler usare la lingua ufficiale
§ orgoglio, pettegolezzi, rigidità, dispersione
§ il fatto che la casa di formazione stia con altre comunità
§ quando i problemi all’interno della comunità si portano fuori
§ personalità difficili, usare i propri limiti come minaccia
§ doppio stile di vita; sentendo di non essere accolti in comunità, si cerca l’accoglienza fuori e sempre di nascosto
§ mancanza di armonia/unità; mancanza di carità cristiana, atteggiamento di confratelli che non incoraggiano
§ atteggiamento dei formatori che guardano gli studenti come bambini
§ gli interventi (commenti, correzioni) rozzi del formatore: paura dei formandi; imposizione di idee
§ L’utilizzazione sbagliata di mezzi formativi come il documento di PESARO.
§ Alcuni formatori tendono a fare le cose secondo una mentalità vecchia. Troppe “regole fratesche”
§ Mancanza di preparazione dei formatori
§ Cambio di formatore a metà della tappa di formazione
§ Mancanza di onestà da parte dei formatori nel parlare su certe questioni della comunità, dell’Istituto e degli scolastici
§ Poco accompagnamento dei candidati da parte dei direttori spirituali durante il programma di discernimento nel processo di selezione
c. Cosa suggeriresti di cambiare?
§ (8) dall’individualismo a: comunione, relazioni interpersonali, imparare ad accettarsi
§ (7) stile di vita: case meno comode ci aiuterebbero tanto, meno strutture
§ (5) si valorizzi di più la responsabilità personale, attenzione alla persona
§ (5) la composizione della comunità: dovrebbe essere di più nazionalità, spazio all’interculturalità, spazio ai doni, alla ricchezza di ciascuno e di tutti (RV 37)
§ (4) atteggiamenti negativi, ostili e scoraggianti: conversione del cuore.
§ (3) ci sia continuità nelle tappe formative
§ (3) evitare atteggiamenti di chiusura, favoritismi; più attenzione all’altro; credere nel confratello
§ (2) nella promozione o correzione fraterna: farla mensilmente; più frequente
§ (2) si passi da una formazione generica ad una formazione personalizzata: trattare ciascuno secondo il suo progresso nel cammino, più auto conoscenza
§ (2) nel linguaggio e nella comunicazione: onestà e sincerità, non accuse ma dialogo, più libertà di espressione senza intimidazioni
§ (2) l’essere protettivi: per dare spazio alle vere sfide comunitarie, più inserimento nella realtà
§ atteggiamenti dei formatori:
o : sappiano dare ascolto, più fiducia, meno paura ai formandi,
o : più vicinanza ai formandi (4)
o : evitino discriminazione – missionari europei e quelli di altri continenti
§ qualità dei formatori: scegliere quelli responsabili e disponibili;
o : dare loro tempo sufficiente per conoscere la cultura che li ospita
o : stabilire una linea continua in formazione con gente di esperienza
§ preparazione dei formatori: deve essere incentrata sul livello specifico della formazione
§ attenzione alla rotazione dei formatori
§ identificazione dei futuri formatori: già durante lo scolasticato, identificare i futuri formatori per prepararli
§ l’atteggiamento verso i formatori: non prenderli per “degli dèi”
§ ruoli dei direttori spirituali: nel processo di selezione, essi devono avere informazioni importanti a riguardo del candidato, per raggiungere lo scopo di avere gente di mentalità comunitaria
§ l’internazionalità: introdurla già nel postulato e nel noviziato
§ più trasparenza su questioni riguardanti la comunità, l’Istituto e scolastici
§ l’impostazione della comunità: vivere in piccole comunità (di 6 persone al massimo)
§ a coloro che vogliono fare un’esperienza fuori dell’istituto, sia data la possibilità di rientrare se dimostrano di aver assimilato i valori vocazionali
3. Quinta priorità: assimilazione personale dei valori
(Pesaro ’99 n. 9)
a. Cosa suggeriresti per migliorare la gradualità e la continuità nel passaggio da una tappa formativa alla seguente?
§ (15) apertura, impegno e responsabilità personale, disponibilità a crescere
§ (12) cercare continuamente una maggiore conoscenza di sé
§ (11) la testimonianza degli altri confratelli incoraggia
§ (9) flessibilità
§ (6) nell’ultimo periodo di una tappa, ci sia una preparazione più intensa alla tappa successiva
§ (2) Il Padre Maestro faccia una valutazione di ciò che il candidato ha lavorato durante il noviziato perché nello scolasticato possa continuare a lavorare su aree necessarie
§ il noviziato deve preparare i novizi ad affrontare la vita nello scolasticato dando più libertà, più responsabilità in certi aspetti (gestione del proprio pocket money) per favorire la propria verifica e purificazione delle proprie motivazioni
§ aggiornare le impostazioni rigide e tradizionali di qualche noviziato per facilitare eventualmente la vita comune nello scolasticato
§ dal postulato al noviziato: introdurre i candidati negli aspetti essenziali del carisma comboniano tramite la pastorale e l’esperienza missionaria d’inserzione prima del noviziato. Durante questo periodo, lasciare che si gestiscano autonomamente anche nell’aspetto economico per inculcare i valori di responsabilità e trasparenza
§ incoraggiare i formandi di avere una direttore spirituale sin dal postulato
§ nel postulato si devono evitare le esigenze estreme
§ presentare fin dal postulato obiettivi e mezzi di ogni fase, più tempo d’introduzione per ogni tappa
§ preparazione dei formatori tenendo presente la tappa di formazione in cui lavoreranno
§ collaborazione con i formatori da parte dei formandi, fiducia tra formatori e candidati
§ più comunicazione tra i formatori delle diverse tappe
§ oggettività nel discernimento
§ i formatori tengano conto del cammino fatto previamente dal candidato evitando di imporre le loro idee
§ maggior attenzione a non ripetere catechesi
§ avere formatori preparati che focalizzano sul concreto non sull’ideale
§ incoraggiare il progetto personale a favore della crescita personale
§ introspezione prima di cominciare un’altra tappa
§ riportare i valori insegnati e assunti in una tappa alla tappa seguente
§ eseguire i programmi formativi
§ aiuto degli altri fratelli nelle cose pratiche
§ visite alle case di formazione della tappa successiva; per esempio: i novizi a una comunità di scolasticato; i postulanti a una casa di noviziato
b. In che cosa, nella tua esperienza, sono mancate gradualità e continuità in tali passaggi?
§ (4) diversi stili formativi
§ (2) mancanza di fiducia verso gli Africani
§ il progetto personale è solo teorico nel noviziato; ora nello scolasticato, non so farlo; deve essere messo in pratica all’inizio del noviziato
§ riferimento alle valutazioni previe dimenticando che le persone possono cambiare
§ valutazioni che non tengono conto dei punti su cui continuare a lavorare
§ mancanza di un’auto conoscenza sufficiente
§ poco dialogo dei formatori
§ poco sostegno dei formatori
§ meccanismi di difesa con la paura di essere valutato negativamente
§ nel rendere i formandi più responsabili. Trattare i formandi come adulti e non come bambini
§ il numero dei formandi nella comunità
§ il postulato è totalmente diverso dal noviziato come quest’ultimo dallo scolasticato. Non vedo connessione tra noviziato e scolasticato
§ salto abissale dal noviziato allo scolasticato. Credere che si abbia un’esperienza di Dio solo “fuori dal mondo” mi sembra poco missionario
§ sembra che non ci sia una comune impostazione dei diversi noviziati
§ presentazione delle diverse tappe come entità diverse
§ negli atteggiamenti da una tappa a un’altra; nei tempi di verifica
§ nell’integrazione: perché c’è troppa libertà e mancanza di struttura e esigenze nella tappa successiva
§ introduzione alla nuova realtà: fatta in fretta. Fatica nell’inserimento nelle nuove culture, ambiente, lingue
§ c’è un problema nell’applicabilità dei valori che si vogliono inculcare ai candidati nel contesto della formazione. Le case di formazione sono lontane dalla realtà del mondo. C’è una mancanza di approccio esperienziale nell’introdurre il carisma dell’Istituto per cui i candidati non sono preparati a gestire la loro libertà dopo la prima professione dei voti.
§ nell’utilizzo dei soldi
c. Prova ad identificare uno o due valori che ti sono stati proposti in una tappa formativa iniziale e che sono venuti meno in una tappa successiva? Quali possono essere le cause?
§
§ Valore:
§ (5) un’ora di preghiera, relazione con Dio quale centro della vita missionaria, Lectio Divina, il Rosario
§
§ Causa:
o si lascia alla libertà degli scolastici, troppe attività, strutture rigide, troppi lavori di scuola
§ Valore:
§ (5) senso di vita comunitaria, fraternità, comunicazione, stare assieme
§ Causa:
o i soldi sono il punto di divisione; individualismo a causa della poca interazione tra le persone, poco tempo per le relazioni e l’incontro tra culture, mancanza di incoraggiarsi a vicenda.
o Il numero di candidati che diminuisce nella tappa seguente; gusti diversi (oppure opposti).
§ Valore:
§ (4) Sobrietà, auto limitazione , lavoro
§ Causa:
o modi diversi di vivere, a seconda dei formatori, dipende dalle strutture
§ Valore:
§ (2) libertà e responsabilità
§ Causa:
o meno libertà nel noviziato che nel postulato; i formatori non hanno fiducia negli studenti
§ Valore:
§ preghiera comunitaria
§ Causa:
o dipende solamente da chi guida la preghiera
§ Valore:
§ auto conoscenza, maturità umana
§ Causa:
o non c’è tempo, si dà più attenzione allo studio, alle strutture
§ Valore:
§ accompagnamento personalizzato
§ Causa:
o affollamento negli scolasticati
B) Dal documento della Verifica della Formazione (2001)
4. Prima proposta: Focalizzare le tappe formative
(VdF 30-53)
Nel noviziato: enfasi sulla maturazione cristiana
Nello scolasticato/CIF: enfasi sulla maturazione missionaria comboniana: attenzione alla missione
a. Che cosa nella prassi formativa del tuo noviziato, scolasticato/CIF ha aiutato a raggiungere l’obiettivo specifico di quella tappa?
§ (23) l’appoggio e l’esempio concreto dei formatori; la testimonianza viva dei formatori nel loro modo di vivere la consacrazione
§ (20) buona esperienza di vita comunitaria, condivisione
(18) approfondimento della mia vita spirituale; preghiera
§ (17) apertura al dialogo con i formatori
§ (13) catechesi e ritiri
§ (11) Liturgia, Eucaristia quotidiana
§ (11) il tipo di pastorale
§ (10) la struttura e i mezzi disponibili (libri, seminari,catechesi, accompagnamento, formazione psicologica e antropologica))
§ (9) sacramento della riconciliazione
§ (8) accompagnamento formativo
§ (8) libertà di organizzare il mio orario per la preghiera e per lo studio, impegno personale e responsabilità
§ (7) correzione fraterna
§ (7) incontri con dei missionari (condivisione della loro esperienza)
§ (3) giustizia e pace
§ “apostolati” di mia iniziativa
§ le esperienze di missione
§ l’internazionalità
§ identificazione con San Daniele Comboni
Nel noviziato:
§ preghiera quotidiana, incontri con i formatori, rapporto personale con Dio, apertura verso i compagni, l’esperienza di deserto;
§ il Sacro Cuore di Gesù come motivo centrale dell’amore per la missione;
§ Maria Immacolata come dono prezioso e consolazione dei missionari;
§ fiducia da parte dei formatori;
§ la giusta introduzione al ritmo di vita del noviziato.
b. Che cosa potrebbe essere stato d’ostacolo?
§ (13) mancanza di fiducia
§ (11) avere lo stesso formatore come direttore spirituale
§ (11) troppi incontri ed attività
§ (11) non ci sono abbastanza studi sulle culture locali
§ (10) troppa stima della propria cultura e mancanza di apertura degli altri
§ (6) mancanza d’integrazione personale
§ (2) troppi impegni scolastici che impediscono di prendersi cura degli altri aspetti
§ abuso di libertà e mancanza di dominio di sé; non disponibilità, pigrizia, poca apertura personale, comodità, la propria inflessibilità
§ monotonia, favoritismo, pettegolezzi, troppa confidenza tra i formandi
§ malintesi comunitari: qualità delle relazioni
§ mancanza di conoscenza nell’accompagnamento; questioni non risolte
§ scontro di valori riguardanti la vita religiosa
§ contraddizione tra la missione reale e la formazione; manca a volte un contatto con la realtà missionaria
§ il modo di presentare i mezzi non è sempre il migliore
§ l’ubicazione delle case di formazione
§ troppa preoccupazione sulle sicurezze che limitano l’entusiasmo degli scolastici
§ non tutti i candidati arrivano allo scolasticato con lo stesso livello di formazione; certi si comportano come si comportavano i miei compagni di postulato che con un tale comportamento furono cacciati dal postulato
§ non c’è spazio per visitare famiglie tranne durante la pastorale
§ spirito di turismo nei luoghi di stage
§ piatte celebrazioni delle feste comboniane
c. Suggeriresti qualche mezzo o iniziativa concreta che favorirebbe il raggiungimento dell’obiettivo?
§ (9) più condivisione con i missionari
§ (8) studio della lingua del posto
§ (6) internazionalizzare le équipes formative
§ (6) avere un direttore spirituale diverso dal formatore
§ (5) dare ascolto ai formandi; apertura, formatori capaci di ascolto e dialogo, amicizia con esperienze di multiculturalità; ridurre le formalità con i superiori
§ (5) migliorare la comunicazione con coloro che lavorano in missione
§ (5) vivere e fare le cose con convinzione, impegno, con coraggio
§ (4) continuità della presenza dei formatori
§ incontro formativo regolare
§ dialogare con i formandi sull’uso dei mezzi facendo di essi dei partecipanti attivi al processo formativo e non solo ricevitori; meno enfasi sull’orario e più spazio per iniziative
§ non imporre paure ai candidati; potrebbero far nascere atteggiamenti come: ciò che non posso fare nel postulato, lo farò nel noviziato e nello scolasticato
§ incoraggiare gli scolastici a esplorare nuove possibilità per fare missione nel contesto in cui si trovano; essere concreti con i giovani confratelli
§ condivisione delle proprie esperienze; non imporre la propria volontà ad altri
§ lavorare il valore dell’interculturalità
§ avere fiducia nella gente
§ permettere agli scolastici di visitare famiglie durante le vacanze
§ per il CIF: permettere che i fratelli esercitino la loro professione prima di entrare nel CIF perché non perdano la loro capacità professionali
5. Seconda proposta: Proporre i valori nuovi della missione e coltivare la sobrietà
(VdF 54-60; cfr. anche la seconda priorità
in Pesaro ’99 n. 6)
a. Come si realizza nel tuo noviziato, scolasticato/CIF l’iniziazione alle forme di apostolato specifiche del carisma comboniano (impegno per la Giustizia e la Pace, animazione missionaria, solidarietà con i poveri, prima evangelizzazione...)?
§ (15) pastorale nelle baraccopoli, ospedale, carceri, per le strade, poveri
§ (10) dare una mano nelle parrocchie comboniane e non, impegno nella catechesi, sacramenti
§ (7) formazione di commissioni che animano la comunità secondo la carta comunitaria
§ (5) possibilità di visitare diverse aree e eventualmente sceglierle come campo di pastorale
§ conferenze sulle realtà che riguardano la giustizia e la pace
§ stile di vita semplice e sobrio
§ stiamo ancora tentando di trovare modi per attuarle
§ manca la pratica di un impegno in giustizia e pace
COMMENTI
§ solo teorie
§ troppo incentrato sull’ascesi e sullo sforzo personale e scarso collegamento con i poveri
§ la pastorale qui è molto povera
b. Cosa suggeriresti di cambiare o di aggiungere nella prassi formativa a riguardo?
§ (5) Più enfasi sull’impegno per la giustizia e pace, maggior contatto con organismi e associazioni che lavorano nel settore
§ Migliorare l’animazione missionaria mantenendo la comunicazione con coloro che sono in missione
§ Stabilire un programma per aiutare i poveri (solidarietà con i poveri): vedere e valutare le possibilità di ogni casa di formazione a seconda del luogo in cui si trova; esperienza diretta di missione
§ Nello scolasticato, dare la possibilità di avere un altro tipo di pastorale ogni anno (d’altra parte, qualcuno si lamenta perché si cambia ogni anno!)
§ Anche nel noviziato, dare importanza all’applicazione pratica di queste espressioni proprie del carisma comboniano; un periodo più lungo per fare la pastorale.
§ Gli studenti devono essere coinvolti sin dall’inizio della formazione
§ Si potrebbe dare l’opportunità a coloro che ne sono interessati di approfondire la loro conoscenza tramite lo studio in alcune di queste aree. Dobbiamo preparare gente capace di lavorare nel campo di giustizia e pace (studiare diritto civile)
§ Aiutare il candidato a scoprire e assimilare il valore invece di imporglielo
§ Trovare un modo per fare esperienze missionarie vivendo assieme con la gente nelle missioni. I comboniani devono essere sedentari nelle parrocchie? C’è troppa attenzione alle parrocchie.
§ Provare e essere coerenti con ciò che dicono e fanno i formatori e gli altri comboniani
§ Ciò che risparmiamo dal vivere sobriamente, darlo davvero ai poveri e non metterlo nel nostro conto bancario o utilizzarlo per scopi personali; ci sia uno stile di vita più sobrio
§ Vivere in piccole comunità; il contesto di formazione è fondamentale
§ Per quelli che non sono ancora pronti per l’ordinazione, dare loro la possibilità di un anno di esperienza missionaria.
c. In che senso per te la sobrietà é un valore? Quale bene concreto favorirebbe?
§ (7) aiuta ad andare all’essenziale
§ (4) significa essere liberi per avvicinarsi e condividere con i poveri e con la gente in genere
§ (3) favorisce un distacco dai beni materiali
§ (3)vita semplice che diventa testimonianza davanti ad un mondo materialistico
§ (2) favorisce la mia coscientizzazione delle diverse realtà della gente
§ (2) è il mio stile di vita tramite cui esprimo causa comune con i poveri
§ è un mezzo per provare contentezza ed essere disponibili ad aiutare i bisognosi
§ l’uso dei mezzi con responsabilità, semplicità e umiltà, creatività
§ forma il missionario nella capacità di vivere sia con gente povera che con gente ricca
§ crescere nel voto di povertà
§ è un imitare l’esempio di Cristo
§ il bene concreto é saper distinguere tra bisogni necessari e bisogni superflui
§ è un valore solo se è una “risposta” all’incontro con i poveri
d. Quali sono le forme concrete con cui tu vivi la sobrietà personalmente?
§ (12) trasparenza nel resoconto finanziario
§ (10) sobrietà nel vestire, nel cibo, mezzi semplici
§ (9) attraverso il “pocket money” , spendere solo per cose essenziali
§ (9) dare dal mio piccolo ai bisognosi
§ (9) responsabilità nell’uso dei mezzi personali e comunitari, del tempo,
§ (9) condivido ciò che ho
§ (9) accetto ciò che la comunità offre, nella fraternità
§ (4) digiuno in avvento e quaresima, faccio dei sacrifici
§ (2) durante le vacanze, lavoro e lo stipendio lo do alla comunità
§ (2) rifletto prima di agire e non reagisco con emozioni
§ compiere bene i miei doveri
§ acquistare cose di qualità in piccola quantità per risparmiare soldi
§ cerco di incontrare i poveri e vivere il più possibile come loro
E a livello della tua comunità?
§ (4) attenzione nell’uso e cura dei beni comunitari
§ (3) evitare l’uso superfluo dei mezzi
§ (2) decidere assieme sulle cose comunitarie
§ (2) non avere lavoratori in casa
§ (2) lavoro manuale
§ (2) limitiamo le nostre spese
§ trasparenza nel resoconto finanziario
§ cucinare a turni
§ lavare i nostri vestiti
Cos’altro si potrebbe fare a livello personale e comunitario?
§ Venderei questa casa perché possiamo vivere nelle baraccopoli dove non c’è bisogno di mantenere grandi strutture
§ Ridurre le strutture: case più piccole, meno impiegati, meno auto
§ Attenzione al proprio comportamento quando si incontra gente fuori dalla comunità
§ I nostri risparmi devono andare ai poveri; altrimenti inganniamo noi stessi e i poveri
§ Non parlare solo di sobrietà, parlare anche di castità e obbedienza
e. La VdF (n. 60) prevede “una revisione critica della pratica del “pocket money” alla luce del voto di povertà”. Che cosa é stato fatto a riguardo nel tuo noviziato, scolasticato/CIF?
§ Non è “pocket money” ma una cifra a seconda dei propri bisogni
§ È stato limitato proprio per incoraggiare semplicità e responsabilità
§ Nel noviziato, non c’è; andiamo a chiedere soldi direttamente al Padre Maestro ogni volta che ne abbiamo bisogno
§ La prassi di consegnare un resoconto finanziario
§ Educazione all’utilizzo dei soldi (pocket money), ai problemi legati ai soldi, al bene comune
Che cosa suggeriresti?
§ (12) introdurre il “pocket money” anche nel noviziato
§ (11) nel dare il pocket money, si tenga conto della realtà del posto
§ (6) allargare la responsabilità degli economi nei piccoli gruppi di vita
§ (5) smettere con la prassi del “pocket money”
§ (4) si spenda di meno,
§ (3) incoraggiare gli studenti a consegnare un resoconto finanziario come allenamento per il futuro
§ invece di dare una somma di soldi per tutti, i dettagli del budget devono essere presentati all’inizio del mese
§ qualora ci siano spese straordinarie, ci si metta d’accordo con l’economo
§ che il “pocket money” sia stabilito dal Consiglio Generale
§ considerare i casi isolati in cui uno dovrebbe averne di più
§ educarci alla trasparenza; conosciamo comboniani con i loro conti bancari
§ ogni provincia stabilisca norme per tutti i livelli di formazione in base allo standard di vita del paese
§ ai confratelli con conti bancari, dire loro di smetterla
§ COMMENTO: a volte sembra che non sia data fiducia agli studenti, mentre i più grandi non sono trasparenti nel loro resoconto
o (3) Non sono contento con quello che si dà come pocket money
o Dipendiamo dai superiori e si può continuare così
f. Prova a valutare te stesso a riguardo alle seguenti forme concrete di vivere la povertà suggerite in Pesaro ‘99 6.2.b:
· Rispetto della “legge del lavoro” 1(6) 2(30) 3(31)
· Pratica del lavoro manuale 1(6) 2(15) 3(42)
· Digiuno ed altre forme di rinuncia 1(9) 2(47) 3(13)
· Partecipazione al sostentamento della comunità impegnandosi nella ricerca dei .
mezzi e condividendo tutte le offerte ricevute 1(14) 2(38) 3(17)
· Trasparenza nel resoconto economico 1(4) 2(23) 3(43)
· Corresponsabilità nella gestione economica delle spese comunitarie
1(5) 2(40) 3(26)
· Introduzione ai principi d’amministrazione economica 1(20) 2(29) 3(17)
· Programmazione d’esperienze d’inserzione durante le vacanze
1(19) 2(25) 3(23)
1 .Il valore non é per nulla presente
2. Si fa qualcosa a riguardo ma c’e ancora da crescere
3. Il valore e pienamente vissuto
6. Terza proposta: Migliorare l’accompagnamento personale
(VdF 61-64)
Hai avuto modo di utilizzare i seguenti strumenti previsti nella VdF?
L’autobiografia SI (69) NO (7)
Il profilo personale SI (72) NO (3)
Il progetto di vita SI (69) NO (6)
a. In che modo questi strumenti, se li hai usati, si sono rivelati utili per il tuo cammino formativo?
(19) mi hanno aiutato a conoscere me stesso: la mia storia, i miei punti positivi e negativi, per maturare e crescere
§ (15) sono mezzi per valutare la mia crescita o miglioramento
§ (12) mi sono di aiuto per continuare a lavorare su aree dove dovrei migliorarmi
§ mi hanno aiutato ad essere caritatevole
§ mi hanno aiutato a crescere nella vita spirituale
§ mi hanno aiutato a crescere come cristiano e religioso
§ mi hanno aiutato ad aprirmi agli altri e farmi conoscere dagli altri
§ mi hanno aiutato a guardare indietro dove sono partito per stabilire una visione e un obiettivo da raggiungere
b. Con che frequenza fai il colloquio formativo?
§ (69) (almeno) una volta al mese
§ (13) 2 o 3 volte al mese se necessario
§ (2) 2 volte (durante i primi mesi nello scolasticato)
(1) ogni tre mesi
(1) molto spesso
(1) ogni 3 settimane
c. Hai un direttore spirituale diverso dal formatore?
§ (44) sì
§ (13) no
§ ce l’avevo
d. Che cosa suggeriresti circa la distinzione tra colloquio formativo e direzione spirituale?
Colloquio Formativo
§ (2) aiuta i formatori a valutare il formando in base al suo comportamento e atteggiamento, se raccomandarlo o meno a procedere
§ come un incontro sociale per approfondire di più la relazione orizzontale con gli altri
§ momento per condividere il proprio cammino vocazionale
§ si tratta di vita personale, vita comunitaria, spiritualità dell’Istituto
§ è più per il mio cammino formativo
§ lo studente viene aiutato a vedere chiaramente la sua maturità
§ il formatore mi aiuta a crescere nella mia identità comboniana
§ Direzione Spirituale
§ (2) è per la mia crescita spirituale
§ si tratta più della mia relazione con Dio; nutrimento dell’anima e vedere se uno è ancora sulla strada giusta
§ si tratta di vita di preghiera
§ si può celebrare il sacramento di riconciliazione con il Direttore Spirituale
§ aiuta il formando ad aprirsi e vedere la sua crescita e, di conseguenza, a essere guidato
Commenti
§ (24) non avere lo stesso formatore come direttore spirituale
§ (9) altri: preferiscono la stessa persona del formatore come direttore spirituale
§ (2) non vedo la differenza
§ distinzione buona
§ fare il colloquio formativo in un mese, poi la direzione spirituale nel mese seguente; e non tutti e due nello stesso mese
§ sento il rischio che il formatore si riduca ad un “controllore”
§ ci sia più libertà e possibilità di scelta
e. Prova ad esprimere, nella tua esperienza personale di accompagnamento formativo personalizzato:
- che cosa ti ha aiutato
§ (17) la mia apertura al formatore e al direttore spirituale
§ (13) la conoscenza di sé e l’accettazione della mia storia
§ (12) la fedeltà al colloquio e direzione spirituale
§ (9) la trasparenza e la sincerità
§ (6) il dialogo
§ (5) la capacità e prontezza di ascoltare
§ (5) la fiducia da parte del formatore
§ essere considerato una persona
§ i loro consigli
§ l’atteggiamento non giudicante e non imponente del formatore
§ il fatto di avere lo stesso formatore per più di due anni ha favorito una conoscenza maggiore e, di conseguenza, un accompagnamento più efficace
§ una certa distanza
§ l’appoggio nel momento di crisi
§ l’amicizia che mi ha aiutato ad aprirmi
§ la relazione con un “maestro” è un grosso aiuto
- Che cosa ha creato disagio o difficoltà
§ (10) quando il mio formatore non credeva a ciò che gli raccontavo; atteggiamento sospettoso dei formatori, malintesi, sfiducia, mancanza di apertura e di dialogo, pregiudizi
§ (9) l’incomprensione della mia cultura
§ (5) qualche formatore non è chiaro nel parlare e/o semplicemente chiacchiera e devo chiedere parecchie volte; ripetere le domande
§ (5) la mia mancanza di apertura e fiducia, mancata familiarità col formatore; l’incapacità di esprimere chiaramente che cosa sta succedendo
§ (4) invece di condividere, il colloquio è diventato luogo di discussione
§ (3) avere ogni settimana il colloquio formativo
§ (2) il fatto che i formatori, ogni tanto, sono talmente occupati da non essere disponibili
§ (2) troppo psicologismo improvvisato, troppa psicologia
§ sospetti di essere coinvolti nei tradimenti; il fatto che il mio formatore ha creduto ai pettegolezzi
§ la “predica” dei formatori; essere stragiudicato dal formatore; quando il formatore viene con una sua misura
§ si vogliono cambiamenti personali toppo rapidi
§ il tentativo del formatore di fare del candidato una copia di sé, personalismo nelle proposte formative; imposizione più che proposta di valori
§ l’instabilità dei formatori: si cambiano quasi ogni anno
§ formatori stranieri
§ al candidato non è data sufficiente libertà per esprimersi
§ essere forzati a parlare di qualcosa quando non c’è più niente da condividere
§ il fatto di avere più contatto con un formatore e meno con l’altro
§ non avere incontri regolari col formatore e col direttore spirituale
§ poca possibilità di scelta del direttore spirituale
- Che cosa suggeriresti di cambiare
§ la maniera in cui i formatori svolgono il loro lavoro:
- (8) devono incoraggiare la libertà di esprimersi e dialogare
- (6) evitino soggettivismo e favoritismi verso i candidati
- (4) che mostrino fiducia nei confronti degli studenti e lo stesso per gli studenti nei confronti coi formatori
- (3) sappiano ascoltare e dire delle cose senza offendere, siano affabili e amichevoli
- (2) più spazio per dialogo, amore fraterno, e promozione fraterna
- (2) il colloquio sia ogni due settimane e non ogni settimana
- che lo facciano con professionalità
- qualora succeda qualcosa di particolare, riferirlo subito alla persona interessata
- modo di accompagnamento: i formatori devono essere creativi e non noiosi, si sia attenti alla realtà più che a tante idee
- gli incarichi dei formatori: i formatori non facciano altro che il formatore; per es. il superiore non deve essere l’economo al tempo stesso
- i formatori abbiano lo spirito paterno piuttosto che lo spirito di trovare sbagli per attaccare e distruggere
- ci sia più dialogo tra i formatori: devono prendere le decisioni assieme
§ (9) modo di assegnare i formatori: non cambiarli quasi ogni anno
§ (7) scelta dei formatori: formarli prima e non semplicemente prendere qualsiasi persona a causa delle necessità. Abbiano una buona esperienza pastorale. Umanamente e spiritualmente maturi
§ nel CIF, chiamare “brother-in-charge” o fratello maggiore invece di superiore per una migliore rapporto fraterno
§ i formandi devono essere sfidati per saper condividere sulla loro vita
§ frequenza dei colloqui: lasciarla ai formandi; non devono essere imposti ai formandi
§ atteggiamento dei candidati: incoraggiare tutti ad essere onesti, fedeli e regolari agli incontri, essere docili alla guida dello Spirito
§ specificamente nel postulato: avere un formatore proveniente dal paese dove è ubicato il postulato
7. Quinta proposta: Inculturare la formazione
(VdF 70-72; Cfr. anche
quarta priorità
in Pesaro ’99 n. 8)
a. Vorresti suggerire “cammini nuovi d’inculturazione della formazione”
(20) le équipes formative siano internazionali
§ (13) avere momenti culturali nella comunità (feste, incontri culturali)
§ (11) dare più opportunità ai candidati di conoscere la cultura locale
§ (8) almeno uno dei formatori abbia lavorato nella provincia dove di trova la casa di formazione
§ (7) si conosca la propria cultura e si apprezzino le altre
§ (2) imparare la lingua locale (il 1° o 2° anno dello scolasticato per favorire la pastorale)
§ permettere ai candidati di esprimere la propria cultura e non costringerli
§ utilizzare la lingua o dialetti dei candidati nelle celebrazioni liturgiche e nelle altre attività comunitarie
§ introdurre cibo locale nel menù della comunità
§ il postulato e il noviziato sia nella propria provincia
§ ci siano esperienze d’inserzione
§ i formatori siano imparziali in questioni di cultura
§ i formatori si mescolino con i candidati
§ atteggiamento fondamentale di apertura da parte dei formatori
§ i formatori siano provenienti dal paese dove si trova la casa di formazione perché possano capire il background degli studenti
§ formatori stranieri: devono mostrare comprensione nei confronti dei giovani e della loro cultura, evitare pregiudizi e lasciare che abbiano un’esperienza pastorale
§ nelle assemblee dei formatori, deve esserci una rappresentanza dei formandi da tutte le regioni o province.
b. Che cosa, nella tua esperienza, aiuta a crescere nel senso della “accettazione della inter-culturalità”?
§ (16) saper apprezzare la cultura dell’altro senza perdere di vista la propria prendendo coscienza del valore e unicità di ogni cultura
§ (15) accettare gli aspetti positivi e negativi di ogni cultura, e non imporre la propria cultura e idee; accettazione dei limiti dell’altro,
§ (15) fiducia nei confronti degli altri, atteggiamento aperto verso l’altro, alla diversità, saper dare se stesso all’altro
§ (13) condividere (far conoscere) la propria cultura, le esperienze
§ (13) conoscenza della lingua locale
§ (6) riconoscere la propria cultura imperfetta e ammettere che si deve imparare dalle altre culture
§ trattamento uguale di tutte le culture: conoscersi, rispettando e valorizzando le differenze
§ umiltà espressa in termini di voler sempre imparare durante tutta la vita
§ interesse da parte dei formatori
§ preghiera, pazienza disponibilità e tanta birra!
c. Che cosa può essere d’ostacolo?
§ (13) pregiudizi contro persone che vengono da qualche parte particolare del mondo; vedere solamente il lato negativo della cultura altrui
§ (12) mancanza di apertura culturale; l’incapacità di apprezzare le altre culture
§ (11) superiorità nei confronti degli altri; ritenere la propria cultura superiore a quelle degli altri.
§ (11) ci si nasconde dietro la propria cultura per giustificare errori
§ (10) dominio sulle altre culture; linguaggio “io”, “mio”
§ (9) chiusure nei confronti degli altri, mancanza di ascolto e di dialogo, rigidità
§ (8) si creano piccoli gruppi dai paesi di provenienza
§ (4) introduzione non buona dei nuovi alla realtà locale da parte degli anziani
§ (2) paure delle tensioni, della critica
§ (2) gelosie, orgoglio
§ l’incapacità di adattarsi; una mentalità straniera che rigetta il modo locale di vivere
§ mancanza di innovazione da parte dei formatori
§ mancanza di motivazioni e spiritualità; oppure, motivazioni diverse entrando nell’istituto
§ mancanza di tempo per condividere
8. Altri suggerimenti, osservazioni, proposte…..
Questionario:
§ Avrebbero dovuto esserci domande specifiche sia per i fratelli candidati che i candidati al sacerdozio.
§ Sarebbe bene sapere i risultati di questo questionario.
§ Il questionario non può rivelare le questioni concrete della formazione, per cui è importante formare una commissione di 5-6 membri piuttosto che utilizzare un questionario. I membri a loro volta visitano ogni scolasticato organizzando workshops con gli scolastici. Oppure, la commissione può formarsi dentro la provincia dove si trova lo scolasticato. Poi facendo dei workshops, mandare i risultati al segretario generale della formazione. Si potrebbe organizzare questi incontri durante le vacanze quando gli scolastici sono liberi da impegni scolastici. Penso che così si possa fare una riflessione più profonda.
§ Ogni scolasticato può mandare rappresentanti a Roma per fare un incontro con il Segretario Generale per la Formazione. Il fatto che questi rappresentanti potrebbero non rappresentare le opinioni degli altri, potrebbe essere uno svantaggio, per cui sarebbe preferibile mandare una commissione o delegazione che incontrerà individualmente i membri di ogni comunità.
§ L’idea di fare questo questionario è buona ma alcune domande non sono chiare. Si incoraggia a consultare sempre i formandi.
§ Questo questionario è troppo congestionato; potrebbe essere più attraente nel suo formato.
§ Le risposte sono molto personali che potrebbero non aiutare gli altri.
§ Non tutti, siamo bravi nell’esprimerci per iscritto; altri riescono a esprimersi parlando. In questo senso, il questionario non può penetrare questioni concrete e opinioni di ciascun membro. Il questionario funziona solo per le statistiche.
§ A volte, alcuni rispondono alle domande in modo astratto e non si capisce il senso.
§ Questo questionario mi ha stimolato a riesaminare il mio passato e a guardare all’avvenire con una nuova visione.
Formatori:
§ I formatori siano più profetici e meno “padri maestri”; abbiamo bisogno di testimoni, non maestri.
§ I formatori devono avere esperienze di missione perché le loro idee siano basate sulla realtà.
§ Evitare di cambiare formatori a metà della tappa formativa.
§ Selezionare i futuri formatori tra quelli nelle ultime tappe di formazione ma non farli formatori subito.
§ I formatori non devono avere paura se vengono sfidati dagli studenti.
§ Incoraggiare dialogo tra formatori e studenti.
§ Fidarsi di più degli studenti, dando loro più responsabilità, ci sia più collaborazione.
§ Evitare idee proprie sulla formazione e tenere conto delle proposte dell’Istituto.
La Formazione:
§ La formazione sia realmente personalizzata. Ora è una macchina dove si entra e l’unica cosa da fare è accettare il processo.
§ Dare più spazio alla Parola di Dio; ci sono troppe “pie” devozioni.
§ Parlare anche di castità e obbedienza e non solo sulla sobrietà.
§ Ci deve essere un legame tra lo scolasticato e la missione.
§ I posti di missione dove ci mandano siano ben scelti.
§ Considerare la possibilità di una periodo prolungato di esperienza pastorale di almeno un anno prima dei voti perpetui.
§ Ci sia collaborazione tra gli istituti comboniani (famiglia comboniana)
§ Meno studi, più esperienze. Si insegnino anche cose pratiche agli scolastici in vista della missione. Li si aiuti nell’economia, amministrazione, come presentare un progetto, come guidare una parrocchia, un’opera.
§ Si dia la possibilità di studiare diritto civile, dottrina sociale della Chiesa.
§ Dare attenzione ai bisogni di uno scolasticato: es. dove c’è un solo formatore.
§ E’ difficile sviluppare uno spirito di inculturazione quando non c’è nessuno del paese dove si trova la casa di formazione.
§ Abbiamo bisogno davvero degli esempi dei nostri confratelli più grandi che sono già in missione. Abbiamo bisogno di vedere i valori che ci inculcano durante la formazione vissuti nella loro vita.
Strutture, stile di vita:
§ Case di formazione siano costruite con uno stile sobrio per evitare paragoni e malintesi.
§ Mantenere per quanto possibile piccole comunità di scolastici e vivere uno stile semplice di vita. Per raggiungere questo, bisogna che le strutture e attrezzature siano secondo questo scopo. Le case siano inserite in contesti di marginalità.
§ L’invito costante a tutte le comunità e soprattutto nelle case di formazione a vivere uno stile di vita semplice per evitare dei paragoni. Ci sia più radicalità di vita e spirito di rinuncia. Si sappia con coscienza da dove provengono i soldi per vivere.
§ Si cerchi di essere coerenti con ciò che si dice sulla povertà sapendo che alcuni hanno i loro conti bancari. Questo lo vediamo in missione.
§ Ci sia uno scolasticato internazionale unico.
§ Avere uno scolasticato nella casa generalizia non è buono.
A cura del
Segretariato Generale della PV e FdB
Roma, 16 giugno 2005