Chi guida la preghiera, nelle pause successive ad ogni invocazione, propone una frase di Daniele Comboni come risonanza del suo cuore missionario alle invocazioni del Padre Nostro. Procedendo in questo modo ci sintonizziamo con i suoi sentimenti e siamo aiutati a rendere più vivo e attento il movimento del nostro cuore quando recitiamo la preghiera, che ci ha insegnato lo stesso Gesù.
Quando questo esercizio meditativo è fatto individualmente, ognuno si regola a modo suo, magari ricordando e ruminando altre frasi ancora…
Il Padre Nostro, preghiera dell’impegno missionario comboniano
La preghiera del Padre Nostro, programma di vita
dell’impegno missionario di san Daniele Comboni
Passando in rassegna gli Scritti di san Daniele Comboni avendo come sfondo le invocazioni del Padre Nostro, possiamo concludere che i sentimenti e i pensieri che affiorano nello spirito di Comboni rivelano in lui un processo di assimilazione della sostanza delle invocazioni di questa preghiera. Attraverso di essa Comboni entra e vive nella consapevolezza che Dio è Padre di tutti, che quindi lui è “figlio” e gli altri sono suoi fratelli; questa consapevolezza lo spinge a contemplare il Padre per essere “figlio” desideroso di conoscere e disponibile a realizzare nella propria vita i progetti di questo Padre; a dipendere da Lui come figlio e a condividere con gli altri come fratello.
A- PADE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI
San Daniele Comboni, guardando il suo Dio, lo vede Padre, fonte d’amore e degno d’amore, superiore a tutti e vicino a ciascuno, impegnato con la sua esistenza fin dal suo sorgere e con la vita di tutti gli uomini senza confini di nazionalità, colore o lingua.
Da questo sguardo nasce in Comboni fiducia, abbandono, serenità, amore per Dio Padre e per quelli che egli ama sotto qualunque cielo si trovino.
In particolare Lo vede preoccupato per la sorte dei suoi figli dell’Africa Centrale, spogliati della dignità di figli suoi e ridotti in schiavitù.
B- SIA SANTIFICATO IL TUO NOME
VENGA IL TUO REGNO
SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ
COME IN CIELO COSÌ IN TERRA
Queste parole sono la ripetizione di quelle che “il Figlio di Dio entrando nel mondo dice: Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà” (Eb 10,5-10). Maria, Nostra Signora del Sacro Cuore, le ha fatte sue: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga in me quello che hai detto”.
Sono parole che dichiarano che il nostro amore al Padre è fatto di obbedienza, di generosità, di attenzione a Lui e che la nostra vita vuole essere guidata dai suoi desideri.
Con queste parole san Daniele Comboni dichiara con generosa determinazione la sua volontà di occuparsi di Dio, di lavorare “unicamente per la gloria di Dio” e per le anime che Lui gli affida, di ascoltare le sue intenzioni per realizzarle. Centro della sua attenzione diviene il Padre con i suoi desideri, che gli rivela nella contemplazione del Mistero del Cuore di Gesù trafitto in croce.
Così si rende disponibile a Lui: è il suo Nome che conta, è il suo Regno che dà veramente comunione con tutti, è la sua Volontà che vale la pena eseguire!
C- DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI
COME NOI LI RIMETTAIAMO AI NOSTRI DEBITORI
E NON CI INDURRE IN TENTAZIONE
MA LIBERACI DAL MALE
Tre richieste del cristiano a cui Comboni aderisce con profonda convinzione, perché è cosciente che l’amore è umiltà, fino a dichiararsi “Servo dei neri” (S 437, ed è cosciente d’aver bisogno del Padre. Se Lui non agisce, invano egli e i suoi missionari si affaticano, e la loro vita è in continuo pericolo!
Chiede perciò con fiducia ciò che è necessario e che il Padre stesso gli vuol dare: pane, perdono, protezione.
Il pane che chiede in primo luogo è il pane “soprasostanziale”, spirituale, l’Eucaristia, ineffabile conforto delle anime tribolate (S 6355), in cui stringe fra le mani “il Padrone dei fiumi ed il Signore di tutte le tribù della terra, e lo prega per se stesso, per i suoi e per tutti, soprattutto per quelli nelle cui terre mai brillò una scintilla dell’evangelica luce” (S 256s).
L’energia che riceve da questo pane “soprasostanziale” lo trasforma in pane spezzato per tutti, soprattutto per quelli che Dio gli ha affidato, fino a dichiararsi “vostro per sempre”, disposto “a far causa comune” con ognuno di loro, a non sentire “gli stenti della vita apostolica…, né la privazione di tutto”, a consumare perfino “la biancheria per fare una semplice camicia alle schiave liberate”.
Senza perdono l’uomo è privo di vita, perciò Comboni prega perché Dio accordi al peccatore “tempo di penitenza”. Lui stesso è cosciente di essere “gran peccatore” e di aver “debiti da pagare con Dio”, perciò ha bisogno di perdono e di saper perdonare, per fare quello che il Padre fa.
Comboni sente “vivamente i latrati della natura” ed consapevole che senza la protezione di Dio non può vincere la tentazione del maligno, che “passeggia su tutta la faccia della terra per abbattere le opere di Dio” e lo assale da ogni parte.
Per difendersi dagli attacchi del maligno, volge “gli occhi al patire che ha fatto Gesù Cristo e tanti apostoli e missionari”. È sicuro che il Cuore di Gesù, che è la sua forza, non permette che egli soccomba.
PREGARE IL PADRE NOSTRO
mediante risonanze comboniane
Dopo la visone di insieme su come il Padre Nostro ha modellato lo spirito di san Daniele Comboni, ora viene proposto un esercizio per approfondire questa visione, meditando le invocazioni del Padre Nostro in compagnia con Comboni stesso. Per questo ad ogni invocazione del Padre Nostro vengono suggerite frasi tratte dagli Scritti di Comboni, scelte in modo che possano essere accolte come risonanze del suo cuore missionario alle invocazioni del Padre Nostro. Procedendo in questo modo ci sintonizziamo con i suoi sentimenti e i suoi pensieri e siamo aiutati a rendere più vivo e attento il movimento missionario del nostro cuore quando recitiamo la preghiera, che ci ha insegnato lo stesso Gesù.
È un modo per entrare in comunione vitale con san Daniele Comboni, con lo spirito di fondo che ha plasmato il suo cuore di apostolo.
Si tratta di pregare il Padre Nostro in modo meditativo. Ad ogni invocazione, cerca prima di tutto di rendere vivo ciò che reciti: cerca di assumerlo, di dirlo con tutta l’anima, facendo “tua” la frase detta, identificando la tua attenzione con il contenuto o significato dell’invocazione. Se ti suscita un sentimento o un pensiero che “ti dice” molto, fermati su questo, unendoti con esso al Signore, fino ad esaurire la ricchezza del sentimento o pensiero che inonda la tua anima.
Quindi continua la preghiera, agganciandola e arricchendola con i pensieri e i sentimenti che l’invocazione del Padre Nostro che stai pregando, ha suscitato nello spirito di Comboni, assimilando nel profondo del cuore il significato di ciò che leggi.
Se in un dato momento ti sembra che puoi lasciare l’appoggio delle frasi suggerite, fermati e permetti allo Spirito Santo di manifestarsi dentro di te con espressioni spontanee da Lui ispirate o richiamando alla memoria altre frasi o fatti della vita di Comboni.
P/. PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI
R/. Padre nostro che sei nei cieli
- Noi sappiamo per fede che v'è un Paradiso; e là si riuniscono tutti i veri figli di Dio; siamo e saremo sempre uniti, perché congiunti ad un solo punto, Dio, che è centro di comunicazione fra me e voi (S 303).
- Noi siamo uniti nel Sacratissimo Cuore di Gesù sulla terra per poi unirci in Paradiso per sempre (S 2373).
- È necessario correre a gran passi nelle vie di Dio e nella santità, per non arrestarci che in Paradiso (S 2375).
- Il Missionario della Nigrizia spoglio affatto di tutto se stesso, e privo di ogni umano conforto, lavora unicamente pel suo Dio, per le anime le più abbandonate della terra, per l'eternità. (S 2702).
- Dobbiamo persuaderci che noi siamo di Dio e che da Lui veniamo e che a Lui dobbiamo ritornare (S 3632).
- Noi speriamo che tutto sia scritto nel gran libro di Colui al quale abbiamo consacrato la nostra vita (S 4896).
- Il missionario e la missionaria non possono andare soli in Paradiso: devono andare in Paradiso accompagnati dalle anime salvate (S 6655).
- Coraggio e avanti, che canteremo un giorno in Paradiso le divine glorie, perché, benché indegni, ci ha fatto strumenti della redenzione degli Africani (S 6987).
P/. PADRE!
R/. Sia Santificato il tuo Nome
- Se non mi sforzassi di lavorare e tutta consumare la mia vita per la gloria di Dio, seguirei molto male i generosi esempi dei miei genitori, che mi hanno preceduto nella gloriosa impresa di sacrificar tutto per amore di Gesù Cristo (S 179).
- Venga tutto quello che Dio vuole, sarà sempre da me benedetto il Signore (S 994).
- Benché sia molto ma molto imbrogliato, tuttavia non ho lingua che valga a ringraziare Dio convenevolmente (S 1779).
- Lavoriamo per la pura gloria di Dio e per salvare le anime più abbandonate del mondo. Dio sarà con noi (S 6160).
- Quanto all'educazione religiosa ella continui come ha fatto sinora: santi e capaci. L’uno senza l’altro vale poco per chi batte la carriera apostolica (S 6655).
- Io lavoro unicamente per la gloria di Dio e per le povere anime, meglio che posso, e poi vado avanti e non mi curo d’altro (S 6682).
- Tutto succede per disposizione adorabile di Dio; amiamolo dunque di cuore, e tutta la nostra fiducia sia in Lui (S 6987).
- Noi dobbiamo benedire e lodare il Signore, perché tutto quello che fa è veramente buono (S 7172).
P/. PADRE!
R/. Venga il tuo regno
- Il pensiero che si suda, e si muore per amore di Gesù Cristo, e per la salute delle anime le più abbandonate del mondo, è troppo dolce per isgomentarci alla grande impresa (S 297).
- Io sono venuto missionario per faticare alla gloria di Dio e consumare la vita per il bene delle anime (S 407).
- Vorrei avere a disposizione cento lingue e cento cuori per raccomandare la povera Africa, che è la parte del mondo meno nota, e più abbandonata, la più difficile per conseguenza ad essere evangelizzata (S 1215).
- Noi non vivremo e non respireremo che per Gesù e per guadagnarli anime (S 1493).
- Nelle relazioni con gli esterni ogni missionario ha di mira l’unico fine per cui abbandonò patria, parenti e tutto, ed è quello di guadagnare anime a Cristo (S 1870).
- Io non ho che una vita per consacrare alla salute delle anime; ne vorrei avere mille per consacrarle a tale scopo (S 2271).
- Confidiamo solo in Dio, cerchiamo il suo Regno e la sua giustizia, et haec ommina adiicentur nobis (S 2457).
- Lo scopo di questo Istituto è l'adempimento dell'ingiunzione fatta da Cristo ai suoi discepoli di predicare il Vangelo a tutte le genti ed ha per oggetto speciale la rigenerazione dei popoli Negri, che sono i più necessitosi e derelitti dell'universo (S 2647).
- Gesù Cristo ci ha detto espressamente che noi siamo tutti fratelli, senza distinzione di bianchi e neri, e non dobbiamo fare agli altri quello che non vorremmo fatto a noi stessi (S 3350).
- Tutti animati da un medesimo spirito non desideriamo altro che salvare anime (S 5078).
- Per l’Africa ho votato la mia anima, il mio cuore, il mio sangue e la mia vita (S 5229).
- Sono risoluto, come lo fui da 30 anni in poi (dal 1849) di tutto soffrire e dar mille volte la vita per la Redenzione dell'Africa Centrale (S 5523).
- Il S. Cuore di Gesù ha palpitato anche per i popoli neri dell'Africa Centrale e Gesù Cristo è morto anche per gli Africani. Anche l'Africa Centrale verrà accolta da Gesù Cristo, il Buon Pastore, nell'ovile (S 5647).
- Sono disposto a dare cento volte la vita per guadagnare la gente del mio vicariato alla fede in Gesù Cristo (S 5897).
- Non ho in cuore che il solo e puro bene della Chiesa e dell’Africa, per le quali darei cento vite se le avessi (S 6438).
- Non si addolori neanche un minuto per il denaro e mezzi materiali. Ella attenda solo al regnum Dei et justitia eius (S 6587).
- Noi lavoriamo per Dio: lasciamo a lui la cura di tutto (S 6933).
- Quello che mi importa è unicamente che si converta la Nigrizia, e che Dio mi accordi e conservi quegli strumenti ausiliari che m'ha dato, e mi darà (S 6987).
P/. PADRE!
R/. Sia fatta la tua volontà come in cielo così interra
- La Provvidenza divina è il perno di tutte le speranze di un povero missionario (S 172).
- Una vittima fra noi quattro la si prevedeva: sia fatta la volontà di Dio (S 407).
- Noi sentiamo il maggior peso di questa perdita, perché era di grande aiuto alla nostra Missione (S 389). Ma sia benedetto mille volte il Signore. Noi per questo lungi dal perdere il coraggio, non risparmieremo fatiche e sudori per cooperare alla conversione dell'Africa e per realizzare il gran Piano del nostro Superiore, il quale è il mezzo più acconcio per trarre dalle tenebre e dalle ombre di morte questa gente... (S 390).
- Fui consigliato, mio malgrado, ad abbandonare l'Africa Centrale (S 462)... Che fare? Nient'altro che rassegnarsi lietamente alla volontà del Signore e aspettare nuovi movimenti dello Spirito di Dio, pronto sempre a sacrificare ogni cosa e vincere tutto, per seguire ed adempiere la volontà del Signore (S 464).
- Dio solo guidi i miei passi e diriga le mie azioni, in tal modo che io fedelmente corrisponda ai suoi lumi ed impulsi divini (S 596).
- Io, aiutato dalla grazia, cercherò sempre di operare sotto l’ispirazione di Dio per eseguire in tutto la sua divina volontà (S 1034).
- Che Iddio ci faccia conoscere sempre più la sua volontà, che io desidero fare in ogni cosa col sacrificio della mia (S 1174).
- Quello che so di certo è che il Piano è volontà di Dio e che Dio mi ha dato un’illimitata confidenza in lui, che non mi allontanerò dall’impresa per verun ostacolo (S 1390).
- Se l'Eminenza Vostra non crederà opportuno esaudire l'umile mia preghiera, ne la ringrazio lo stesso: è segno che Dio non vuole: sia fatta la sua SS.ma volontà: Dio penserà a liberarmi in altra guisa da tante angustie: Maria adiuvabit (S 1695).
- Siccome lavoriamo per la conversione delle anime le più abbandonate della terra, e intendiamo lavorare unicamente per fare la sua divina volontà, così sia sempre benedetto Gesù in prosperis et adversis, nunc et in saecula (S 1782).
- I nostri missionari, benché non obbligati al voto, professano al Superiore una religiosa e filiale obbedienza in tutto per amore di Dio (S 1860).
- Mi sono gettato interamente fra le braccia della Provvidenza disposto a fare e patire quello che meglio sarebbe piaciuto al Signore (S 1989).
- Sono convinto di compiere la volontà di Dio, facendomi promotore dell’opera africana (S 2569).
- Quando si ha certezza di fare la volontà di Dio, ogni sacrificio e la morte stessa sono il più soave conforto ai nostri animi (S 3683).
- Io sono lieto di seguire le decisioni della S. Congregazione di Propaganda, perché voglio vivere e morire facendo il divino volere (S 5374).
- Tutti animati da un medesimo spirito non desideriamo altro che fare il nostro dovere (S 5078).
- Ottemperando alla volontà di Dio sì chiaramente conosciuta per mezzo del mio Superiore, sospendo di pianta la spedizione, nella certezza che Dio farà il meglio per queste povere anime (S 5392).
- Sia fatta la volontà divina. Tutto è disposto da Dio, che accoglie sempre il gemito degli afflitti e protegge l’innocenza ( S 6938).
- Dalla mia fanciullezza fino ad oggi, e fino alla morte, ho sempre amato e amerò di fare la volontà di Dio e dei Superiori (S 7001).
P/. ¡PADRE!
R/. Dacci oggi il nostro pane quotidiano
- Non Le dirò nulla, o Eminenza Reverendissima, della pena dai missionari sofferta per non aver potuto aver vino, per celebrare ogni giorno la Santa Messa è ineffabile conforto delle anime tribolate (S 6355).
- Il Cuore di Gesù vive tutt’oggi sui nostri altari prigioniero d’amore e vittima di propiziazione di tutto il mondo (S 3324).
- Fra le rapide del passo presso il monte Abu-Fera “un veementissimo vento squarcia la vela maggiore e rompe in molti pezzi le sponde della barca…. Il vento ci gettò in un banco di sabbia e fummo salvi. Uscimmo a terra e cantammo due allegre canzoni sacre ed ora ci troviamo lieti a Syut, ove domattina contiamo di celebrar messa…” (S 159).
- “ Dopo felicissima navigazione giungemmo in Korosko. Gettate le nostre tende, nostro primo pensiero fu di celebrarvi la Messa. Non posso a parole esprimere la consolazione che provammo ad offrire l’augusto sacrificio in questa terra, ove, forse, a quanto fummo assicurati non fu mai immolata l’Ostia pacifica della nostra Redenzione. Erano circa tre settimane che non celebravamo. Prima di partire contiamo di fare un’iscrizione con sopra dipinto un calice che ricordi ai posteri la fausta circostanza…” (S 167).
- Allorché la Stella Mattutina si trovò incagliata per quaranta due ore in un banco di fango, fra le sponde di due bellicosissime tribù, “ noi non ci potevamo muovere. Se quegli uomini avessero voluto, avrebbero potuto annientarci in meno di dieci minuti… Nella Stella Mattutina v’è una bellissima cappella, che è fregiata da una bellissima immagine di Maria…. La Vergine Maria, il prezioso conforto dei Missionari…, non poteva lasciare in abbandono quei quattro poveri suoi servi…
Alla mattina si celebrò la Messa.
Oh, come fu dolce in quella difficile circostanza stringere fra le mani il Padrone dei fiumi ed il Signore di tutte le tribù della terra, e pregarlo per noi, per i nostri bisogni, per quelli che sono in pericolo con noi, per voi, per quelli che non lo conoscono, per tutto il mondo! Sì, miei carissimi genitori, la più consolante preghiera in quel frangente fu fatta a pró degli Scilluk, dei Denka nelle cui terre mai brillò una scintilla dell’evangelica luce…” (S 256s).
- Miei figli, io commetto tutti in questo giorno solenne alla pietà del Cuor di Gesù e di Maria, e nell'atto di offrire per voi il più accettevole dei sacrifici all'Altissimo Iddio lo prego umilmente di versare sulle anime vostre il sangue della redenzione, per rigenerarle, per risanarle, per abbellirle a seconda dei vostri bisogni, affinché questa santa Missione sia feconda di salute a voi, e di gloria a Dio. E così sia (S 3162-3164).
- Carissimo Padre. Stanotte alle 3 ho celebrato Messa nel mio salone (non dormendo quasi nulla, alla mattina non ho fiato né di dir Messa, né di ascoltarla, perciò la dico dopo mezzanotte in cui ho fiato, nelle mie stanze), e la ho celebrata per voi, per celebrare il 78° anno dacché siete venuto al mondo... (S 7034).
- Quando nel Sacrificio dell'altare ogni mattina m'è dato di effondere una preghiera per voi, oh! allora io provo una gioia ineffabile, perché vedo in Dio il centro di comunicazione tra me e voi (S 667).
- Nella nostra di stanza trovo un vero conforto ed una soave consolazione nel ricordarli a Dio nel S. Sacrificio della Messa, cosa che non ho mai tralasciato ogni mattina che ascendo all'altare (S 693).
- Io non ho mai tralasciato di pregare ogni giorno, anche alla messa per lei, sua sorella e sue figlie (S 2373).
- Io ritorno fra voi per non mai più cessare di essere vostro, e tutto al maggior vostro bene consacrato per sempre (S 3158).
- Io prendo a far causa comune con ognuno di voi, e il più felice dei miei giorni sarà quello in cui potrò dare la vita per voi (S 3159).
- Noi non sentiamo né il calore equatoriale, né gli stenti della vita apostolica di questa missione, né la fatica dei viaggi, né le disagiate dimore; né la privazione di tutto (S 3369).
- Biancheria, camicie, tele abbiamo consumato per fare una semplice camicia alle schiave liberate. (S 3369).
P/. PADRE!
R/. Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori
- Se io sarò mancante e colpevole, sono pronto a soffrire ciò che merito, come pure sono pronto a soffrire quel che non merito, perché davanti a Dio sono gran peccatore (S 1136).
- Mi sembra che l'Eminenza Vostra mi tratti con qualche severità (S 1692). Io merito più che questo, perché sono gran peccatore ed ho debiti da pagare con Dio; e quindi la ringrazio di tutto cuore (S 1693).
- Ricevetti i vostri rendiconti, e sono contento di voi; e prego sempre il dolcissimo Cuore di Gesù e la Madonna che vi assistano validamente nella vostra novella posizione. Dio vi darà le grazie necessarie; e se in qualche cosa vi sarà da soffrire, ciò sarà solo per i miei peccati, e non per i vostri; e quindi voi starete allegro e pregate Gesù per me (S 5973).
- Don Losi ha detto che scriverà sempre [...] contro di me ogni volta che lo crederà in coscienza. Che lo faccia pure: io gli perdono di cuore. Invece profitto delle sue belle qualità per il bene della Missione (S 6687).
- Prego molto che prolunghi la vita a chi vive male, lontano dalla grazia di Dio, perché Dio gli accordi tempo di penitenza, almeno quando il mondo è stanco di lui, e non sa di cosa farne…. Dobbiamo pregare di salvare molte anime, e di andare in Paradiso non soli, ma con gran turba di convertiti (S 7035).
P/. PADRE!
R/. Non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male
- “State sempre allegra –esorta la madre - . Noi pure stiamo sempre allegri e quando il nemico della salute ci fa venire in mente il dolore che provammo nelle nostra separazione, e quel che provaste voi (e l’abbiamo sempre in mente), volgiamo gli occhi al patire che ha fatto Gesù Cristo e tanti apostoli e missionari, ed allora ci godiamo” (S 176).
- Quantunque io abbia voltato le spalle al mondo consacrandomi ad uno stato di vita simile a quello degli Apostoli, tuttavia sento vivamente i latrati della natura (S 442).
- Il diavolo che passeggia oggi su tutta la faccia della terra per abbattere le opere di Dio, ha tentato inutilmente di rovesciare la mia opera e di far perire me ed essa. Il Cuore di Gesù, che è stato sempre la mia forza, non l’ha permesso (S 4295).
- Benché affranto nel corpo, per la grazia del Cuor di Gesù, il mio spirito è saldo e vigoroso; e son risoluto, come lo fui da 30 anni in poi (dal 1849), di tutto soffrire e dar mille volte la vita per la Redenzione dell'Africa Centrale, e Nigrizia (S 5523).
- Di fronte a tante afflizioni, fra montagne di croci e di dolore, che io ho loro già descritto e che mi restano ancora da descrivere, per queste enormi complicazioni, il cuore del missionario cattolico è rimasto scosso; tuttavia egli non deve per questo perdersi d'animo; la forza, il coraggio e la speranza non possono mai abbandonarlo. (S 5646).
- Satana ci fa una guerra tremenda adesso, perché va accorgendosi che fra non molto dovrà sloggiare dall’Africa (S 6884).
- Nel corso della mia ardua e laboriosa intrapresa, mi parve più di cento volte di essere abbandonato da Dio, dal Papa, dai Superiori e da tutti gli uomini (S 6885)…; e vedendomi così abbandonato e desolato, ebbi cento volte la più forte tentazione (ed anche eccitatami da uomini pii, rispettabili, ma senza coraggio e fiducia in Dio) di abbandonar tutto, rassegnar l’opera alla Propaganda, e mettermi umile servo a disposizione della santa Sede, o del Cardinal Prefetto o di qualche Vescovo.
- Ciò che non mi fece mai venir meno alla mia Vocazione, ciò che mi sostenne il coraggio a star fermo al mio posto fino alla morte, o fino a decisioni differenti della S. Sede, fu la convinzione della sicurezza della mia Vocazione (S 6886).
- Prego molto che prolunghi la vita a chi vive male, lontano dalla grazia di Dio, perché Dio gli accordi tempo di penitenza, almeno quando il mondo è stanco di lui, e non sa di cosa farne. Dobbiamo pregare di salvare molte anime, e di andare in Paradiso con gran turba di convertiti (S 7035).
TUTTI: Poiché tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
RECITAZIONE MEDITATIVA DEL PADRE NOSTRO
mediante risonanze comboniane
(Formula breve per la recitazione comunitaria)
Chi guida la preghiera, nelle pause successive ad ogni invocazione, propone una frase di san Daniele Comboni come risonanza del suo cuore missionario alle invocazioni del Padre Nostro.
P/. PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI
R/. Padre nostro che sei nei cieli
- Il Missionario della Nigrizia spoglio affatto di tutto se stesso, e privo di ogni umano conforto, lavora unicamente pel suo Dio, per le anime le più abbandonate della terra, per l'eternità. (S 2702).
P/. PADRE!
R/. Sia Santificato il tuo Nome
- Lavoriamo per la pura gloria di Dio e per salvare le anime più abbandonate del mondo. Dio sarà con noi (S 6160).
P/. PADRE!
R/. Venga il tuo regno
- Gesù Cristo ci ha detto espressamente che noi siamo tutti fratelli, senza distinzione di bianchi e neri, e non dobbiamo fare agli altri quello che non vorremmo fatto a noi stessi (S 3350).
P/. PADRE!
R/. Sia fatta la tua volontà come in cielo così interra
- Dalla mia fanciullezza fino ad oggi, e fino alla morte, ho sempre amato e amerò di fare la volontà di Dio e dei Superiori (S 7001).
P/. ¡PADRE!
R/. Dacci oggi il nostro pane quotidiano
- Non Le dirò nulla, o Eminenza Reverendissima, della pena dai missionari sofferta per non aver potuto aver vino, per celebrare ogni giorno la Santa Messa, ineffabile conforto delle anime tribolate (S 6355).
- Io prendo a far causa comune con ognuno di voi, e il più felice dei miei giorni sarà quello in cui potrò dare la vita per voi (S 3159).
- Biancheria, camicie, tele abbiamo consumato per fare una semplice camicia alle schiave liberate. (S 3369).
P/. PADRE!
R/. Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori
- Se io sarò mancante e colpevole, sono pronto a soffrire ciò che merito, come pure sono pronto a soffrire quel che non merito, perché davanti a Dio sono gran peccatore (S 1136).
P/. PADRE!
R/. Non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male
- Quantunque io abbia voltato le spalle al mondo consacrandomi ad uno stato di vita simile a quello degli Apostoli, tuttavia sento vivamente i latrati della natura (S 442).
- Ciò che non mi fece mai venir meno alla mia Vocazione, ciò che mi sostenne il coraggio a star fermo al mio posto fino alla morte, o fino a decisioni differenti della S. Sede, fu la convinzione della sicurezza della mia Vocazione (S 6886).
TUTTI: Poiché tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
P. Carmelo Casile
Casavatore, Novembre 2011