NOTIZIARIO MENSILE DEI MISSIONARI COMBONIANI DEL CUORE DI GESÙ

DIREZIONE GENERALE

Ordinazioni

P. Mbusa Mathemwero Moïse

Butembo (CN)

08.02.2024

P. Mikozama Bienvenu Clémy

Madibou-Brazzaville

11.02.2024

P. Muia Jacob Nzomo

Kiongwani-Wote

13.04.2024

P. Mutinda Joshua Musyoki

Kiongwani-Wote

13.04.2024

Opera del Redentore

Maggio: 01 – 15 ET; 16 – 31 I
Giugno: 01 – 07 ER; 08 – 15 LP; 16 – 30 P

Intenzioni di preghiera

Maggio – Per le vittime dei molti conflitti armati in corso oggi, soprattutto bambini, donne e famiglie innocenti che soffrono a causa di tanta violenza. Che il Signore della pace tocchi il cuore dei responsabili di tali mali e li fermi. Preghiamo.

Giugno – Perché, sull’esempio di San Daniele Comboni, teniamo gli occhi fissi in Gesù crocifisso, per assimilare i sentimenti del suo Cuore e diventarne testimoni mediante la comunione tra noi, con le Chiese locali e con i più poveri. Preghiamo.

Calendario liturgico comboniano

MAGGIO

27

Ultimo sabato del mese

Beata Vergine Maria,

Nostra Signora del Sacro Cuore

memoria

GIUGNO

7

Venerdì dopo la II domenica dopo Pentecoste

Sacro Cuore di Gesù Titolare dell’Istituto

Solennità

Togo-Ghana-Benin

Ricorrenze significative

MAGGIO

2

Sant’Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa

Egitto

18

Sabato prima di Pentecoste

Maria Vergine Regina

degli Apostoli

memoria

       

GIUGNO

1

Anniversario della fondazione dell’Istituto

 

3

San Carlo Lwanga e compagni, martiri

Uganda

5

San Bonifacio, vescovo e martire

Memoria (DSP, Sud Tirolo, Austria, Germania)

8

Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria

memoria

 

EGYPT-SUDAN

Formazione di volontari per cure palliative a Port Sudan

L’équipe infermieristica del Comboni College of Science and Technology ha dato inizio alla formazione di 50 volontari che, terminato il training, accompagneranno persone con malattie terminali e croniche nella comunità. La prima sessione di formazione si è svolta al Centro Sanitario Al-Wifaq. Il Centro è stato riabilitato nel 2022, grazie a un progetto eseguito dall’Associazione Italiana per la Solidarietà tra i Popoli (AISPO – un’Organizzazione non governativa legata all’Ospedale San Raffaele di Milano) e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Il programma di formazione, tuttora in corso, è frutto della collaborazione tra il Comboni College of Science and Technology, il Ministero della Salute dello Stato del Mar Rosso, l’Ong italiana AISPO, l’AICS e la parrocchia cattolica di Port Sudan.

Attualità dei comboniani in Egitto e nel martoriato Sudan

Lo scorso 15 aprile si è compiuto un anno da quando la guerra è scoppiata a Khartoum, in Sudan. Per l’occasione, si sono tenuti dei momenti di preghiera per la pace, come la Messa per la pace celebrata a Sakakini (Cairo/Egitto), domenica 14, e la preghiera ecumenica tenutasi a El Obeid (Sudan), sabato 20 aprile. Purtroppo, già domenica 21, a El Obeid si sono sentiti forti spari nella zona dell’aeroporto, non lontano dalla nostra casa. Il conflitto sembra protrarsi e la Chiesa si interroga su come la sua presenza dovrà adattarsi a questa “nuova normalità”.

A Port Sudan – che di fatto è la nuova capitale del Paese – le scuole sono state riaperte lo scorso 14 aprile. In questa città noi comboniani gestiamo una scuola secondaria in centro e quattro scuole primarie nei quartieri di periferia. Al momento, la secondaria ospita anche il Comboni College of Science and Technology, che in questi ultimi mesi ha trasferito i suoi programmi online, ad eccezione del programma di infermieristica, che richiede laboratori e pratica ospedaliera.

Lo scorso 20 aprile, l’Università ha tenuto gli esami finali dell’anno accademico 2022-2023, che erano stati interrotti all’inizio della guerra. Questi esami si sono tenuti in alcuni centri: l’Università Cattolica del Sud Sudan a Juba, la scuola della Santa Famiglia a Helwan (Egitto), e la secondaria a Port Sudan. La facoltà di infermieristica nei prossimi mesi continuerà le sue attività, fra le quali anche il corso per cure palliative a domicilio dei malati terminali, che si terrà all’interno della parrocchia del Sacro Cuore a Port Sudan.

Quest’anno la distanza fra la data di Pasqua secondo il calendario gregoriano, il 31 marzo (seguito dai latini e dai maroniti), e la data secondo il calendario giuliano, il 5 maggio (seguita dalla maggioranza degli orientali, fra cui i copti, gli eritrei e i melchiti), è di cinque settimane. La differenza si fa sentire in modo più forte al Cairo, dove i due calendari coesistono. Così, mentre alcune delle nostre parrocchie celebravano la Pasqua, altre avevano appena ricevuto le Ceneri. Bisogna pregare molto perché un giorno si possa arrivare ad una celebrazione congiunta della Pasqua.

ITALIA

A Firenze un’OASI Laudato si’

Nella domenica in Albis, presso la casa dei Missionari Comboniani (Via Aldini, 2 – Firenze), è stata inaugurata la prima Oasi Laudato si’ della diocesi di Firenze, ma anche di tutta la Toscana.

Dopo un cammino formativo sui temi dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, iniziato l’anno scorso, che ha visto la partecipazione di più gruppi, dall’Associazione Sant’Ignazio al Circolo Laudato si’ di Coverciano – sorto nella parrocchia di Santa Caterina da Siena –, dai Laici Missionari Comboniani al Gruppo Scout Firenze 7, è stato deciso di creare un luogo aperto a tutti, un luogo – un’Oasi in città, appunto – in cui poter riflettere, formarsi e pregare alla luce dell’ecologia integrale. Un vero e proprio hub, in cui ritrovarsi per veicolare e discernere le esigenze, le urgenze (ambientali e sociali) provenienti dal territorio, fornendo una visione integrata e integrale della realtà, poiché il grido della terra si deve coniugare con il grido dei poveri.

Alla inaugurazione ha partecipato Antonio Caschetto – oggi advisor del progetto globale dei Circoli Laudato si’ per il Movimento Laudato si’ (MLS) – che sta promuovendo la diffusione di altre Oasi in altre diocesi d’Italia e la nascita – il prossimo 22 aprile, in occasione dell’Earth Day – del progetto “Assisi: Terra Laudato si’”, frutto di una collaborazione tra la diocesi di Assisi e le famiglie francescane. Antonio Caschetto ci ha ricordato che le parole chiave che muovono queste iniziative sono: custodire e coltivare.

Alla giornata di inaugurazione hanno partecipato anche rappresentanti del consiglio di Quartiere 2 e di associazioni ambientaliste, segno tangibile che i temi trattati riguardano tutti, come credenti e come cittadini – credenti o non credenti, cristiani o non cristiani –. Nei lavori di gruppo e discussione, che si sono svolti nel pomeriggio, sono stati affrontati, infatti, i temi legati alla città, agli stili di vita, alla responsabilità verso le future generazioni e alla conversione all’ecologia integrale.

Spalancare le porte al mondo è un segno distintivo della spiritualità missionaria comboniana. Numerosi sacerdoti, provenienti da tre continenti (Africa, Asia e Europa) hanno concelebrato, assieme ad alcuni missionari fidei donum della diocesi di Firenze e di altre diocesi.

Creare una rete di Circoli Laudato si’ tra le parrocchie fiorentine è un obiettivo importante da raggiungere, poiché creare reti e tessere nuove relazioni con altre associazioni ecclesiali – c’erano infatti rappresentanti dell’Ordine Secolare Francescano della Toscana e dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare – è un passaggio necessario se si vuole affrontare l’attuale crisi ambientale e sociale, caratterizzata dall’impoverimento dei rapporti umani.

L’Oasi Laudato si’ è, dunque, un nuovo dono per tutti. Rispetto alle nuove sfide ambientali e sociali, rimane sempre vero l’insegnamento di don Milani: «Il problema degli altri è uguale al mio. Uscirne tutti insieme è politica, uscirne da soli è avarizia». (Padre Fernando Zolli, mccj)

Festa degli Amici Comboniani di Padova

«Vent’anni fa, sono entrata in questa cappella per la prima volta. Stavo preparando la mia tesi di laurea ed ero venuta in questa casa per consultare alcuni testi. Poi mi sono sentita attirata dal mondo comboniano, sorprendentemente “diverso”, e in questa cappella ho incrociato lo sguardo di Comboni. Quegli occhi mi hanno parlato. Da lì è iniziata la mia conversione alla fede, seguita poi dal mio impegno missionario. Qui ho imparato ad avere lo sguardo aperto sul mondo, sulle situazioni dell’umanità. Oggi mi sento laica comboniana e, assieme ad altri, stiamo lavorando per dare ancora più consistenza e organizzazione al nostro essere laici comboniani».

Questa è stata una delle testimonianze ascoltate domenica 14 aprile 2024, durante la Festa degli Amici Comboniani di Padova. È una festa annuale, sempre più partecipata, che, come un fiume, fa incontrare diversi ruscelli, belli e vivaci, che danno freschezza al carisma comboniano. Si sono ritrovati insieme – alcuni, dopo anni – confratelli che hanno fatto scelte di vita diverse, persone che hanno vissuto anni di formazione comboniana, sia nei seminari che nei percorsi di animazione giovanile (GIM), volontari, collaboratori, vicini di casa, frequentatori della nostra casa e del santuario di San Giuseppe.

Ne è nata una giornata ricca di ricordi, emozioni, racconti di attività passate e in corso, di informazione sull’attualità comboniana. Non sono mancati la preghiera e i ringraziamenti reciproci. Sono state ricordate, con sincero affetto, persone “comboniane nel cuore” che sono passate a miglior vita. Di una di esse è stata riportata una frase che ripeteva spesso: «Mi diranno ex prete, ex sacerdote, ex insegnante… Ma di me non potranno mai dire “ex comboniano”».

Padre Giuseppe Caramazza ha presentato alcune statistiche sui missionari comboniani e sul cambiamento oggi in atto, grazie a confratelli sempre più numerosi provenienti dai paesi africani. Ha commentato alcuni impegni comboniani nella missione: la Comunità di Açailandia (Brasile) e la sua attenzione al Creato, particolarmente minacciato in Amazzonia; l’impegno per lo sviluppo della lingua gumuz da parte di padre Marco Innocenti, impegnato in Etiopia; l’azione sociale di riscatto dei “ragazzi di strada” in Kenya, portata avanti da padre Maurizio Binaghi.

Padre Giuseppe ha anche presentato la sorprendente realtà del Tangaza University College di Nairobi, Kenya, in particolare il suo Istituto per la Trasformazione Sociale (IST, nell’acronimo inglese), creato nel 1994 dal comboniano padre Francesco Pierli come centro di innovazione ed eccellenza per futuri leader, nella prassi della trasformazione sociale attraverso programmi accademici e professionali offerti dall’Istituto. Ha detto padre Giuseppe: «Queste varie attività, che si presentano come “sociali”, sono in realità “missione di evangelizzazione”, perché sono vera testimonianza di carità verso gli ultimi, i poveri, quelli che Dio preferisce e per i quali il Signore Gesù è stato inviato».

Padre Eliseo Tacchella, coordinatore dei Laici Comboniani in Italia, ha ricordato le convinzioni che San Daniele Comboni aveva riguardo ai laici e la fiducia che egli poneva nella loro attività missionaria. Ha poi sollecitato alcune testimonianze di laici comboniani di Padova. È seguita una ricca condivisione sulla relazione personale con Daniele Comboni e con i comboniani conosciuti in diverse circostanze, in particolare nella comunità di Padova. Si è parlato di “percorsi GIM”, “campi missione”, attività di animazione missionaria, catechesi in parrocchia, azioni e serate di sensibilizzazione su migrazione, ecologia, diritti umani, attenzione ai più poveri... Molto sentite le testimonianze sul cambiamento di vita personale avvenuto dopo il contatto con Comboni.

Il clima dell’incontro ha corrisposto bene alla splendida giornata di sole. Si è respirata aria di festa, di gioia, fraternità, missione e spirito comboniano.

La celebrazione eucaristica – con letture bibliche che invitavano a essere testimoni di Gesù risorto – e il pranzo insieme hanno espresso e consolidato la gioiosa familiarità che sempre accompagna l’impegno missionario di tanti amici comboniani. (Padre Gaetano Montresor, mccj)

KENYA

Due nuovi sacerdoti comboniani

Il 13 aprile scorso, nella chiesa di Nostra Signora dell’Annunciazione, nella parrocchia di Kiongwani, due missionari comboniani, Joshua Mutinda Musyoki e Jacob Nzomo Muia, sono stati ordinati sacerdoti per le mani di mons. Paul Kariuki Njiru, vescovo della neonata diocesi di Wote, eretta nel luglio 2023 nella Contea di Makueni.

Nella sua omelia, mons. Njiru ha espresso il suo grazie a Dio per il dono del sacerdozio nella Chiesa e ha incoraggiato padre Joshua e padre Jacob a essere uomini di preghiera, obbedienti, accettando ogni impegno loro assegnato come un’opportunità di servire Dio nel suo popolo. Il vescovo ha inoltre spronato i fedeli presenti ad aiutare i sacerdoti nel loro ministero: «Il vostro ruolo non è quello di rendere difficile il ministero dei vostri sacerdoti, ma di essere pieni di risorse e aiutarli a svolgere efficacemente il loro servizio».

La celebrazione ha attirato una grande folla di cristiani, alcuni provenienti dalla parrocchia della Santa Croce di Kacheliba, diocesi di Kitale, dove padre Jacob ha prestato servizio per più di un anno come diacono. Una seconda delegazione di cristiani è venuta dalla quasi-parrocchia di Rankau, diocesi di Ngong, dove padre Joshua ha trascorso alcuni mesi per un servizio diaconale. Presenti erano anche alcune personalità politiche delle Contee del West Pokot e di Makueni.

I parrocchiani di Kiongwani hanno accolto con giubilo l’occasione dell’ordinazione, ritenendola un vero e proprio dono di Dio e un invito ad approfondire la loro fede. Molti dei presenti hanno pronunciato parole elogiative nei confronti dei missionari comboniani, ricordando con gratitudine il fatto che la loro parrocchia fu iniziata dai comboniani nei primi anni 1990.

Durante la celebrazione, padre Andrew Wanjohi, superiore provinciale, ha annunciato che padre Joshua è stato destinato alla provincia di Egitto/Sudan, mentre padre Jacob è stato assegnato a Kacheliba, dove continuerà il suo servizio missionario, ora come sacerdote.
(Padre Andrew Wanjohi, mccj)

MÉXICO

Seminario di Sahuayo – 70 anni dalla posa della prima pietra

Il 20 aprile 1954 veniva posta la prima pietra e si iniziava ufficialmente la costruzione del seminario. Negli archivi storici (Bollettini della Congregazione n. 43, aprile 1955, e n. 45, gennaio 1956) è conservata la documentazione di quella giornata straordinaria, con una descrizione dettagliata dell’evento e la testimonianza commossa della partecipazione e generosità della gente di Sahuayo.

Alle dieci del mattino, il vescovo di Zamora, Mons. José Anaya Diez de Bonilla, giunse per la benedizione e fu ricevuto dal parroco, don Felipe Villaseñor, e da padre Amedeo Ziller, rappresentante dell’Istituto. Alla presenza di numerose autorità ecclesiastiche e civili e di una moltitudine di fedeli, il vescovo benedì la prima pietra e firmò la pergamena che venne poi collocata all’interno della pietra, in ricordo della giornata.

Gli scavi erano iniziati il primo mercoledì del febbraio 1954, perché il seminario era dedicato a San Giuseppe e si sperava nella sua protezione, che non è affatto mancata: un anno dopo, il primo gruppo di aspiranti era ospitato nel seminario.

Sempre nella cronaca di quegli anni, all’edificazione del seminario il popolo diede un contributo enorme. I padri che seguirono l’opera potrebbero raccontare tanti episodi commoventi, soprattutto di gente della classe media e povera; ognuno offrì generosamente quello che poteva dare – soldi, gioielli, materiale da costruzione, il proprio lavoro gratuito –, testimoniando quanto ognuno di loro abbia sempre considerato il seminario come qualcosa di “suo”.

PERU

Assemblea Continentale della Formazione America/Asia

L’Assemblea Continentale della Formazione di America/Asia si è svolta dal 15 al 21 aprile 2024 a Lima, Perù. L’evento è stato organizzato da padre José de Jesús Villaseñor Gálvez, segretario generale della formazione, e da padre Elias Sindjalim Essognimam, assistente generale responsabile del settore, e si è rivelato un momento di profonda fraternità, dialogo e crescita reciproca.

L’assemblea si è aperta con una celebrazione eucaristica presieduta da mons. Juan José Salaverry, OP, vescovo ausiliare di Lima e responsabile della vita religiosa a livello di Conferenza episcopale nazionale.

Durante l’assemblea c’è stato un prezioso scambio di esperienze e riflessioni, durante il quale si è sottolineata l’importanza della formazione permanente nella nostra vita, in particolare per i confratelli incaricati dell’accompagnamento dei giovani. Un’attenzione particolare è stata riservata al ruolo dei giovani nel nostro cammino di servizio e impegno, riconoscendo la loro vitalità e il loro potenziale in vista di un arricchimento delle nostre comunità.

Questa condivisione è stata un’opportunità unica per conoscere e comprendere meglio le realtà e le sfide che stiamo affrontando nelle diverse circoscrizioni in ambito vocazionale e formativo, nonché per rafforzare i legami di collaborazione e solidarietà tra di noi.

Ringraziamo sinceramente tutti i partecipanti per l’impegno profuso e per il contributo che hanno dato per renderla un’esperienza arricchente.

Che la fraternità, l’entusiasmo e lo spirito missionario continuino a guidare i nostri passi sul cammino della formazione e della missione.
(Padre Nelson Mitchell, mccj)

PORTUGAL

Festa dei familiari a Maia

Lo scorso 7 aprile, domenica in albis, si sono ritrovati, nella casa comboniana di Maia, i parenti dei Missionari Comboniani portoghesi per il tradizionale incontro annuale. Dopo il benvenuto, padre José Júlio Martins ha parlato del suo lavoro missionario in Mozambico, dov’è arrivato per la prima volta nel 1984. Nel corso di questi anni ha svolto il suo servizio nelle diocesi di Tete, Maputo e Nampula.

A Tete, si è dedicato all’assistenza delle persone bisognose, al tempo in cui il governo comunista-leninista non permetteva alcuna attività religiosa e la regione era stata colpita da un lungo periodo di siccità. A Maputo, ha potuto svolgere un’attività di evangelizzazione più libera e più attenta ai valori religiosi, senza trascurare gli aspetti sociali e culturali. A Nampula, infine, ha dedicato alcuni anni alla formazione dei seminaristi diocesani e dei giovani candidati a missionari comboniani, tentando di mettere in pratica il sogno di san Daniele Comboni: “Salvare l’Africa con l’Africa!”.

La mattinata si è conclusa con la celebrazione eucaristica presieduta da padre Fernando Domingues, superiore provinciale, che nell’omelia ha ricordato che ogni cristiano è missione e che, animato dallo Spirito Santo, è chiamato a testimoniare e a comunicare l’amore e la misericordia di Dio ai fratelli e sorelle che incontra quotidianamente.

È seguito un pranzo fraterno. Verso le 16.00, c’è stata la preghiera finale. Le circa 120 persone presenti hanno espresso la soddisfazione e la gioia per aver partecipato all’incontro e hanno ringraziato Dio per il dono della vocazione missionaria condivisa.

SOUTH AFRICA

Assemblea provinciale 2024

Svoltasi dal 22 al 26 aprile scorso al Centro pastorale di Maria Trost a Lydenburg, l’annuale assemblea provinciale si è concentrata su tre aspetti: le dinamiche interculturali e intergenerazionali nelle nostre comunità; la riflessione sul “progetto di fusione” (RSA, MO e MZ) e la Revisione del nostro Direttorio provinciale. All’assemblea hanno preso parte, come osservatori speciali, padre José Joaquim Luis Pedro, superiore provinciale del Mozambico, padre Moses Huruwella, vice superiore provinciale di Malawi-Zambia, e padre Daniel Chisha, consigliere provinciale di Malawi-Zambia.

Il tema delle dinamiche interculturali e intergenerazionali, trattato nella prima mattinata da padre José Joaquim, ha suscitato un vivace dibattito tra i confratelli. Molti hanno evidenziato come la pluralità culturale delle nostre comunità sia un valore aggiunto per la crescita umana e spirituale di ognuno e, al tempo stesso, una sfida che richiede un impegno per riconoscere la pari dignità della cultura dell’altro, evitando di considerare una cultura superiore a un’altra.

La riflessione sul “progetto di fusione” (RSA, MO e MZ) è stata facilitata dalle risposte al questionario raccolte in un documento che ogni partecipante ha potuto consultare prima dell’assemblea. Undici confratelli ritengono urgente e necessaria la fusione delle tre province; cinque concordano, ma sono del parere che bisogna avere più tempo per rifletterci sopra; nove, invece, sono contrari alla fusione. Pertanto, si può dire che il 64% dei confratelli della Provincia del Sudafrica è favorevole a unire le tre province. Non si sottovalutano alcune difficoltà, tra cui la comunicazione nelle due lingue (inglese e portoghese), ma si pensa che la fusione possa aiutare a risolvere il problema dell’insufficienza di personale nella nostra provincia, motivo per cui non si possono sempre garantire comunità con almeno due confratelli.

L’assemblea ha poi affrontato la revisione del Direttorio provinciale in vigore dal 2014. Con solerzia sono stati discussi e approvati gli emendamenti al testo originario, grazie soprattutto al lavoro dei segretariati per la missione, la formazione e l’economia, che hanno preparato in anticipo le loro proposte. Sono state approvate varie modifiche, tra cui quella riguardante il trasferimento alle diocesi di parrocchie ben avviate e autosufficienti, come auspicato dal vecchio Direttorio. Considerata la difficoltà delle nostre comunità ad autosostenersi, l’assemblea ha votato, invece, a favore per mantenere parrocchie economicamente stabili.

Le difficoltà economiche riguardano anche il problema della manutenzione delle strutture, come alcune nostre comunità hanno messo in evidenza nelle loro relazioni. Si tratta di chiese, cappelle, aule parrocchiali, come pure, in alcuni casi, di case in cui abitiamo, che per lungo tempo sono state trascurate e ora versano in uno stato di degrado. Per ripararle sono necessarie risorse finanziarie che fatichiamo a reperire e che sovente le comunità parrocchiali non hanno a disposizione. Non ci sono facili soluzioni al problema. Tuttavia, l’assemblea ha accolto l’invito affinché in ogni comunità ci sia “un occhio alla manutenzione” in modo tale da intervenire tempestivamente con appropriate misure e impedire il degradarsi delle strutture.

Intanto, il cammino appena iniziato verso l’unificazione delle tre province è un passo concreto per la realizzazione della richiesta avanzata dagli ultimi tre Capitoli Generali – 2009, 2015 e 2022 – e dalla Leadership APDESAM nel 2023. La strada da percorrere è ancora lunga e il compimento del progetto richiede l’impegno costante delle parti interessate, nel discernimento e nel dialogo, procedendo insieme per giungere a un consenso su punti fondamentali.
(Padre Efrem Tresoldi, mccj)

PREGHIAMO PER I NOSTRI DEFUNTI

IL PADRE: Jesús, di padre Rodríguez Pérez Pablo Simón (KE); Stephens, di padre Sebopela Kgomotso Ronnie (C/RSA).

LA MADRE: Victoria, del vescovo di Kotido, mons. Dominic Eibu (U); Mary Ekutan, di padre Joseph Etabo (M).

IL FRATELLO: Raúl, di fratel Dela Cruz González Santos (EC); Recto, di padre Moisés Estacio Dela Cruz (PCA); Macario, di fratel José Godínez Pérez (M); Andrea, di padre Norberto Stonfer (EGSD).

LA SORELLA: María del Refugio, di padre Gustavo Guerrero Zúñiga (EC); Lucia, di padre Bruno Bordonali (I); sr. Remei, di padre Isidro Sans Balcells (E); Maria, di padre Alois Eder (DSP); Giuseppina, di padre Mario Andrighetto (I).

LE SECOLARI COMBONIANE: Maria da Costa Barbosa (P); Rosaria Castellano (I).

LE SUORE COMBONIANE: sr. Maria Tenderini; sr. M. Emanuella Laner.